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Vedo da lontano

Quando ero ragazzo vedevo tutto benissimo da vicino e da lontano. Ora per distinguere lo shampoo dalla schiuma doccia ho bisogno degli occhiali. Non vedo più niente, le cose svaniscono. Sulla piattaforma del treno riesco a vedere la fine del marciapiede e il tunnel da lontano, ma non le scritte del telefono o le etichette sui muri. Perfino il viso della persone è sfuocato e me lo immagino, quelle che conosco.

Mentre il tempo passa, la strada davanti si accorcia. Adesso la distanza più lontana si avvicina e si allontanano tutte le altre cose accumulate che saranno sepolte dalla polvere. Potrei fermarmi adesso a guardare il riflesso del finestrino, la gente si guarda intorno e aspetta di salire dalla porta del treno. Scenderò alla prossima stazione quando avrò finito di guardare avanti.

Commenti

  1. La seconda parte si potrebbe interpretare anche con un senso diverso. Il tempo che passa e la strada davanti che si accorcia..i ricordi che svaniscono e vengono seppelliti dalla polvere, se sono di poco conto. Scendere alla prossima stazione, forse per caso? oppure curiosità. Chissà mai, potrebbe essere la stazione giusta! Morale della favola: non è detto che quando si vede peggio non si possa magari vedere meglio.

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  2. Meraviglioso perdere i dettagli vicini per chi coglie bene la visione totale, da lontano... magari si perde l'accenno di una ruga ma non l'espressione che gli occhi danno al volto.
    Chi invece non sopporta di non vedere da vicino rischia di fare degli occhiali un dettaglio necessario, quasi avesse un naso, una bocca, due occhi e gli occhiali.
    Così si perde il senso del tutto, comunque la strada viene troncata, perché per timore che la polvere nasconda le cose accumulate, ci si concentra sulla strada che si avvicina.. e invece là, in fondo, c'è anche il mare, oltre le montagne.
    A volte chi è in grado di vederlo bene, nonostante così lontano, non ne è capace, perché apre gli occhi solo sulle lenti appoggiate sul naso.
    La città fa in modo che sia necessario vedere vicino, ma se a guardare la Pampa ci si toglie gli occhiali, si riesce a sentire il profumo del mare portato dal vento

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  3. Anche se non sono di poco conto, poi si seppelliscono. Un parente morto non è per questo meno importante, per ciascuno, no?

    Un uomo saggio mi disse qualcosa come: "Non esistono persone insignificanti. Ce ne sono più o meno significative per noi."
    Non è una grane verità rivelata, è solo umano.

    Ogni stazione in cui si decide di fermarsi per un po' è giusta, mi pare: se si è pronti a scendere lì e vedere cosa c'è intorno, qualcosa resterà.
    Fosse anche un ricordo da seppellire, o da rielaborare e fare proprio.

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