mercoledì 28 dicembre 2011

Una certa Heidi

Lei partiva sul binario per Bologna e le ho fatto un regalo. Un bel libro ancora intatto che parla di due donne ma senza confezione. Ne avevo preso un altro da una cesta ma poi l'ho cambiato perché la copertina era troppo blu.
- E' proprio il libro che cercavo.
- Grazie per questi pacchetti rossi. C'è dentro un salame?

Per la crisi dell'euro alla stazione Centrale di Milano un caffè senza scontrino passa per un euro e venti. Se si resta seduti nel frastuono allora la tariffa sale fino a due euro e mezzo.
- Posso prenderti le mani?
- Mi spieghi come hai fatto ad arrivare fino a qui senza far rumore...

La sua confezione era molto ricca di cose. Ne avevo bisogno perché la crisi ha colpito duro questa volta.
Ho ricevuto una bilancia elettronica a pile con analisi dei grassi superflui. Ma quando sono tornato a casa mi sono accorto di avere un panettone dello scorso anno. Spettava a una persona che non era mai venuta a ritirarlo, forse potevo mandarglielo però fino a casa.

Dentro uno scaffale c'è un mezzo panettone artigianale dei giorni nostri, ha le uvette a vista che sembrano delle olive nere. Un salame di culatello è ancora avvolto nella carta paglia pronto per il taglio. Ma hanno portato anche una maglietta con il lupo Alberto, un vasetto con un alberello da tavolo e un albero più grande con le foglie di pezza.

Sul tavolo ho ritagliato dei pezzi di busta con dei francobolli. Una viene da Francoforte e ha un biglietto di auguri stilato e firmato a mano di una certa Heidi. Ci siamo incontrati per inaugurare un ufficio in centro lo scorso mese di ottobre quando si parlava di vino nuovo. Poi cè un libro avvolto in un foglio di carta di velluto rosso. Potrei aprirlo prima della fine dell'anno prossimo intanto che leggo l'ultimo della Sapienza.

sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale

Ho camminato in punta di piedi per non sentire lo scricchiolio delle scarpe tra le pareti bianche e i pavimenti galleggianti. Il risultato è che zoppico anche dopo un mese, le corse sui marciapiedi del metro non sono servite a riportare le cose al loro posto. Mi ero fatto un regalo comprandole, dovrei ritirarmi da questa battaglia.

Una mattina ho preso i calamari giganti invece delle sarde per stare intorno a un piatto di spaghetti. Si sono accesi i lumini di argento ma tu forse volevi le triglie infarinate e fritte prima di girare le spalle e la schiena nuda piegata verso la finestra.

Mi hai portato una padella anti aderente per le feste e il tuo abito a fiori aveva una cerniera lunga fino ai piedi. Se tu fossi un fiore saresti un fiore di campo bianco, forse un giglio di San Giuseppe per la festa delle Verginelle.  Ho chiuso la bocca con la mia bocca, avevo sete di rabbia e di calore.

I racconti stampati nei fogli sono andati per i tavoli come dei volantini mentre leggevi la Zazzamita tra le voci dei bambini in corsa. Chi aveva preparato la caponata e chi la pasta con le melanzane.

Mi hai regalato un pupazzo dagli occhi a forma di uovo e ti ho raccontato la mia storia. Mi hai chiesto quando torni la prossima volta? Io ti ho detto presto, grazie dei cioccolatini. Ci siamo tenuti in braccio e tu hai preso un altro treno.

Buon Natale.

martedì 20 dicembre 2011

Il fiume tira pietre

Sondaggio del trapezista. Cosa vuol dire: "Non pare ma il fiume tira pietre." ?
E' valida anche la risposta alla domanda di riserva sul significato di:
- Lasciò detto Radica di kiuppu: "Amara pietra ca non pigghia lippu"
Il vincitore ritirerà un premio.

domenica 18 dicembre 2011

Pezzi di crosta

mi piace la piazza del mercato
l'idea di frugare tra le cose in giro
molta piu verità che in tanti posti normali
che frequentiamo tutti i giorni
devi scartare molto
se frantumi una mandorla o una noce
i pezzi di crosta vanno a coprire il seme
e devi prendere quello che hai cercato
cerco un grande amore o un'amicizia
non ho perso la speranza
non cerco nulla
lascio fare al caso

venerdì 16 dicembre 2011

Tocca a me

Ho regalato a Lorenzo un cofanetto di dischi. Aveva 15 anni, tre anni dopo mi ha detto che non mi aveva ancora ringraziato abbastanza. La raccolta di canzoni era uscita nell'85 in un megastore di dischi mentre nei viali della Stazione Termini i binari portavano i pendolari dai colli albani della provincia di Roma.

La mia ragazza aveva abortito un bambino che poteva essere nostro, dopo qualche mese mi avrebbe lasciato per un certo Enzo mentre io la tradivo con una ragazza della New age che ballava sui tetti al tramonto. Ho pensato in questi giorni che prima o poi ci tocca di fare qualcosa per la prima volta. Allora ho preso il disco e ogni mattina riascolto questa canzone.

Up to me (Bob Dylan '74)

Everything went from bad to worse, money never changed a thing
Death kept followin’, trackin’ us down, at least I heard your bluebird sing
Now somebody’s got to show their hand, time is an enemy
I know you’re long gone, I guess it must be up to me

If I’d thought about it I never would’ve done it, I guess I would’ve let it slide
If I’d lived my life by what others were thinkin’, the heart inside me would’ve died
I was just too stubborn to ever be governed by enforced insanity
Someone had to reach for the risin’ star, I guess it was up to me

Oh, the Union Central is pullin’ out and the orchids are in bloom
I’ve only got me one good shirt left and it smells of stale perfume
In fourteen months I’ve only smiled once and I didn’t do it consciously
Somebody’s got to find your trail, I guess it must be up to me

It was like a revelation when you betrayed me with your touch
I’d just about convinced myself that nothin’ had changed that much
The old Rounder in the iron mask slipped me the master key
Somebody had to unlock your heart, he said it was up to me

Well, I watched you slowly disappear down into the officers’ club
I would’ve followed you in the door but I didn’t have a ticket stub
So I waited all night ’til the break of day, hopin’ one of us could get free
When the dawn came over the river bridge, I knew it was up to me

Oh, the only decent thing I did when I worked as a postal clerk
Was to haul your picture down off the wall near the cage where I used to work
Was I a fool or not to try to protect your identity?
You looked a little burned out, my friend, I thought it might be up to me

Well, I met somebody face to face and I had to remove my hat
She’s everything I need and love but I can’t be swayed by that
It frightens me, the awful truth of how sweet life can be
But she ain’t a-gonna make me move, I guess it must be up to me

We heard the Sermon on the Mount and I knew it was too complex
It didn’t amount to anything more than what the broken glass reflects
When you bite off more than you can chew you pay the penalty
Somebody’s got to tell the tale, I guess it must be up to me

Well, Dupree came in pimpin’ tonight to the Thunderbird Café
Crystal wanted to talk to him, I had to look the other way
Well, I just can’t rest without you, love, I need your company
But you ain’t a-gonna cross the line, I guess it must be up to me

There’s a note left in the bottle, you can give it to Estelle
She’s the one you been wond’rin’ about, but there’s really nothin’ much to tell
We both heard voices for a while, now the rest is history
Somebody’s got to cry some tears, I guess it must be up to me

So go on, boys, and play your hands, life is a pantomime
The ringleaders from the county seat say you don’t have all that much time
And the girl with me behind the shades, she ain’t my property
One of us has got to hit the road, I guess it must be up to me

And if we never meet again, baby, remember me
How my lone guitar played sweet for you that old-time melody
And the harmonica around my neck, I blew it for you, free
No one else could play that tune, you know it was up to me

martedì 13 dicembre 2011

Fata

Voglio che tu sia sempre un'idea oltre che una realtà.

Le donne dal colle

Una sera romana in via Cavour la folla di donne passa come un fiume. Ragazze di venti anni con le sacche e i capelli sulle giacche di cuoio scendono dall'Esedra verso i Fori. In ordine sparso un mormorio continuo sale in via dei Serpenti all'angolo.

Le mura della città sono di pietra bianca o del travertino delle cave di Tivoli, le virgole disegnate fanno un'ombra sotto la luce. Alcune svaniscono all'altezza della parte più liscia sfiorata dai viandanti fin dalla fondazione dello Stato.

Sono le dieci della sera a Roma, i negozi sono chiusi e le saracinesche abbassate. Una latteria è ancora aperta come il bar dei souvenir illuminato al neon ma sono scomparse le auto e i motorini. Le donne arrivano dal monte, il colle dell'Esquilino. Ogni sera passano da qui e poi scompaiono nella strada in fondo.

mercoledì 7 dicembre 2011

La scomparsa della bici del verziere

E' a una svolta il mistero della bici d'epoca scomparsa. Il marocchino di piazza XXIV maggio, coinvolto in un giro di droga e prostituzione, ha ceduto l'officina di biciclette e tutto il magazzino. Ora è rinchiuso nel carcere di Genova accusato di malversazione e ruberie. Una fidanzata avrebbe portato alla rovina il giovane con richieste di denaro per migliaia di euro alla settimana.

La bici da verduraio con gomme larghe mancava solo dei freni a bacchetta. Ma per circa un anno e mezzo, prima di scomparire, la presunta mancanza dei pezzi di ricambio giustificava ogni tre mesi il ritardo nella riconsegna. L'officina era infatti insospettabile e ben avviata con lunghe code di clienti. Il precedente gestore titolare della concessione adiacente al mercato comunale era un siciliano di Bronte morto qualche mese dopo il subentro del marocchino e i suoi fratelli.

Rubata a un verduraio nel 1999 la bici di colore nero era passata di mano per poche migliaia di lire. Fino a che nel cortile di uno stabile di via Venini l'ho rimessa a nuovo con tintura, camera d'aria e copertone nonostante Angelo Puzzi. L'inquilino contestava l'utilizzo del cortile, termini di regolamento alla mano. Ma era noto per aver  installato la video camera sul portone di ingresso. Registrava coi suoi occhi il passaggio dei condomini facendo risparmiare sull'acquisto delle cassette VHS. Anche se poi la rapina al terzo piano nessuno l'aveva notata.

Ora una vecchia bici del verziere del tutto simile alla prima è stata avvistata, restaurata e perfetta, nei pressi di un mercato rionale di via Calatafimi della zona della Darsena, la usa il garzone del titolare di un bancone, che è un altro marocchino.

Più di recente ho rinvenuto abbandonate altre due bici. Una la vorrei regalare ma la persona deve ancora imparare a restare sollevata sulla bici. L'altra l'ho promessa a una giornalista proveniente dal triveneto che deve trasferirsi da Milano a Torino. Nel frattempo manca, nel saldo del traffico attrezzi, un lucchetto perché mi hanno regalato solo una catenella di ferro usata.


lunedì 5 dicembre 2011

Vedo da lontano

Quando ero ragazzo vedevo tutto benissimo da vicino e da lontano. Ora per distinguere lo shampoo dalla schiuma doccia ho bisogno degli occhiali. Non vedo più niente, le cose svaniscono. Sulla piattaforma del treno riesco a vedere la fine del marciapiede e il tunnel da lontano, ma non le scritte del telefono o le etichette sui muri. Perfino il viso della persone è sfuocato e me lo immagino, quelle che conosco.

Mentre il tempo passa, la strada davanti si accorcia. Adesso la distanza più lontana si avvicina e si allontanano tutte le altre cose accumulate che saranno sepolte dalla polvere. Potrei fermarmi adesso a guardare il riflesso del finestrino, la gente si guarda intorno e aspetta di salire dalla porta del treno. Scenderò alla prossima stazione quando avrò finito di guardare avanti.

domenica 4 dicembre 2011

Arrivato a mezzanotte

Avila è sempre presa dalle sue traduzioni, vive nel colle davanti alle montagne. Ha dei gatti che vanno e vengono nel cortile di casa e due bambine bionde coi capelli lisci come i suoi. Ogni tanto va in piscina e si immerge nel liquido per non parlare con nessuno. Ora traduce anche la teologia da quando il fidanzato è un pastore. Chris traduce senza pensare di mattina presto. Vive all'incrocio delle strade maestre della città e qualche volta le parla se la vede disponibile. Si accende una luce verde e la saluta dicendole: - Hei, baby girl.

Avila: ciao, come stai
Chris: bene grazie, e tu?
Avila: so und so
Chris: dove sei? ti sento nei paraggi
Avila: piuttosto male, ero nei paraggi ieri
Chris: ecco, lo sentivo
Avila: tornata ieri sera dalle nebbie di Milano
Chris: ho annusato nella nebbia
Avila: appunto...
Chris: the smell of the roses does not remain, ricorre il nostro anniversario in questi giorni
Avila: ah si? vero vero... nebbie...
Chris: da allora non ci siamo visti
Avila: già...
Chris: beh in tutto sono due volte in due anni
Avila: accipicchia! che record!
Chris: quindi sta arrivando il prossimo incontro nel giro di sei mesi secondo i calcoli della statistica interspaziale
Avila: solo che ormai mi sono resa conto di avere una fragilità in fatto di affetti e una capacità di mettermi nei guai, forse la cosa migliore sarebbe farmi eremita da qualche parte. Il mio fidanzato adoratissimo, il buon pastore, mi ha lasciato
Avila: è venuto domenica a Milano "perché stai male e voglio esserti vicino"
Chris: no
Avila: arrivato a mezzanotte, alle due di notte mi ha detto: ti lascio. fantastico!
Chris: la pecora
Avila: il pastore
Chris: si il bel tipo con tanti peli
Chris: con la barba fitta. e dunque? che cosa non gli va bene???
Avila: dice che ero perfetta, il suo ideale, un modo di rapportarmi a lui delizioso, dolcezza a fiumi, eccetera...
ma dice che si "è sforzato di innamorarsi", ma non ci è riuscito, e dunque prima che fosse ancora più doloroso ha deciso di chiudere, non sembra che abbia un'altra e non è successo niente di speciale. bah! un dolore lancinante e sto qui così insomma, per un verso o per l'altro, soffro comunque più o meno allo stesso modo
Chris: sei sempre trafitta dalla spada come la santa, potresti fare la santa, anzi sei una santa
Avila: see, è che io mi impegno
Chris: il problema è questa storia dell'innamoramento
Avila: ci tengo, ci metto energie, amore, dolcezza, appunto, e così vengo ripagata. Ma da questa sta cosa non si esce: perché io SONO così, poi, non so: magari "faccio paura"? ah, ma per lui evidentemente contava. forse ancora non ha capito che non si tratta di quello. in quel senso è giovane, io non sono così giovane: l'ho capito, stavamo bene insieme, facevamo lunghissime conversazioni, cose insieme di vario tipo, boh, che puoi volere di più?
Chris: .mmmm, tu fai paura?
Avila: eh dimmi
Chris: non so come sei quando fai paura?
Avila: magari qualcosa hai notato, che ne so, magari uno crede che io sia un'assetata di sesso, oppure che io sia troppo schietta, che dico cose, anche di me, che possono far paura
Chris: sei un caso interessante, prima o poi ne veniamo a capo
Avila: uff