Il suono del ronzio di un moscone nella stanza semi buia mentre fuori è caldo e la gente mangia a tavola e non guida, adesso nel silenzio una fessura di bianco alla parete richiama la calma apparente del giorno nel mezzogiorno. Si mangia e si riposa un pezzo per l'uomo che vuole essere ancora un essere umano e anche sanizzo.
Il solito frastuono dei passeri sotto il tetto che ha una grondaia piena di terra e di pagliuzze ridotte in polvere, qualche corvetto morto nel tentativo di uscire dalle tegole troppo strette ora che è diventato grande e perciò i suoi resti come mummia si aggrovigliano sotto la calce.
Cantano e cinguettano a un ritmo del jazz impuro e contemporaneo, sono la vita che scorre. Ma ho bisogno di dormire una mezzorata, anche se porteranno altra paglia sotto il tetto i miei occhi si richiuderanno al momento che penserò a te con me, a te che sei come uno specchio dell'ideale che si fa reale.