martedì 28 giugno 2011

Nave con alberi

Da una parte entra la luce del mattino, riflessa da una boscaglia e alberi di limone. La piccola finestra a vetri sotto il tetto del soppalco, invece, è ancora chiusa alla nuova aria del giorno. La ragazza ha aperto gli occhi un'altra volta verso le travi di legno e respira piano. Il viso si è disteso come un fazzoletto bianco dopo il passaggio del ferro da stiro. 

Davanti alla terrazza gli alberi si sono fatti una giungla. Il giardino della terra di fumi e venti è invaso dai rami e le foglie a forma di lunetta nascondono il mare a mezzogiorno. I suoi capelli muovono il sudore della fronte, affondo il naso nella federa ma non posso più dormire. Puzza di fumo di sigarette e di perline colorate, questa non è casa mia. Meglio se prendiamo un caffè e usciamo verso il mare passeggiando tra le rose.

Il capitano e il suo equipaggio arrivano sulla spiaggia nera di pietre levigate. Chiede se siamo turisti o degli abitanti. La sua faccia di banchiere inglese è piena di solchi. Ora fa un segno verso il barcone ad alberi a vela lungo tanti metri. La moglie e la coppia di amici lo seguono verso un gommone.

Lontano verso il porto passano due amiche e si stendono a fianco. Ci asciughiamo dall'acqua fredda, l'aria di zolfo e di radiazioni fa bene e chiarisce le idee. Un elicottero va e viene, porta dei grandi secchi e li svuota dentro il cratere.

- Volevo mandarti a quel paese, ne avevo voglia.
- Ma no.
- Poi ho pensato, in fondo non ci siamo mai visti.
- Ecco, infatti.

lunedì 27 giugno 2011

A cavallo

Un uomo passava a cavallo con un ragazzo. Tutti dissero: - Povero cavallo!
L'uomo scese da cavallo e lasciò il ragazzo in sella. Tutti dissero: - Pover'uomo!
L'uomo salì sul cavallo e lasciò il ragazzo a terra. Tutti dissero: - Povero ragazzo!
Allora scesero da cavallo e andarono a piedi. E tutti dissero: - Ma a cosa serve il cavallo?

Horseman

A man went riding with a boy. They all said: - Poor horse!
The man dismounted and left the boy in the saddle. They all said: -Poor man!
The man climbed on the horse and left the boy to the ground. They all said: - Poor boy!
Then dismounted and went on foot. And they all said: - Why have a horse?

mercoledì 22 giugno 2011

Mercoledì Bob Dylan

The night was right tonight for Bob Dylan and his Band with Tony Garnier, George Recile and Charlie Sexton. All the people and followers help the singer to sing a song for everybody. And he was there another time, a voice with strenght in another tour.

The highlight at the Alcatraz, in Milan, was Visions of Johanna and some kind of these things.
-Ain't just like the night to play tricks when you try to be so quiet. I can't wait for you to change your mind, I was right till I fell in love with you. Love songs beacuse Togheter trough life is the only thing we understand but politics.

Bob have used, according to set list in London and Tel Aviv, more apocaliptic terms:
- Things have changed, I'm going to change may way of thinking, I got a heart to forget, it's a simple twist of fate. Now It's alla over now, baby blue.
A hard rain's is gonna fall, just like a rolling stone on a highway 61 rivisited. There's a Thunder on the mountain blowing in the wind

Ha detto Bob, secondo la scaletta dei titoli di Londra e Tel Aviv::
- Le cose sono cambiate, devo cambiare idea e il mio modo di pensare
Ho un cuore da dimenticare, una semplice svolta del destino. E' finito tutto, baby blue
Una dura pioggia cadrà, come una pietra che rotola, su quest'uomo sottile e lungo tutta la torre di guardia
Sono in mezzo al blu nei giorni d'estate, sull'autostrada 61
Un tuono dalla montagna sta soffiando nel vento

A simple twist of fate in Tel Aviv
(clicca e guarda il video)

martedì 21 giugno 2011

Vulcano di fumo

L'autostrada verso Aspic è piena di gallerie nel pomeriggio. Una scritta luminosa a pallini rossi dice: - Rispetta i limiti di velocità. Poi si cambia galleria e la scritta diventa: - Observe speed limits. Infatti i piloti vanno a 160 kh ammirando la lancetta del cruscotto. Lo diceva la rubrica delle elementari Osserva e impara ma il più delle volte osservo i miei limiti e non li rispetto. Non rispetto neanche i limiti degli altri, li sento addosso senza osservarli e pretendo di abbatterli.

La radio cambia stazione restando sulla stessa frequenza e la terra arata di fresco tra le mandorle e i carrubbi si è fatta rossa come le ciliegie. Più tardi nella sera il politico con la giacca lunga telefona a una donna, l'addetto alla benzina si avvicina anche se sarebbe un Fai da Te. Si è fatta l'ora di pagare il pieno al titolare, un certo Gulisano della famiglia della pompa di Jannarello. Qui la gente dormiva nelle grotte e si difendeva coi sassi neanche tanto tempo fa. Ma il tarlo del denaro contante arriverà a sconvolgere le menti di questi uomini tranquilli.

Le coste di pietra bianca si abbassano verso i vetri alla fine delle gallerie. Tombe nascoste a strapiombo sul fiume, la strada finisce e nessuno paga niente perché i caselli sono vuoti e sono nuovi. Quando chiama l'amica Boscone gli oleandri vanno sopra la siepe rossi e bianchi. Dice che grandina al Nord e la sua gatta la fissa e fa le fusa sulla sdraio, coi peli che perde poi.

Stasera si cena sulla riva del mare con la luna rossa. Horus parla a voce bassa, il seno è coperto di capelli neri e trema come il budino galleggiante nel vassoio. Intorno a noi con la schiena al vento di ponente il suo profumo si scalda come una rosa di velluto rosso. Ci stringiamo nella notte, lascio cadere le scarpe coi lacci e resto a camminare sull'erba davanti alle coltivazioni. Quando mi sento confuso nelle sue braccia faccio un verso come per piangere. Lei dice: - Cosa è successo? Io dico: - Sto bene.

Un'altra ragazza parte oggi per l'isola del vento, il canto della sirena mi oltrepassa il timpano già otturato dal cerume e dal calcare. Questa notte la passerò a guardare le luci dello specchietto retrovisore. Un aliscafo diretto parte alle sette di mattina. Devo attraversare lo Stretto e respirare il fumo del vulcano.

mercoledì 8 giugno 2011

Organo & organismo

La prima ragazza aveva i fianchi larghi. Non avendo un motel ci si incontrava tra le porte di una chiesa. Sapevo poco da che parte cominciare, sapevo che si chiamava Dina. Alta e robusta come una vikinga dai capelli castani, non parlava ma sorrideva.

Dina era stata la fidanzata di un tale ragazzo più alto e magro. Si diceva che ormai era tutto finito. Cosa c'entravo io non lo so ancora. Però me la immaginavo con le calze o i collant o le autoreggenti.  All'uscita della messa mi dava l'appuntamento ma poi restavo delle mezzore ad aspettare.

L'organista della chiesa faceva le sue prove e ho appreso le fondamenta della musica classica. Sentivo l'organo a canne alte tre metri anche quando ero in piedi ad aspettare. Dentro il mio cappotto andavo avanti e indietro le colonne. Qualche signora si inginocchiava e poi facendo il segno della croce usciva dalla porta laterale.

Tra le due porte di sicurezza passavano le mani dentro le altre mani. Passava il suonatore di organo, passava il sacrista falegname altissimo e senza sangue nel volto. Passava del sangue in ogni respiro e si alzava il volume dentro lo spazio di legno a forma di una cabina del telefono.

lunedì 6 giugno 2011

Malik e Mammaluk

Era di sabato e non si sapeva che fare dopo la palestra, il pilates e le circonvoluzioni fisico tattiche. Interpellato sulla questione ho proposto a una sequela di amici di andare al cinema.
E loro hanno detto: - Ar cinema? E io ho detto - Si, al cinema. E loro hanno detto: - A vede? E io ho detto: - Quo Vadis. E loro hanno detto: - E che vor di? E io ho detto - Ando vai? E loro hanno detto: - Andiamo al cinema. E io ho detto: - A vede? E loro hanno detto - "The tree of Life" di Terrence Malick.

Dopo un quarto di cinema vincitore a Cannes siamo usciti dalla sala con una scatola di Perplex. Altri spettatori avevano abbandonato la sala prima della fine dello spettacolo. Ma non sono andati in bagno perchè poi non sono tornati. Ecco le impressioni ricavate dai nostri inviati.

Rami con lo sfondo del cielo, il cielo con i rami
e il volto imbronciato dai capelli rossi di lei.
La madre troppo giovane sull'erba di casa,
un fiume grande che tira pietre, i giochi dell'elettricità
e della sfida con il fantasma - Fidati, metti il dito nel porta lampada.
Il padre smonta i bulloni sotto l'auto sospesa dal crick,
la voglia di dare un calcio, lo sparo sul dito ad aria compressa.
Si mangia in silenzio, si prega in silenzio.- Devi dire Signore, sono tuo padre!
Guardami ora che sono con te, baciami e abbracciami.

Il seme puro della grazia o la verità straziante della natura?
Felicità sospesa, felicità precaria
La sorgente di tutti i fiumi si fa mare di ogni ritorno
-Padre lei mi ama più di quanto ami te
-Stai zitto!
Piccole dita premute sulle corde seguono i tasti di un sogno spezzato
Un figlio senza voce, spazio vuoto che riempie
-Dio dà, Dio toglie. E poi te ne rimangono ancora due
Il dono di saper donare e campi di girasole, infine
(secondo Moscato)

venerdì 3 giugno 2011

Carmelo non chiama

Carmelo Giammella è partito per Verona. Ha 32 anni e viene a cercare lavoro in Padania. Per qualche giorno è stato dal cugino, uno che lavora alle Poste di Verona. Ma ora è scomparso. Carmelo non dà notizie da otto giorni. Chi l'ha visto?

Faceva l'operaio anche lo zio Francesco che ora ha 85 anni. Mi ha chiamato per chiedere un aiuto, un consiglio come si fa in questi casi. Tante volte, passando per strada, vedo Carmelo lo posso avvertire. Ma io Carmelo non lo conosco, come faccio a capire se la faccia che vedo è la sua.

Anche lui aveva fame e cercava lavoro a 13 anni. Il padre parlò con Nonno Turi, alla masseria c'era posto e fu preso come giovinco per guardare le pecore.  Con Nino sono come i fratelli perchè hanno la stessa età, hanno dormito e mangiato insieme con gli altri. Francesco trovò una casa e un pezzo di pane, speriamo anche Carmelo.

mercoledì 1 giugno 2011

Di colpo

Ho dormito di schianto dopo le capriole.
- Pensavo fossi morto.
- Avevo smesso di russare.
Era girata di spalle sotto le lenzuola.
- Non sentivo più niente.
- Ascoltavo l'orologio.
E poi un rumore che non saprei.