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La scomparsa della bici del verziere

E' a una svolta il mistero della bici d'epoca scomparsa. Il marocchino di piazza XXIV maggio, coinvolto in un giro di droga e prostituzione, ha ceduto l'officina di biciclette e tutto il magazzino. Ora è rinchiuso nel carcere di Genova accusato di malversazione e ruberie. Una fidanzata avrebbe portato alla rovina il giovane con richieste di denaro per migliaia di euro alla settimana.

La bici da verduraio con gomme larghe mancava solo dei freni a bacchetta. Ma per circa un anno e mezzo, prima di scomparire, la presunta mancanza dei pezzi di ricambio giustificava ogni tre mesi il ritardo nella riconsegna. L'officina era infatti insospettabile e ben avviata con lunghe code di clienti. Il precedente gestore titolare della concessione adiacente al mercato comunale era un siciliano di Bronte morto qualche mese dopo il subentro del marocchino e i suoi fratelli.

Rubata a un verduraio nel 1999 la bici di colore nero era passata di mano per poche migliaia di lire. Fino a che nel cortile di uno stabile di via Venini l'ho rimessa a nuovo con tintura, camera d'aria e copertone nonostante Angelo Puzzi. L'inquilino contestava l'utilizzo del cortile, termini di regolamento alla mano. Ma era noto per aver  installato la video camera sul portone di ingresso. Registrava coi suoi occhi il passaggio dei condomini facendo risparmiare sull'acquisto delle cassette VHS. Anche se poi la rapina al terzo piano nessuno l'aveva notata.

Ora una vecchia bici del verziere del tutto simile alla prima è stata avvistata, restaurata e perfetta, nei pressi di un mercato rionale di via Calatafimi della zona della Darsena, la usa il garzone del titolare di un bancone, che è un altro marocchino.

Più di recente ho rinvenuto abbandonate altre due bici. Una la vorrei regalare ma la persona deve ancora imparare a restare sollevata sulla bici. L'altra l'ho promessa a una giornalista proveniente dal triveneto che deve trasferirsi da Milano a Torino. Nel frattempo manca, nel saldo del traffico attrezzi, un lucchetto perché mi hanno regalato solo una catenella di ferro usata.


Commenti

  1. Saremmo tutti onesti, se tutti a loro volta lo fossero. E' la solita storia, o per lo meno quella di tanti: tu mi derubi e io mi rifaccio su un altro.
    E' tutto un giro... ma finchè si tratta di biciclette..
    Per quanto riguarda il lucchetto, che ormai è diventato un simbolo d'Amore, beh, si potrebbe anche comprare,..almeno quello..!?
    Insomma i "Ladri di biciclette", sembrerebbe, che, alla fine, siano tutti soddisfatti, e soprattutto dei commercianti con elevato senso per gli affari e ancor di più..non a piedi!!

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  2. sensi di colpa per bici rubate? ...ma si, rinvenute abbandonate è tutt'altra cosa.

    RispondiElimina

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