Passa ai contenuti principali

Una certa Heidi

Lei partiva sul binario per Bologna e le ho fatto un regalo. Un bel libro ancora intatto che parla di due donne ma senza confezione. Ne avevo preso un altro da una cesta ma poi l'ho cambiato perché la copertina era troppo blu.
- E' proprio il libro che cercavo.
- Grazie per questi pacchetti rossi. C'è dentro un salame?

Per la crisi dell'euro alla stazione Centrale di Milano un caffè senza scontrino passa per un euro e venti. Se si resta seduti nel frastuono allora la tariffa sale fino a due euro e mezzo.
- Posso prenderti le mani?
- Mi spieghi come hai fatto ad arrivare fino a qui senza far rumore...

La sua confezione era molto ricca di cose. Ne avevo bisogno perché la crisi ha colpito duro questa volta.
Ho ricevuto una bilancia elettronica a pile con analisi dei grassi superflui. Ma quando sono tornato a casa mi sono accorto di avere un panettone dello scorso anno. Spettava a una persona che non era mai venuta a ritirarlo, forse potevo mandarglielo però fino a casa.

Dentro uno scaffale c'è un mezzo panettone artigianale dei giorni nostri, ha le uvette a vista che sembrano delle olive nere. Un salame di culatello è ancora avvolto nella carta paglia pronto per il taglio. Ma hanno portato anche una maglietta con il lupo Alberto, un vasetto con un alberello da tavolo e un albero più grande con le foglie di pezza.

Sul tavolo ho ritagliato dei pezzi di busta con dei francobolli. Una viene da Francoforte e ha un biglietto di auguri stilato e firmato a mano di una certa Heidi. Ci siamo incontrati per inaugurare un ufficio in centro lo scorso mese di ottobre quando si parlava di vino nuovo. Poi cè un libro avvolto in un foglio di carta di velluto rosso. Potrei aprirlo prima della fine dell'anno prossimo intanto che leggo l'ultimo della Sapienza.

Commenti

Post popolari in questo blog

Sostituzione

Scusate ero via. Mi hanno detto metti via. Mi sono detto sono via.  Ecco dunque: la parola di oggi, forse di questo prossimo secolo è: sostituzione. Il ChatGpt, il robot della chat, ti parla come ti parla una persona. Finora tutti gli altri media ti parlavano come una persona ma questa volta è diverso. Molto diverso. Sostituisce tutto, anche una buona parte di te stesso. Certo, prima deve imparare chi sei ma poi ti sostituisce. Comodo non dover più dipendere da questo e quello, e così entri nel gioco della mutazione e della sostituzione. Gli italiani stanno scomparendo e dunque è in corso la sostituzione etnica. Quella di cui parliamo invece è una sostituzione trasversale radicale che riguarda tutti.  Ma vediamo perché si arriva a questa roba terrificante o entusiasmante (nel caso si voglia credere che sostituirà solo la tua parte di cose noiose da fare). Praticamente tutta la tua vita da un po' di tempo sta passando attraverso lo schermo, la tua identità è trasferita nel digi...

Avevo un cuore

Adesso ho quasi tutto, molto più di sempre. Adesso non devo lavorare per vivere, ho abbastanza. Ho anche una casa solo mia, una terra tutta mia. Prima ero nel traffico e vivevo in quattro metri quadrati, ora ho quattro stanze da 120 metri e un terreno di nove mila metri. Ci sono due cani che corrono, tanti alberi piantati e altrettanti da piantare ancora.  Quando avevo la voglia non avevo una lira, adesso ho una lira ma la voglia è passata. No non è passata, ho sempre il senso del dover fare qualcosa per proteggermi aspettando tempi migliori. Invece dovrei semplicemente cercare di fare quello che voglio fare: alzarmi dal letto con un piano per la giornata. Dovrei fare con calma e determinazione quello che è giusto e bello fare. Ma nel frattempo ho dimenticato cosa volevo fare perché l'ho rimandato. Ho sentito di non avere la forza di andare oltre le barriere e le circostanze. Mi sono perso nel groviglio delle rinunce e dei compromessi. Era più urgente la necessità di coprirmi dalle...

Un muro nella testa

- Hai detto che ti chiami Serena, mi ricordo che ti chiami Serena. Non è vero? - No, io sono la Brunella. Avevo immagazzinato l'idea di Serena perché Serena è nome lombardo. Non che questa Brunella fosse bella come la Serena che immaginavo ma per comodità mi ero appoggiato a questa idea per darle un contesto. Per riportarla dentro uno schema notorio.  E così per più di una volta incontrandola nel parco, lei e il suo compagno Fango, pensavo: ecco la Serena. Pensavo, forse non si chiama Serena ma è il nome che più si avvicina all'idea che mi sono fatto del suo nome quella volta che me l'ha detto. Infatti Brunella non era neanche vicina alla Serena postina dei partigiani, che era una bionda bella e forte. Eppure ero quasi sicuro. Serena come la partigiana del film sulla resistenza in Val Padana. Come i protagonisti di Novecento di Bernardo Bertolucci o di Citto Maselli, donne partigiane in aiuto di compagni partigiani. Il popolo buono, il bello della rivoluzione poi estesa dal...