mercoledì 29 agosto 2012

Il vento di Mergozzo

Si increspano le acque del lago Maggiore. Il cielo si chiude come un tetto sul cinema all'aperto. Una corrente di piombo scesa da Nord attraversa lo specchio di acqua di fronte al porto. Tra le panchine di ferro le foglie dei platani si ammucchiano per le folate di aria compressa e gli slavi sull'erba si alzano come per controllare gli scafi.

Max ha detto che è il vento di Mergozzo, anche Antonio è d'accordo. Di fronte alla riva si vede uno spiraglio di luce. - Che bello che è! Sembra un miracolo! La ragazza va avanti per un pò caracollando, ha una borsetta dal cordoncino lungo appesa. Si spinge verso un posto dalla facciata giallo intenso ed entra salendo le scale fino al primo piano.

Si sta bene tra i laghi tra le foglie verdi che coprono le strade come un manto. Di solito la fauna delle spiagge è sempre accoppiata, anche tra amici. Ognuno ha il suo da fare con il compagno o la compagna. Ma il tempo è ormai scaduto, la gente prende quel che trova. E' la fine di agosto e il ristorante fa una buona pizza alle verdure.

Si chiude nel pomeriggio l'estate di quest'anno, il giorno prima prendevamo il sole all'Ultima spiaggia. Lei mi ha detto, come in trance - Ho voglia di fare l'amore. Io ho detto - Proprio adesso? - Tutti i giorni nel pomeriggio. Si sono fatte le cinque e mezza e la signora Chinaglia, dietro la sua scrivania, chiede ancora del tempo in città. Poi lei si è sdraiata, io ho russato per dormire meglio.

Quando ho finito di fare la doccia lei era al telefono. Stava riversa sul letto coi gomiti appoggiati alle lenzuola. Parlando con qualcuno e diceva - Stai tranquilla, stanotte tu che fai? Vista da dietro sembrava come una portaerei vista dall'aereo in picchiata. Due triangoli di bianco ravvicinati e poi due zone scure più rotonde.
- Tu come ti chiami?
- Te l'avevo detto già, mi pare.

venerdì 24 agosto 2012

Lilla di colore

Erano le quattro di pomeriggio, la temperatura era arrivata sui 38 gradi con l'80% di umidità. Quasi tutte le finestre e le porte dei palazzi alti almeno sei piani erano chiuse da settimane. Una sirena di appartamento suonava a due tonalità, un'altra macchina parcheggiava a fianco per quanto ci fosse spazio per due Tir poco più avanti.

Ho incrociato gli occhi di un passante ma lui puntava verso un altro punto del selciato. Aveva l'aria di uno che non ha i soldi per partire e andare al mare. Quando le persone sono poche ognuno sente battere il cuore dell'altro nello spazio anche se non lo vede. Da come scorrono i passi si intuisce la paura o la voglia di confidenza.

A un certo punto, nel silenzio, disse: -Andiamo di là... Le pareti della stanza da letto erano lilla di colore, ma sotto il bianco del tetto si disegnava il blu dei portalampada. Il lenzuolo invece era più scuro con le federe agniùtticate fresche. Aveva un reggiseno di pizzo. Io, invece, portavo degli hot pants rosso-neri con la scritta "Uomo".

Lei si è seduta su un lato del letto come per stendersi. Una delle due gambe era rimasta appoggiata al pavimento e la testa era reclinata su un lato. Poteva essere la statua di Persefone o di Giuseppina Boharnais ma la sua mano è andata verso di me e i suoi occhi hanno perso lo sguardo. Fino a che si sono riaperti di un altro colore.

Dalla persiana abbassata entravano i rumori dei passi della gente, delle chiavi dentro il cancelletto dell'ingresso e delle voci dei bambini del piano di sopra. Su un lato del marciapiede la scritta diceva "Elettrauto per auto", il portone era chiuso per ferie. Un ragazzo dell'America centrale prendeva a scendere le scale e una donna lo chiamava sporgendosi dalla soglia.

- Sai di cotone sciùso!
- Come può essere?
- Solo il cotone può essere sciùso

venerdì 10 agosto 2012

Stranezza d'amare

Sono stato insieme a te sotto il tetto di una macchina alla fermata
del tram. I rumori intorno delle onde radio coprivano i passi di chi
correva per le scale o nell'asfalto delle strisce pedonali. Come si
chiama questa fermata non lo so, deve essere quella di un santo o di
una santa. Fuori è tutto un disordine, dentro ci siamo noi.

Nella chiesa coi mosaici sull'acqua le candele erano rosse. Ognuno ha
messo la sua nel trespolo a bruciare, la mano nella mano a spegnere il
fuoco nel catino. Ci siamo tuffati dal trampolino del Cozzi in un
salto mortale senza avvitamento. Non ho ancora perso l'equilibrio, mi
sono perso 10 metri in fondo al colore dei tuoi occhi.

Le tue labbra mi dicevano, chiudi la tenda in questo deserto.
C'era un vento di estate, un sole caldo ad asciugare la pelle. Il
verde delle foglie dei platani andava incontro al bianco delle nuvole e
all'azzurro dell'acqua 
e della piattaforma verso il cielo di agosto. 
Fammi prendere lo zucchero che si scioglie nella coppa del tuo seno.

La tua bocca mi aspetta, non posso farci niente. Le tue mani contro di
me e le mie mani contro di te ad asciugare il sudore e le lacrime. Ti
prenderò e tu mi prenderai all'ombra dei tuoi capelli che volano come
dei fili di erba. La stranezza dell'amore stasera passerà per una
canzone o per gli archi di un'orchestra che suona dentro una radio e
una chiesa, accesa ora per te e per me.