Una mattina di sole ho visto un pianoforte trasparente salendo a Santa Maria Maggiore. Dietro la vetrina di strumenti musicali il piano aveva le pareti in plexigas e tutto l'interno, come fossero ossa e budella del suo corpo sotto la pelle, erano esposto verso la strada. Camminavo a Roma e avevo fatto a piedi da piazza Venezia passando per le Terme di Traiano, i sampietrini e il selciato dei Fori Imperiali. Ma la salita verso l'Esquilino era finita dopo le due arcate di via Panisperna, quella degli scienziati della bomba all'idrogeno. E stavo sulla cima di un colle, potevo riposarmi e guardare la primavera dall'alto.
Adesso ho una casa bianca e vuota. Ho visto un pianoforte di legno chiaro che rimanda delle vibrazioni. Lo vende un negozio di strumenti musicali che tiene un Sanbernardo nella cuccia all'ingresso. Vorrei per questo portarlo dentro la stanza buona con il parquet. E farci entrare anche il mio nuovo cane Bobbie quando lo trovo.