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Visualizzazione dei post da 2021

Un muro nella testa

- Hai detto che ti chiami Serena, mi ricordo che ti chiami Serena. Non è vero? - No, io sono la Brunella. Avevo immagazzinato l'idea di Serena perché Serena è nome lombardo. Non che questa Brunella fosse bella come la Serena che immaginavo ma per comodità mi ero appoggiato a questa idea per darle un contesto. Per riportarla dentro uno schema notorio.  E così per più di una volta incontrandola nel parco, lei e il suo compagno Fango, pensavo: ecco la Serena. Pensavo, forse non si chiama Serena ma è il nome che più si avvicina all'idea che mi sono fatto del suo nome quella volta che me l'ha detto. Infatti Brunella non era neanche vicina alla Serena postina dei partigiani, che era una bionda bella e forte. Eppure ero quasi sicuro. Serena come la partigiana del film sulla resistenza in Val Padana. Come i protagonisti di Novecento di Bernardo Bertolucci o di Citto Maselli, donne partigiane in aiuto di compagni partigiani. Il popolo buono, il bello della rivoluzione poi estesa dal...

Uccio e il cinghiale bianco

Arrivò nella casa ai primi di novembre per le prime sessioni di esame all'Università dopo un lungo viaggio. Ma il suo amico Uccio era partito da Catania in moto e, insieme, fecero ingresso nella stanza in fondo. L'appartamento aveva una bella stanza da letto con visione del parco della scuola media dal piano rialzato. Si vedeva bene l'ufficio del Catasto di via Reggio Calabria mentre il nostro ingresso era in via Cremona sulla collinetta di Roma che portava verso piazza Bologna. Quando Uccio se ne andò le chiesi. "Perché si chiama Uccio e non Nuccio". Allora lei disse che il nome vero fosse Sebastiano se non addirittura Alfio. La cosa interessante era però che tra le cassette di musica saltò fuori L'era del Cinghiale Bianco, il secondo o il terzo disco pop di Franco Battiato.  Portava una tuta da magazziniere che poi mi ha prestato un giorno che non trovavo un paio di pantaloni puliti. I capelli castano chiari erano legati dietro la schiena nel periodo in cui ...

Mucciaccio

Era un ragazzo quasi biondo con dei riccioli, senza barba né baffi. Se ne parlava con rispetto ed educazione, era il migliore della squadra avversaria. Quando correva verso la palla sembrava un ballerino o che pestasse delle uova, con le gambe larghe allargate a cancello. Al momento della scena madre, la punizione dal limite, si preparava al tiro tenendo le braccia alte come le ali di un uccello spaventato.    Aveva anche una bella stangata da fuori area. Tirava sull'angolo e il pesante pallone di cuoio deformato scheggiava il palo quadrato fatto di legno. I tifosi lo osannavano al punto che il padre sugli spalti era circondato sempre di gente. Invece i tifosi avversari dicevano che era malato, nel senso che sembrava facesse la sfilata. Come se fosse un damerino, perché loro erano dalla parte degli uomini duri. In una domenica di primavera la gente era vestita da domenica con la giacca. Qualche ragazzo portava i capelli freschi da parrucchiere, con le onde sulla testa come fos...