Passa ai contenuti principali

Il medico sul baratro

Si presenta come fosse qualcuno che balla nel buio, io mi presento come un segnalatore stradale.
- tu hai investito in titoli? cioè hai comprato bot, btp, cct o fondi?
- solo fondi, non voglio bot italiani
- allora sei esperta
- non direi, mi informo un pò
- possiedi una casa?
- certo, per fortuna
- hai un mutuo da pagare?
- ma sei del fisco ?
- no, ti ho dimostrato che stai bene, come te altri milioni di italiani, quindi fai parte della categoria dei risparmiatori che guadagnano e che si lamentano
- quello lo sapevo già, grazie... ho anche un lavoro sicuro, guadagno meno certo, come tutti., mica mi lamento, penso che ci lamentiamo perché non condividiamo l'impostazione economico-sociale che ci sta trascinando nel baratro, e perché non abbiamo più nè sogni nè prospettive
- ma forse le notizie negative influenzano troppo l'umore, bisogna fare la tara
- infatti io non leggo più nessun giornale, preferisco il titolo che compare on line e basta, preferisco non "sapere", che poi in realtà non sai nemmeno quando leggi
- tu sei medico di cosa?
- ospedaliero, ahimè.. lontano dalla pensione, tu lavori da casa?
- a volte si, posso scrivere anche da casa, tutti i giorni lavoro da casa
- che comodità, anche qui però mi va bene, io lavoro vicinissima, un attimo c'è un informatore..
- hai delle foto?
- come faccio a immaginarti?
- tu come pensi?
- sei bionda, occhi verdi, fisico bellissimo
- ma non riesco a immaginare il tuo sguardo, come sei quando parli
- vedi che lo sai
- questo ancora no, ogni persona è unica per il suo modo di essere
- giusto...
- e io non so come sei
- certo le apparenze a volte ingannano
- a volte mi sembra di incontrare sempre lo stesso tipo di persone quando salgo su un metro, ci sono delle categorie di persone che si ripetono mentre ti passano davanti
- certo, perchè non ti intrigano
- per esempio a te cosa intriga?
- una persona sulla mia lunghezza d'onda, con cui si parla, ci si intende, che trovo intelligente e che sento la voglia di rivedere
- sono d'accordo, è la voglia di rivedere che ti fa sentire viva, il desiderio di qualcuno è la voglia di esserci
- no, perché mi fa sentire meglio, nella mia vita sto bene già cosi, mi manca la ciliegina, penso come tutti..un affetto che illumini la tua giornata, che scalda la serata, ecco
- luce e calore, è quello che vorremmo tutti
- esatto, sembra cosi difficile però.. forse sono le fantasie di chi ha l'essenziale, come dicevi tu prima

Commenti

  1. Dai Bot al cuore, un salto in lungo in poche righe.
    Amaramente dobbiamo constatare lo stato attuale delle cose nel nostro bel paese. Tutti noi coinvolti in questo, che definirei uno scempio. I nostri volti sono seri e preoccupati, e fa male, avere la percezione della miseria che incalza. L' escalation alla normalita' e alla stabilita' di un tempo sembra una chimera. Come si fara' a riemergere? E come si fa, ora, a rubare un sorriso alle nostre giornate? Gli occhi puntati sui quotidiani..brividi sulla pelle, ed ecco la nostra mente rapita da pensieri negativi, e il sorriso si perde nuovamente.
    ..Il rimpianto dei tempi passati.. quando si stava peggio ma si stava meglio, frase ancora tipicamente attuale. E nonostante il "progresso" ci ritroviamo a reprimere continuamente rabbia, dolore e angoscia.
    Come si può in quest'inferno a trovare un po' di paradiso? Anche il cuore ha bisogno di libertà, di pace,e di leggerezza.
    Le settimane e i mesi si rincorrono..e dov'è finito il nostro paradiso, fatto non solo di lavoro e di rinunce, ma anche di soddisfazioni, svago e amore armonioso. Difficile reprimere ansie e stress di questa che è la nostra realtà quotidiana. Io ci provo e dei giornali, ora leggo solo le testate e sorrido, speranzosa, nonostante tutto.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Sostituzione

Scusate ero via. Mi hanno detto metti via. Mi sono detto sono via.  Ecco dunque: la parola di oggi, forse di questo prossimo secolo è: sostituzione. Il ChatGpt, il robot della chat, ti parla come ti parla una persona. Finora tutti gli altri media ti parlavano come una persona ma questa volta è diverso. Molto diverso. Sostituisce tutto, anche una buona parte di te stesso. Certo, prima deve imparare chi sei ma poi ti sostituisce. Comodo non dover più dipendere da questo e quello, e così entri nel gioco della mutazione e della sostituzione. Gli italiani stanno scomparendo e dunque è in corso la sostituzione etnica. Quella di cui parliamo invece è una sostituzione trasversale radicale che riguarda tutti.  Ma vediamo perché si arriva a questa roba terrificante o entusiasmante (nel caso si voglia credere che sostituirà solo la tua parte di cose noiose da fare). Praticamente tutta la tua vita da un po' di tempo sta passando attraverso lo schermo, la tua identità è trasferita nel digi...

Avevo un cuore

Adesso ho quasi tutto, molto più di sempre. Adesso non devo lavorare per vivere, ho abbastanza. Ho anche una casa solo mia, una terra tutta mia. Prima ero nel traffico e vivevo in quattro metri quadrati, ora ho quattro stanze da 120 metri e un terreno di nove mila metri. Ci sono due cani che corrono, tanti alberi piantati e altrettanti da piantare ancora.  Quando avevo la voglia non avevo una lira, adesso ho una lira ma la voglia è passata. No non è passata, ho sempre il senso del dover fare qualcosa per proteggermi aspettando tempi migliori. Invece dovrei semplicemente cercare di fare quello che voglio fare: alzarmi dal letto con un piano per la giornata. Dovrei fare con calma e determinazione quello che è giusto e bello fare. Ma nel frattempo ho dimenticato cosa volevo fare perché l'ho rimandato. Ho sentito di non avere la forza di andare oltre le barriere e le circostanze. Mi sono perso nel groviglio delle rinunce e dei compromessi. Era più urgente la necessità di coprirmi dalle...

Un muro nella testa

- Hai detto che ti chiami Serena, mi ricordo che ti chiami Serena. Non è vero? - No, io sono la Brunella. Avevo immagazzinato l'idea di Serena perché Serena è nome lombardo. Non che questa Brunella fosse bella come la Serena che immaginavo ma per comodità mi ero appoggiato a questa idea per darle un contesto. Per riportarla dentro uno schema notorio.  E così per più di una volta incontrandola nel parco, lei e il suo compagno Fango, pensavo: ecco la Serena. Pensavo, forse non si chiama Serena ma è il nome che più si avvicina all'idea che mi sono fatto del suo nome quella volta che me l'ha detto. Infatti Brunella non era neanche vicina alla Serena postina dei partigiani, che era una bionda bella e forte. Eppure ero quasi sicuro. Serena come la partigiana del film sulla resistenza in Val Padana. Come i protagonisti di Novecento di Bernardo Bertolucci o di Citto Maselli, donne partigiane in aiuto di compagni partigiani. Il popolo buono, il bello della rivoluzione poi estesa dal...