lunedì 16 dicembre 2013

Yellow moon

La luna è piena stasera, si solleva minacciosa alla destra della Montagna quando ancora la luce illumina il cielo più di quanto non faccia per la terra. Da due giorni piove la sabbia nera sulle foglie degli alberi e sugli aranci. Una dura pioggia come radioattiva si è depositata tra il pannello del contenitore dell'acqua di plastica blu e il rubinetto del gas spostato verso la chiusura dalla labrador nera detta per questo Monaca.

L'ora dell'angoscia arriva tra le 16 e le 17 nel versare del giorno. Vado ancora nel mio piccolo regno di terra e di vento, una specie di masseria nella collina della valle del Dittaino. Risento per la sesta volta l'ultimo disco di Sting, una ultima nave e una serie di sproloqui in dizione Oxford. Volevo gettarlo fuori dal finestrino per la nausea. La sua voce è quella di uno che per fare il figo non usa più la chitarra elettrica o il blues. Dal senso di vomito passo all'idea di usare un pezzo come colonna sonora.

Ho preso a girare un video per ogni canzone con le immagini del paesaggio che passa dal finestrino. Stasera il cielo è blu a pecorella, lo vedo solo io però. Non mi rimane che fare una lista di quello che ho perso e che ho guadagnato. Dovrei anche pagare le tasse ma mi sono accorto che manca un codice, una password e il collegamento con la rete. Perciò stasera torno indietro verso la luna che ora torna davanti a me. Torno a casa a salutare la mia madre e dar da mangiare al mio padre.

venerdì 13 dicembre 2013

Le onde di Carmel

Correvano d'estate verso l'ovest della spiaggia di Carmel in California. Lui era riverso su una spalla appoggiata al finestrino dell'auto di Joan. Il re e la regina del folk revival, la nuova coppiadel Greenwich Village si stesero per qualche ora sulla riva dell'oceano. Il suono delle onde era un rombo assordante, la frequenza più profonda del basso suonato all'attacco di Maggie's Farm a Newport.

Bobbie restò davanti alle onde a guardare e Johanna lo perse non solo di vista. Lo avrebbe riperso ancora dopo qualche mese durante la tournée a Londra o a Sheffield dove sul palco c'era solo lui e nonl'avrebbe più invitata a salire per cantare With God On Our Side.

A New York Joan Baez aveva raccolto Bob Dylan nella cantina di una coffee house di un calabrese dal nome Porcu. Il ragazzo dagli occhi blu come le uove di quaglia era sporco e non vestiva più così benecome a Hibbing nel Minnesota. The enwashed phenomenon prendeva un dollaro al giorno per soffiare dentro un'armonica ma aveva scritto una canzone sui padroni della guerra.

Parlava di gente nascosta dietro le scrivanie a confezionare bombe atomiche. E per Pete Seeger e il suo banjio non c'era altro di meglio della nuova coppia per chiudere i concerti e i cortei contro l'establishment alla marcia di Washington del 1963.

Sulla spiaggia Bob ascoltò una nuova melodia, la musica e l'acqua nelle orecchie dicevano altre cose. Nessuno ha il diritto di fare il predicatore per conto di Dio. Sono diventato il mio nemico nell'istante in cui ho cominciato a farlo, scrisse nella prossima My Back Pages.

Lay Down Your Weary Tunes non fu pubblicata in nessun album eppure l'aveva scritta e sentita sull'oceano con lei e gliel'aveva cantata.

I stood unwound beneath the skiesAnd clouds unbound by laws.The cryin' rain like a trumpet sangAnd asked for no applause.

A un certo punto Joan raccolse Bob dalla sabbia e lo portò nella sua capanna costruita sull'albero. Nella casa abitava la madre e la sorella Mimi, bellissima e delicata come un giglio bianco reciso. Erano ancora due sorelle da amare, due donne diverse ma necessarie.

Per alcuni giorni le ombre della sera scesero sulla sua testa ma non se ne accorgeva. Qualcosa gli aveva tolto il senso dell'umanità, il manager chiedeva concerti e dischi e sembrava che fosse sempre più buio intorno. Ma la casa di Joan era accogliente, meglio della vecchio appartamento con Suze Rotolo dove c'era musica e rivoluzione nell'aria. La sua prima fidanzata italo comunista attraversò l'oceanoAtlantico scrivendo una lettera di addio e poi sposò un certo Enzo di Perugia.

Un mattino del '64 Bob si sveglio e ripensò alla ragazza dai capelli rossi della sua infanzia e tornò tra le montagne dell'Iron Range. Ma prima delle foreste del Nord in un topless place una ragazza dagli occhi neri e grandi accese una sigaretta. Si chiamava Sara, lei cominciò a slacciargli le stringhe delle scarpe quando ancora era girato di spalle. Gli disse che sembrava un tipo di poche parole, presero una macchina e se ne andarono il più lontano possibile da tutto.

Tornarono insieme al Chelsea Hotel e lui scrisse una canzone di 15 minuti dal titolo Lady of The Lowlands giocando sul doppio senso del suo cognome. Più tardi era sua moglie ma nessuno lo sapeva. Una coniglietta di Play Boy aveva sposato il poeta laureto del rock 'n roll. Lui fece due anni di droghe e bis con Like a Rolling Stone, lei diventò la madre dei suoi tre figli.

Quando la follia della rivoluzione pop si infranse nella guerra del Vietnam Joan continuò a fare sempre la stessa cosa di sempre, concerti e cortei contro qualcosa. Bob invece si rifugiò nel verde di Woodstocka pescare i pesci del fiume e giocare sulla spiaggia when the children were babies.

Nel '75 una carovana di zingari partì per Plimouth e il Maine. Come i padri fondatori sbarcati dal May Flower la Rolling Revue girava per le città con una tenda dove suonare la sera. Bob aveva riunito vecchi e nuovi amici, Allen Ginsberg e Sam shepard, ma anche tutte le sue donne con Sara, Joan, Roonee e altre.

Stava divorziando da Sara, la dama in Bianco del film di cinque ore Renaldo & Clara presentato poi a Cannes. Ma cantava di nuovo con Joan Baez The Water is Wide e Blowing in The Wind mentre Sara recitava a soggetto in una scena improbablie in cui lui si tinge di ossidiana davanti a uno specchio.

La dama in rosso portava sul palco una bandana come lui. Il microfono sul palco a Fort Village era solo uno per tutti e due. Joan e Bob univano le testa al momento del ritornello The answer my friend. Leilo guardava negli occhi, lui le guardava le labbra rosse.

Aveva pensato a lei quando parlava di cacciatrice di ipnotisti in She Belongs To Me. L'aveva considerata come una madre rassicurante e pedante ma anche come una ragazzina impertinente. Le aveva dedicato anche It Aint Me Baby e Visions of Johanna per dirle che non era capace di portarle i fiori tutti i giorni e che si poteva stare al caldo dei termosifoni guardando nella notte fuori dalla finestra,abbracciati senza dire niente.

Adesso, anche in questi giorni a Blackpool, sulla Costa ovest o in Colorado, continuano a cantare sul palco, ognuno per conto suo. Ripetono quello che sanno fare anche senza voce, come dei fantasmi, come due cantastorie delle storie degli altri, come due ragazzi che si incontrati su un palco e vivono sotto le luci con una chitarra in mano.

I gazed down in the river's mirrorAnd watched its winding strum.The water smooth ran like a hymnAnd like a harp did hum.Lay down your weary tune, lay down,Lay down the song you strum,And rest yourself 'neath the strength of stringsNo voice can hope to hum.

Sullo stilobate

Sono solo con un cane, come un eremita che medita su una colonna rivolto verso Occidente. Mi piace, mi piace molto. Che strana persona. "E' una vita che aspiro a questo." Meno male. Fatti tuoi. Parlavo del luogo del Santo che si fece Santo. Di come si deve prendere nota del tempo che resta, di una pietra rossa in un pomeriggio di settembre tra le rovine di un tempio.

I turisti ascoltano in coda la guida, prima della rivolta contro Assad, quando il caldo è passato e il giorno concede un riparo ai tombaroli che vendono le loro statuette false per pochi dollari. In Siria o in Giordania il deserto non ha ancora cancellato le costruzioni più alte. Restano in piedi le mura delle chiese senza il tetto, che crolla per primo. Intorno alla colonna c'è tutto un deserto che presto la inghiottirà.

E' come se la terra lievitasse verso il cielo a un ritmo di un metro ogni cento anni e coprisse ovunque le mura e le altre erbe secche con la sabbia e la polvere spinta del vento. La pioggia porta la terra verso altra terra, con la forza di gravità anche le montagne saranno trascinate verso il basso. Ci sono case sepolte dai guard rail anche adesso sulla provinciale per Cinque Grane.

Al momento, dopo la meditazione, mi hanno rubato i gnacchi sotto l'eucalipto. Tutte le mollette da bucato appese alla corda sono scomparse. Ho sospettato un rumeno pastore di pecore di stanza sulla collina. Da quando arrivo' una lavatrice appendo jeans e calzini all'aria aperta sul filo teso tra due ulivi di 10 anni. 

Purtroppo trovare nuove mollette comporta un viaggio di trenta minuti verso il primo supermarket. La prima volta senza mollette il bucato era volato via al vento e la camicia si era presa una strana colorazione dal terriccio. Ho imparato a usare mezzo tappo di detersivo invece di uno intero.

Ci sono uccelli neri a stormi di passaggio verso le coste del Mediterraneo appollaiati sui fili della luce. I jeans appoggiati sul muretto rischiano delle macchie biancastre di escrementi proprio ora che si stanno asciugando al sole bianco. In verità anche le macchie di erba non se ne sono andate del tutto. Ma se devo fare tutto a mano a cosa serve la lavatrice?

giovedì 12 dicembre 2013

Melograno

Dice che le magnolie devono essere in due. Ma come? Una resta sola e non fiorisce mai. Allora dammi una coppia di questi alberi da piantare in inverno nel viale che porta alla fontana e davanti alla casa.
La eco di un motore del Chiatto o del Checco. Heartland in coro di Willie Nelson e oltre la masseria dei Sarracani. Prima di Senzio Romanello dove c'era un elmetto tedesco poi scomparso. Lo voleva il collezionista di guerre professore di pensioni. Che peccato, i tempi e le cose che non si incontrano mai.  Oggi faccio l'agricoltore che pianta il melograno.
What was that You wanted? Tell me again I forgot.
Invece tu cosa era che volevi? Dimmelo di nuovo. L'ho dimenticato.