giovedì 22 ottobre 2009

Tangenziale Ovest

Aereo CTA-LIN. Ieri sera guardavo le luci della costa siciliana mentre l'aereo passava sopra le vostre automobili in coda sulle tangenziali. Mentre tutto intorno è buio pesto e spazio immenso di colline e altipiani.
Adesso le luci gialle nei paesi sono geometriche ma diventano una ragnatela quando un centro divora l'altro vicino. Un camper parcheggiato sotto il ponte dell'autostrada se n'è andato in mare, i fiori sfioriscono, camminano le montagne. Ma tutto è già accaduto altre volte a Messina e altrove.

Chissà perchè la gente si ammassa ancora tutta intorno alle città. Quando le cause dell'urbanesimo sono un ricordo. Le industrie non ci sono più a raccogliere ex contadini. Sono anche scomparse le strade polverose e i carretti che rendevano difficili i trasporti. Ma tant'è, i ricchi hanno le ville in campagna, i poveri l'appartamento in città.
Per favore andate via da queste case accatastate sulla spiaggia. Sembrate delle formiche in una topaia. Come se stare vicini tra i lampioni fa sentire meno freddo nella notte. Come se il calore delle mura del vicino di appartamento servisse a riscaldare la vostra solitudine.

Andate via da questi buchi. Con tutto lo spazio che c'è intorno cosa ci state a fare sull'orlo della frana a guardare il muro del palazzo di fronte. Prendetevi un pezzo di terra e ricostruite il tetto della sua casa.

mercoledì 7 ottobre 2009

Pensieri di Mao

Milano-Lecco SS 36. Ho capito che bisogna rassegnarsi, ma fino a un certo punto. Rassegnarsi vuol dire accettare l'idea che le proprie forze sono finite e non infinite. Non rassegnarsi vuol dire continuare a cercare quello che si vuole.

Quando la scrivania è troppo piena di tanti fogli di carta si ha la tentazione di buttare via tutto e si rischia di perdere quanto di buono è nascosto sotto le cose meno importanti. L'alternativa è rivedere ad uno ad uno i diversi fogli, ma ci vuole tanto tempo. E il tempo non c'è più. D'altra parte se non fai niente il caos aumenta, ti senti inadeguato. Quindi dedicati a un foglio alla volta. E dove arrivi, arrivi.

A volte il caso, parente stretto del caos, ti porta dove vuoi andare. A volte invece l'ansia di governare il caos non ti porta da nessuna parte. I paesani dicono: se la fortuna mi vuole vado a letto e dormo. Ho capito che non possiamo fare tutto. Che bisogna scegliere e selezionare. Che il tempo è prezioso e che perciò non bisogna perderlo. Ecco perchè ogni tanto guardare il fiume passare è meglio che corrergli dietro. Qualcuno ha truccato le carte e il gioco della vita lo perdiamo proprio quando pensiamo di avere già vinto.

Lettera dai criceti


Sostiene la lettrice. Posso permettermi di ribadire la mia idea degli abissi psicologici femminili (di matrice patriarcale). Diventiamo - appunto - paternalistiche e diciamo poveretto quando vogliamo darci un tono e non vogliamo darci per vinte o accettare l'idea di essere considerate alla pari con altre.

Vogliamo fare le grandiose magnanime perchè così ci sembra di sembrare più forti (eppure non sono sicura che questa sia prerogativa femminile: tutti giudichiamo per sentirci "al di sopra", "più bravi") ma spesso è solo una specie di mantra da autoconvincimento.

Quei pochi vagamente stabili che mi interessano sono veramente tutti uno diverso dall'altro, tutti a tutto tondo, ognuno con un peso e una forma diversa, non tutti interessanti alla stessa maniera di volta in volta, ma tutti di volta in volta giusti secondo le mie esigenze del momento, ma non faccio mai credere a un uomo di essere l'unico o l'inimitabile in senso assoluto, se non lo è e continuo a rimanere perplessa davanti al bisogno che hanno molti/e di nascondere a se stessi e/o agli altri il loro modo di essere

Dice: non ti voglio fare soffrire, quando è lui a non avere voglia di scegliere. e perchè non dire la verità? quelle, poverette, almeno si regolano. Vedono se gli sta bene. Si possono assumere la responsabilità delle loro scelte e dei loro eventuali errori. se poi uno, per essere corretto, se ne perde qualcuna, pazienza. ce ne sono tante. ma almeno poi si può guardare allo specchio senza farsi venire voglia di sputarcisi dentro in un occhio.

(uhm. no, parlo così perché sono io che non mi potrei guardare in faccia se non fossi corretta. evidentemente questa è una mia sovrastruttura che non è universalmente applicabile. devo prendere nota delle cose ancora da imparare.)


lunedì 5 ottobre 2009

Margherita cotta

Pizzeria Olimpia. La pizza margherita "ben cotta" arriva a destinazione. Lei non capisce se è buona o no. Apre il foglio con l'ultima mail di lui, quella in cui lui si congeda da lei.  Lei è l'ultima amante piantata via mail e lui ora, secondo lei, si meriterebbe una sua bella risposta. E io dico, lascia perdere cosa rispondi a fare.

Lui le dice che soffre nel vederla soffrire, che è comunque meglio chiudere qui. Lei, però, aveva visto le altre mail delle altre sue amanti. Perchè un'amante di lui era entrata nella sua posta riservata. Così adesso l'amante della prima ora l'ha spedita all'amante dell'ultim'ora. E tutte hanno concluso, poverino perchè fa questo.