giovedì 29 gennaio 2009

Occhi di S.Lucia

Mia madre ha ringraziato Santa Lucia per i miei occhi
I gioielli che aveva, li ha dati alla Santa per me.
Ha preso i suoi orecchini e quando è passata davanti mi ha preso in braccio
e mi ha fatto andare verso di lei.

Il corteo per le strade andava di sera il tredici dicembre
e scendeva quell’anno dal lato di levante.
Ad ogni tappa sparavano le bombe e poi tiravano
ancora la Santa con i lacci lunghi quanto un blocco di case.

Li aveva indosso gli orecchini d’oro e li ha levati
quando il corteo si è fermato alla quarta traversa.
Mi hanno sollevato sul carro d’oro illuminato
e ho messo gli orecchini nelle mani del maestro di festa.

Che a un certo punto ha gridato alla folla
"Con tutto il cuore! Viva Santa Lucia!"
Il fazzoletto bianco, allora, si è alzato due volte dal braccio
come la vela al vento di una nave in partenza.

Dice che in cucina, lei o la nonna friggeva qualcosa
l'olio bollente è andato in giro e qualcosa mi è venuto addosso.
Non ricordo niente, non è successo niente alla mia vista
e lei ha ringraziato Santa Lucia per questo nel ’58 o nel '59.

mercoledì 21 gennaio 2009

Foto di ponti


Roma, Porta Pia. Ieri mi hai inviato le foto della tua mostra sui ponti. Oggi mi hai chiesto “non hai niente da dirmi?” Le tue foto le conosco da più di venti anni. Gente di spalle che guarda il mare, ombre sui tetti dei palazzi in costruzione. La prima foto con te dentro, invece, era dentro una cornicetta di argento regalo di matrimonio poggiata su un tondo di merletto. Il tavolo era senza sedie come un altare in un soggiorno di una casa di corso Trieste.

Sono contento della tua mostra, vorrei vederti ma sono qui lontano. Le tue foto sono tristi ma profonde, c'è un sentimento di immanenza e di trascendenza. Ma la tua domanda la leggo anche al di fuori di questo. Perciò voglio anche dirti grazie per quanto mi sei stata vicina e per il tempo che siamo stati vicini e per i tuoi capricci di bambina, la tua risata e i tuoi denti bianchi. Avevi le tue scarpe verde acido e un nasino all'insù quando ci siamo parlati in un tappeto di moquette grigio topo.

Oggi è un giorno di pioggia, prima la neve ha rinfrescato l'aria e quando la respiri senti un flusso di idee che parte dal naso fino alla testa. Alla fine di ogni anno e di ogni estate e di ogni incontro si fanno i bilanci, si capisce la distanza tra te e quelle cose e come quelle cose e quelle labbra si ingrandiscono e si colorano di rosso. Spero che tu stia bene, anch'io sto bene come può stare un cavaliere senza scorta. Grazie per avermi baciato in un giorno di estate sulla sabbia. Ti voglio bene.

martedì 20 gennaio 2009

Il mare e il quinto cerchio



Non mi ricordo i particolari, mi ricordo una sensazione
come di un mormorio di un mare che sale e di un'onda insieme sulle orecchie e sul naso
come un'aria di montagna e di un lago specchiato nel gelo dell'acqua e nel calore delle tue braccia

Forse i francesi hanno ragione e il mare è femmina
io non so, invece... è il vento del quinto cerchio. quelle luci, quel calore... quel senso di sicurezza.
quel poter essere tutto se stessi per una persona sola che non ti giudica per tutto quello che sei