A nanna stava a Isternazzi nel quartiere della Bumma. Le grandi cisterne di acqua le avevano piazzate nella parte bassa a raccogliere la pioggia. Ogni ntanto a jeva a truvari ppi na visita o pi joco. Pippina aveva un mantale lungo fino ai piedi e ntuppu in testa a tipo crovecchia ntrizzata. La sua faccia pareva come una carta geografica con tanti fiumi. Mi cuntava un fatto e ju ascutava paralizzato.
Dalla cucina si sinteva un fetu di astratto di pomodoro appigghiato. Idda parrava di Giufa' ca lassava a porta aperta o du sceccu attaccato al bummulu con una corda. Una volta scarramau l'acqua e da sotto il letto uscì un orinale che galleggiò nella stanza fino alla porta.
La bella dei setti veli era circondata di cavalieri. Noi stavamo seduti ai bordi del letto a dire il rosario. Quanto e' auta la croce di Maria. Poi la pioggia fini di cadere. E per una mezzora ancora le barche di carta di quaderno fatte a mano passavano la traversa e scomparivano in direzione della strada Dritta e della Chiesa.