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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011

L'uomo in ammollo

Sono le dieci e mezza di mattina di un giorno mercuriale. Una mattina che la cassiera sorride, il figlio ti fa il caffè e l'araba del tappeto nel deserto offre un the verde. Alla fermata del Duomo l'uomo in ammollo entra dalla porta. Alto e con gli occhiali, magrissimo, la faccia lunga da musicista jazz, Franco Cerri poteva far finta di nulla e invece è stato gentile. Gli sorrido e lui mi dice buongiorno senza avermi mai visto prima. Lo vedo da almeno 45 anni, era senza occhiali e portava la camicia bianca tapezzata di sugo. Sorrideva dello stesso sorriso di oggi, versava un pò di polvere nell'acqua alta fino al collo e aspettava il risultato. Quando le macchie nere erano scomparse Franco mostrava la camicia asciutta e stirata adagiata sullo sterno. Lui ride e sposta la sua testa verso di me. La gente non lo riconosce. Sembra un angelo con l'impermeabile beige allacciato e la borsa di pelle con la maniglia di pelle. - Quando il prossimo concerto? - Non a Milano....

Il medico sul baratro

Si presenta come fosse qualcuno che balla nel buio, io mi presento come un segnalatore stradale. - tu hai investito in titoli? cioè hai comprato bot, btp, cct o fondi? - solo fondi, non voglio bot italiani - allora sei esperta - non direi, mi informo un pò - possiedi una casa? - certo, per fortuna - hai un mutuo da pagare? - ma sei del fisco ? - no, ti ho dimostrato che stai bene, come te altri milioni di italiani, quindi fai parte della categoria dei risparmiatori che guadagnano e che si lamentano - quello lo sapevo già, grazie... ho anche un lavoro sicuro, guadagno meno certo, come tutti., mica mi lamento, penso che ci lamentiamo perché non condividiamo l'impostazione economico-sociale che ci sta trascinando nel baratro, e perché non abbiamo più nè sogni nè prospettive - ma forse le notizie negative influenzano troppo l'umore, bisogna fare la tara - infatti io non leggo più nessun giornale, preferisco il titolo che compare on line e basta, preferisco non "sap...

In confidenza

Per tanti anni ci siamo dati del lei ed eravamo quasi intimi. Al punto che si parlava di chitarre e di vino in bottiglia da regalare. La salutavo al suo ingresso mentre passava da una stanza all'altra. La chiamavo Grafica del Giovedì perché si palesava quel giorno alle mie spalle. Sorrideva gentile e non parlava con nessuno. Poi si è seduta a un tavolo ed ero io andare da lei, il capo chiedeva gli straordinari e lei obbediva. Per mesi abbiamo aggiornato delle pagine e tanti numeri in colonna. Una rubrica dal titolo coi raggi X era il nostro appuntamento. Lei apriva lo schermo e io guardavo la sua guancia. Lei muoveva il mouse e io guardavo lo schermo. Ora siamo lontani perché si lavora meglio da casa con il cane sotto il tavolo. Non si deve prendere il tram o rientrare la sera tardi. Le cose vanno meglio con le tabelle, le pagine sono diventate più piccole e a colori. Ogni anno d'inverno lavoriamo insieme. Ci regaliamo qualcosa a Natale e abbiamo deciso di rompere il ghiacc...

Ti stavo pensando

Mi fa piacere vederti, ho bisogno dei tuoi baci. Ma non mi chiedere quando andiamo al mare o quando faremo un risotto con i funghi. Ora non posso farci niente, sto camminando sotto il sole. Stanotte qualcuno mi ha colpito al cuore e io la perdonavo, era un sogno. E' impossibile legarsi con te o con un'altra. Non potrei sopportare di lasciarti se devo lasciarti. Non potrei essere abbandonato neanche io da te. Voglio evitare il trauma del distacco, una scena che ripete un abbandono. Qualcuno che se va e che lascia solo qualcun'altro perché ha da fare cose importanti. Un pistolero vestito di nero avanza nel sole e nella sabbia, le case di legno sono vuote. Il vento muove le insegne dei bar e dello store, finché qualcuno gli spara da lontano. Il cappello sulla testa si muove e poi cade. L'uomo a cavallo guarda nel cielo azzurro e i suoi occhi sono coperti dall'ombra, dal nero delle nuvole che si avvicinano. L'acqua fredda non mi gela, scivola via da dove casca...

Pinco Pallino XIV

Beatrice, mia nipote, ha raccolto l'uva con il suo coltellino nero. A momenti lo perdeva come aveva perso la bambola a teatro. Stavolta non piangeva, c'era anche la bimba rumena e i fratelli a portare le casse. Sopra Franco Sancho Panza litigava con Christi per le cure alla pronospera. Sotto Pippa e Nino, seduti a guardare, facevano ogni tanto un cenno con la mano. Osvaldo, venuto dalle montagne dell'Asia, si è portato appresso i cioccolatini di Cuneo con il rhum. La scatola più bella dei bacetti di Fossano è di vimpelle rossa, targata Giuffrida emigrato nelle Langhe. Aveva lo stesso nome il capellone studente di S.Maria di Licodia, il fabbro di ringhiere Nino o il cugino fotografo di Marietta Sciacca. Tra marrikkiti e marrakkiti abbiamo totalizzato sessanta nove casse e mezzo, considerando l'annata poteva andare peggio. A chi gli mancò il legame del frutto e a chi gli occorse un altro danno, tanto che il prezzo è arrivato a un euro e dieci. Verso le due Bonanno ha ...