giovedì 21 febbraio 2013

Punte rosse

Uno scarafaggio mangia palme è arrivato senza permesso dalle coste tunisine e senza il naturale avversario antagonista. Ma non lo avevo previsto quando un pomeriggio di primavera ero diretto da Ramacca verso casa. Sarà stato l'inizio della fine della mia vita del secolo scorso. Compravo la pala per seppellire qualcosa e piantare degli alberi nuovi nelle terre di padre e madre.

Dopo aver preso il lucchetto per la barra e i barattoli di vernice del negozio ho visto fuori delle palmette e ne ho prese due. Volevo provare a dare un senso estetico al viale di ingresso del vigneto a Tre Finestre. Con un badile e un piccone abbiamo fatto una buca a sinistra e una identica sopra la terrazza. Si vede il mare e la montagna, la neve dietro i due pini e il golfo dietro le rose.

Le due palme sono cresciute diversamente. Una ha come l'acqua sotto i piedi e si è fatta alta il doppio. Ma è successo quello che temevo. Ha preso la malattia del punteruolo, una specie bellissima di scarafaggio rosso. Che depone le uova nelle palme e le divora lentamente. Fuori la palma è sana. Dentro ospita centinaia di insetti. Le larve se la mangiano dopo aver devastato la palma del vicino di sotto.

Quando crescono sono maculati ad arte nel dorso tanto da farne dei gioielli con questa forma. I punteruoli hanno due mandibole forti. Impiegano un anno o due, alla fine la palma è come una gruviera piena di topi. La corteccia si mantiene intatta ma la polpa si infanga e macera.

Ho tolto qualche foglia e le costole si sono sfrangiate come dei mattoni di un muro sconnesso. Man mano verso l'interno dell'albero ho tirato fuori una ventina di scarafaggi e dei batuffoli con dentro le larve bianche come ricotta. La prima palma di Tre Finestre ora non ha vegetazione. Dovrei bruciare tutti i punteruoli rossi se potessi farlo. Resta solo il legno rotondo e qualche residuo del cuore con le palmette tenere.

I cani abbaiano, ce n'è uno per ogni pezzo di terra. il pastore tedesco di Giorgio il dirimpettaio ora ha una vigna più grande e si sente cosa. Angelo dai capelli lunghi sulla fronte ampia e gli occhiali, il vicino proprietario della casa dalle tre finestre, è venuto con Thelma, la sua labrador di 14 anni. Piange anche lui per la palma che considerava come una figlia. Dice che si è rotto di andare a Shanghai a lavorare per le multinazionali. Che non gli sembra vero di tornare a vedere questi ulivi e gli alberi di frutta ancora da potare.

La spada del seghetto entra nel tronco come un coltello nel gorgonzola. Una palma ha fatto nascere altre vite. Che ora puntano anche sulla seconda palma. Per fortuna Gigi ha portato un medicinale bianco contro il parassita. Domenica proviamo a salvare il salvabile. I parassiti infestano lo stomaco anche di Zorica e tra poco spariranno con l'aiuto di Carmelo. Forse anche nel mio c'è qualche roditore e rodimento. Le larve del punteruolo, intanto, le ho messe a macerare dentro una bottiglia vuota di acqua minerale frizzante del discount.

giovedì 7 febbraio 2013

Spinterogeno

Si perde l'opinione al giorno d'oggi per uno spinterogeno. L'hanno spedito da Brescia a Catania in due giorni ma non va bene. Un ricambio usato che doveva essere garantito. E Marcello ci combatte da 15 giorni monta e smonta. Ci dissi a questo Carlo: ora me ne mandi un altro funzionante per cortesia.

A quando a quando che avevo preso una decisione. La macchina per la Chiana si fermò nei giorni che c'erano tutti a Natale e Capodanno. L'avìssi a gettare veramente il monovolume giapponese 4 ruote motrici del '93. Ma mi nnì pare pena ogni volta che ci metto soldi e tempo perso.

Con tutte le scaffe della strada di Castellito meglio una jeep o una cosa con il pianale alto. Si fece quasi notte una volta a girare fino al garage di fianco alle due salme di terra. Fa impressione il silenzio, la solennità della valle accordata al vento di scirocco. E l'assenza di rombi di motori tranne i caccia di Sigonella, gli americani di stanza, con la loro radio FM che dice: President Obama said the Country will Grow.

Ci vorrebbe un carrarmato per girare intorno alla masseria dei Bellia. A proposito, come mai non sgomberano la casa ora che è mia e il geometra Gravina l'ha accatastata? Tutti sti ferri vecchi, chi nnà ffari ancora ammenzo i piedi. I businessmen potrei invitare, per un meeting nel deserto e la cena al profumo di aranci tarocchi. Marcello dice che lo spinterogeno adduma e stuta. Ma ammia ki minteressa.

lunedì 4 febbraio 2013

Concito e Bronte

Stasera abbiamo un nuovo ospite. Dopo Zorika ecco Concito il drito. Vola in cucina e non c'è gabbia in casa. Era su un ramo e Gigi lo ha preso al volo. Qualcuno sa come su fa la manutenzione di questo Coso?

Zoricka si è mangiata un pezzo di divano bianco del salotto buono, per fortuna era quello di Alfio. Ora i pezzi di poliuretano espanso sono sparsi per il pavimento tra i divani come le idee della mattina presto
quando le cose si fanno più chiare.

Intanto Concito ha trovato un posto sui legni della scala a pioli della cantina. Il sole splende sulla collina e anche oggi il cielo azzurro porta un senso di riconciliazione con la respirazione più lenta del cuore inquieto ma non stanco.

La partita di calcio del reparto geriatria degli ex ragazzi si è conclusa con il punteggio 8 a 4 a nostro favore. Meno male che il n 13 era un bel centravanti boa, ha preso gli assist e mi ha anche fatto fare due goal allargandosi a destra. Prima della partita delle otto di sera abbiamo anche vinto a calcio balilla. Nessun problema al menisco o al legamento, la serata era bella e il campo in ottime condizioni. 

Nel pre partita è stato rievocato il massacro di Bronte quando la partita juniores ufficiale si concluse con il punteggio di 17 a zero. Santo Pappalardo se lo ricordava ieri sera, dice che fu colpa del portiere Jano Manuli. E che la strada passante tra i paesi li aveva sfiniti. Ognuno viaggiò per conto suo senza la macchina pubblica di Giovanni Siringhella per quei 30 km fino al campo come una gobba di elefante a strapiombo nel vento sulla Valle del Simeto.