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Visualizzazione dei post da dicembre, 2012

Meta fisica

Un prato verde di vizza appena un palmo, lei corre anche a quattro zampe di mattina. Sole e muso nero con occhi assorti mi prendono sulle cosce. Stavo leggendo di T. S. Eliot e Mario Praz a proposito del Dedalus e della flaubertiana o su quanto assente resta il narratore negli scritti della contemporaneità. Ho finito per far male per la mia tendenza a rimanere o non rimanere fermo e dritto sulla schiena se il vento spinge forte. Ho fatto bene ad aspettare tutto questo tempo? Lei poteva cambiare o ero io a dover cambiare qualcosa. Quanti anni ho passato a vederla dormire come un angelo asciugato dallo scroscio delle fontane romane del Bernini? Quanti anni ho passato senza vedere quello che vedono i fili di erba che nascono ogni anno su questa collina? Ma finalmente le cose cambiano. Le pietre sono diventate ancora gialle per via di tutte le foglie secche. Sto aspettando che architetti e consulenti si riuniscano per pontificare sulle vie di scolo delle correnti di acqua piovana. Devo...