Si svegliò in un letto in una stanza piena di quadri. La prima cornice, la più importante, era una veduta di Roma, Castel S. Angelo e il ponte sul Tevere del Piranesi. Il disegno in bianco e nero mostrava carrozze del seicento, signori e pastori con pecore lungo il fiume.
Fuori nella strada, dopo un prato di erba alta, si apre una porta e la recinzione di un cimitero di auto. Lo sfasciacarrozze accatasta su tre livelli, e poi su quattro, le varie carcasse fino a coprire alla vista il greto di un fiume. Più avanti un altro cimitero con lapidi di granito o di pietra a fianco di altre in verticale di marmo bianco con fiori falsi e luci accese.
Era sul confine ma non era confinato. Era tornato nella casa di qualcuno che aveva conosciuto bene. Sentiva i loro discorsi e il profumo dei fiori sul vaso, vedeva i gesti in cucina e nel soggiorno. Ora viveva fuori dalla città, viveva in una casa con giardino, viveva per piantare alberi e palme e poi lasciarli ad aspettare fino al prossimo ritorno.