giovedì 21 agosto 2014

Water melon

Il telefono squillò verso le otto e mezza proprio nel momento del caffè. Professore, disse la voce. Professore dove sei, rispose. Volevo passare per quel discorso, disse la voce. Ti aspetto al primo piano, la porta è aperta.

Il tizio aveva i capelli lucidi e anche la pelle intorno agli occhi era liscia. Il colore dei suoi occhi era marrone. Anche lui aveva gli occhi marroni. Da quando aveva portato la sua merce fino a casa guardava l'auto parcheggiata davanti e poi bussava per avere il suo rendiconto.

Il professore di acque potabili si guardò intorno e posò gli occhi sulla parete alla sua destra. La macchinetta del caffè smise di sbuffare e lui gliene offrì una tazza. Non bevo mai il caffè, disse il professionista seguendo invece le immagini colorate dentro la cornice verde chiaro. Aspettò che si sedesse di fronte e, appoggiandosi sul tavolo con il braccio destro per aiutarsi a reggere il  peso della schiena, lo vide intento ad osservare anche il secondo dei quattro quadretti dalla cornice verde acqua.

Ci fu una breve discussione sull'origine dello zucchero di canna e come fosse diverso da quello bianco a coccio dei sacchi di carta. Santo il professore, però, era interessato alle cinque varietà di angurie illustrate nel disegno sotto vetro. E disse Ma dove sono finiti i cocomeri tappezzati come moquette? Erano cosi grandi e lunghi che arrivavano a due metri. Ne hai visti in giro di semi del melone d'acqua americano?

Nella cucina anni 90 stile rustico c'era un tavolo bianco di legno con una tovaglia verde a quadri piccoli che si intonava perfino con il tappetino ai bordi del lavello. Il caffè fu versato nella tazza di ceramica disegnata a forma di pesce stilizzato e lo zucchero di canna si sciolse dopo lunghi secondi grazie a un cucchiaino di argento dalla forma circolare della grandezza di una ciliegia. Lui spiegò che lo zucchero bianco era raffinato con sostanze nocive. Santo non ne sapeva niente di sostanze nocive nello zucchero bianco. Solo si ricordava di aver visto le radici bianche delle barbabietole mentre la canna era tutta un'altra cosa in rapporto a questa.

Nel vano delle scale era sdraiato il cane nero in attesa di uscire insieme al padrone. Ripassa a fine mese, disse lui. E' stato un mese di tasse e bollette che ci ha lasciato senza un soldo. Santo fece come per alzarsi dalla sedia di fronte. C'era ancora del caffè nella macchinetta e lui ne versò dell'altro aggiungendo ancora mezza dose di zucchero. Asciugò con le labbra il cucchiaino di argento che divenne ancora più chiaro quasi come era nella gelateria di Roma dalle pareti alte come quelle di una chiesa.

Insieme scesero le scale di cemento grezzo ancora senza finitura. In basso su un altro tavolo c'era una vera anguria a strisce verdi irregolari come lische di pesce. Il professore doveva tornare a governare le sue acque irrigue per i giardini di agrumi. Ci vediamo la prossima settimana, dissero insieme.