sabato 31 marzo 2012

Writing on the wall

la casa di mia madre aveva una cucina a legna
con dei cerchi di ferro per lasciare spazio alla pentola
il fuoco era acceso con rami di ulivo o di arancio
per giocare mi davano giornali con attrici in bianco e nero

non sapevo leggere o scrivere quando avevo due anni
stavo in piedi davanti al muro mentre intorno qualcuno cantava
la radio a valvole di nonno Pietro aveva anche il giradischi
un cane ascoltava il suono della voce del padrone

nonna Lucia era a letto in quei giorni e sentivo i lamenti
prendevo dei pezzi di carbonella e facevo dei segni sul muro bianco
finché il muro è diventato pieno di linee rette e di nuvole nere
sono caduto sull'intaglio della porta e il medico mi ha cucito la fronte con una croce

venerdì 30 marzo 2012

Smùkiti l'occhi

Parigi Louvre. In via delle Piramidi dopo il bistrot catalano sono entrato nell'hotel perché i miei poveri piedi non si erano più fermati. La pakistana-affaghistana della portineria ha ammesso subito: - Voulez-la voir avant de decider? Era l'ultimo posto libero, non era neanche una stanza. Per darsi un tono i francesi, che dicono "avec son coulis" parlando della salsa dell'arrosto di bue, mi hanno venduto come "studio" la topaia messa a nuovo per gli ultimi clienti.

Il ragazzo dello Sri Lanka, addetto ai codici, sblocca la porta di accesso dal quinto piano alle scale a chiocciola verso il settimo. Ho perso tre chili in un mese per la dieta dell'angelo delle Terme e passo facile nella strettoia. La stanza a due finestrelle ha almeno la moquette nuova sul blu, il letto dalla scorcia dura e le noccioline tostate nel barattolo di vetro. Invece il bagno lastricato di marmo riporta un lavabo largo 12 centimetri e un sensore elettronico per la ventola permanente dell'aria.

Nel complesso la topaia di colore bianco e blu è silenziosa, la Rue verso piazza Vendome ha i suoi appartamenti eleganti per i privati e i molti uffici. Dal bagno il fruscio della ventola è smorzato dalle ante che si chiudono a libro. Qui in cima a livello dei comignoli si capisce che una sola mano ha deciso di colorare di bianco gesso tutte le facciate e di grigio lamellato i tetti. Le tende sono colorate ma solo di arancione.

Per la sera potrei fare ancora un giro verso le vere piramidi di vetro davanti ai musei ma adesso ho sonno. Il frigo bar spruzza in giro i fumi velenosi del suo motorino, le due porte sono chiuse. Una, però, ha un nastrino sulla chiave e sembra diversa da quella principale. La apro e si sente l'odore di un appartamento vicino con le sue bottiglie di acqua minerale.

L'hotel è collegato con il palazzo a fianco attraverso questa porta di ferro spesso e la lascio aperta. Dall'abbaino del corridoio, tra i calcinacci, entra un'altra aria. C'è un bagno aperto e delle scarpe da donna davanti alla porta, mezzi stivaletti di colore di cuoio e scarpe sportive dai lacci lunghi.

Nella notte dormo su un lato e il braccio si paralizza. Mi sveglio verso le sei, chissà come è finita la partita del Marsiglia. Il Bayer Monaco vinceva uno a zero dopo il primo tempo. Sento dei rumori di passi e bottiglie di plastica schiacciate nel sacchetto. Faccio per chiedere chi è che bussa. In giro per le scale non c'è più nessuno. La mia testa fa male, gli occhi lacrimano e forse qualcuno è entrato a vedere se avevo una valigia di lingotti d'oro.

mercoledì 21 marzo 2012

Kamut a fare

Avevi il profilo di una regina da stampare su moneta, gli occhi scuri a forma di mandorla protetti dalla fronte. Dai polsi sottili agitavi le dita ad indicare qualcosa nell'aria. E le labbra si muovevano per dire le tue parole ad una ad una e non sbagliare.

Ti penso mentre guardo la gente di tutti i marchi e pelature stesa sui sedili dove chiunque si siede. Luci sconnesse dai vetri passano sui marciapiedi del metro. Il formicaio di gente guarda nel vuoto silenzioso tranne la signora uscita brilla dall'aperitivo, che dice alla figlia parole amare.

La ragazza con il grembiule bianco e i capelli raccolti dietro la nuca si ricordava di me. Un'altra più piccola ha parlato degli ingredienti dei piatti. Un paio di gamberi in pastella e una salsa arancione attorno sullo sfondo bianco come fosse l'involtino primavera.

Una sera d'estate ci siamo seduti in cima alle scalinate di pietre verso il campanile del santo. Potevo baciarti e abbracciarti con la scusa che era freddo. Ma la gonna bianca a fiori e le scarpe dal tacco alto sono volati via. Per cadere davanti agli occhi come al rallentatore di battiti del cuore.

Guardo le tue immagini e tu mi scrivi. Resta da stabilire chi dei due ha principiato il pensiero. Ma anche no. Credo di avere la febbre. Passerà. O passerò.

lunedì 5 marzo 2012

Storia dei pelosi

Dopo il tanto parlarsi due persone si incontrano senza conoscersi. In una sera d'estate tra le coppie a passeggio nel lungomare, in una casa vuota sospesa nel vuoto. Con un gatto grigio in un angolo a pensare. Mentre l'altro nero guarda le teste dei vicini dal balcone. Che puntava dall'alto una città sul mare. E le sue luci basse del porto intorno.

Non era come pensavo, era più alta del previsto e le sue mani stringevano come tenaglie, eppure ci siamo amati. Dal collo scoperto e arrossato dal sudore usciva una grande testa e dei capelli mossi e corti. Anche il suo sterno era umido per l'affanno della mente e del cuore. Portava alla bocca una sigaretta accesa per la tensione da sbollire. E dopo una serie di baci restavano dei segni sulle panchine di pietra bianca. 

Dal lato storto della bocca il fumo usciva come cacciato dallo stantuffo di un treno a vapore. Una parte restava dentro, invece, come inghiottito nel nulla. Gli occhi dicevano qualcosa come: - Non toccarmi, potrei farti del male! Lei aveva 35 anni, portava i pantaloni alla zuava e le scarpe basse. Lui aveva gli stessi anni di dieci anni prima e trascinava per l'asfalto sotto una palma un sacco con le rotelle.
- Dove mi porti adesso?
- Dove vuoi.
- Adesso ti fermi in questa piazzola, devo abbracciarti.

giovedì 1 marzo 2012

Ossa dei morti

Nel cimitero del paese gli addetti alle tombe aspettano i familiari dei morti. Per fare spazio sul terreno i vecchi morti vanno spostati nei loculi dove occupano il posto di un pacchetto di zucchero nello scaffale.
They’ll stone you and then say you are brave/ They’ll stone you when you are set down in your grave.

Un uomo dell'est con la tuta bianca scava nella fossa e tira fuori delle ossa, una dentiera e le calze di naylon. Dopo qualche tempo il cadavere deve essere esumato. Non si sa ancora se dopo dodici anni c'è qualcosa di umido. Dalle calze escono dei pezzi di ossa ma vanno prima lacerate. Un tipo con la pala meccanica sposta la terra da una parte, un altro prepara dei moduli da firmare.

La cosa più ossuta che abbiamo è il cranio, dopo il teschio vengono come dei bastoni le ossa delle gambe, infine resta qualche osso ricurvo del costato. Vicino a una pala da giardino in un angolo è rimasta la targhetta con il nome e le date di nascita e di morte. Vincenzina avrebbe compiuto gli anni dopo otto giorni se non fosse mancata in una camera di ospedale. L'addetto ai cimiteri sale sulle scale e rompe i mattoni della tomba di un' altra. Dice - Vi dispiace se fumo?

Ieri a pranzo mangiavo delle ostriche ma una collega un pò gonfia ha detto: - Lo sai che è morto Giovanni? In due giorni se n'è andato per un aneurisma. Oggi anche il cantante di Bologna in tournée è rimasto senza fiato. Gli amici andranno ai funerali, anche quelli che non sono amici. Lucio ha fatto a Sanremo Paf Bum una strana canzone quando la tv spenta sembrava un uovo sodo.

Mi sono seduto su una tomba di granito rosso dando le spalle alla foto di una signora coi riccioli. Ero stanco di stare in piedi a guardare un uomo che chiude altre tombe. La sua sigaretta aveva fatto la cenere, e la cenere non cadeva ancora. In un altro posto a fianco i fiori falsi erano nei vasetti. Invece i ciclamini, detti anche giocolamini parlando in italiano, si erano gelati e sembravano come una parrucca dismessa dopo la scena.