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Visualizzazione dei post da marzo, 2012

Writing on the wall

la casa di mia madre aveva una cucina a legna con dei cerchi di ferro per lasciare spazio alla pentola il fuoco era acceso con rami di ulivo o di arancio per giocare mi davano giornali con attrici in bianco e nero non sapevo leggere o scrivere quando avevo due anni stavo in piedi davanti al muro mentre intorno qualcuno cantava la radio a valvole di nonno Pietro aveva anche il giradischi un cane ascoltava il suono della voce del padrone nonna Lucia era a letto in quei giorni e sentivo i lamenti prendevo dei pezzi di carbonella e facevo dei segni sul muro bianco finché il muro è diventato pieno di linee rette e di nuvole nere sono caduto sull'intaglio della porta e il medico mi ha cucito la fronte con una croce

Smùkiti l'occhi

Parigi Louvre. In via delle Piramidi dopo il bistrot catalano sono entrato nell'hotel perché i miei poveri piedi non si erano più fermati. La pakistana-affaghistana della portineria ha ammesso subito: - Voulez-la voir avant de decider? Era l'ultimo posto libero, non era neanche una stanza. Per darsi un tono i francesi, che dicono "avec son coulis" parlando della salsa dell'arrosto di bue, mi hanno venduto come "studio" la topaia messa a nuovo per gli ultimi clienti. Il ragazzo dello Sri Lanka, addetto ai codici, sblocca la porta di accesso dal quinto piano alle scale a chiocciola verso il settimo. Ho perso tre chili in un mese per la dieta dell'angelo delle Terme e passo facile nella strettoia. La stanza a due finestrelle ha almeno la moquette nuova sul blu, il letto dalla scorcia dura e le noccioline tostate nel barattolo di vetro. Invece il bagno lastricato di marmo riporta un lavabo largo 12 centimetri e un sensore elettronico per la ventola pe...

Kamut a fare

Avevi il profilo di una regina da stampare su moneta, gli occhi scuri a forma di mandorla protetti dalla fronte. Dai polsi sottili agitavi le dita ad indicare qualcosa nell'aria. E le labbra si muovevano per dire le tue parole ad una ad una e non sbagliare. Ti penso mentre guardo la gente di tutti i marchi e pelature stesa sui sedili dove chiunque si siede. Luci sconnesse dai vetri passano sui marciapiedi del metro. Il formicaio di gente guarda nel vuoto silenzioso tranne la signora uscita brilla dall'aperitivo, che dice alla figlia parole amare. La ragazza con il grembiule bianco e i capelli raccolti dietro la nuca si ricordava di me. Un'altra più piccola ha parlato degli ingredienti dei piatti. Un paio di gamberi in pastella e una salsa arancione attorno sullo sfondo bianco come fosse l'involtino primavera. Una sera d'estate ci siamo seduti in cima alle scalinate di pietre verso il campanile del santo. Potevo baciarti e abbracciarti con la scusa che era fred...

Storia dei pelosi

Dopo il tanto parlarsi due persone si incontrano senza conoscersi. In una sera d'estate tra le coppie a passeggio nel lungomare, in una casa vuota sospesa nel vuoto. Con un gatto grigio in un angolo a pensare. Mentre l'altro nero guarda le teste dei vicini dal balcone. Che puntava dall'alto una città sul mare. E le sue luci basse del porto intorno. Non era come pensavo, era più alta del previsto e le sue mani stringevano come tenaglie, eppure ci siamo amati. Dal collo scoperto e arrossato dal sudore usciva una grande testa e dei capelli mossi e corti. Anche il suo sterno era umido per l'affanno della mente e del cuore. Portava alla bocca una sigaretta accesa per la tensione da sbollire. E dopo una serie di baci restavano dei segni sulle panchine di pietra bianca.  Dal lato storto della bocca il fumo usciva come cacciato dallo stantuffo di un treno a vapore. Una parte restava dentro, invece, come inghiottito nel nulla. Gli occhi dicevano qualcosa come: - Non tocc...

Ossa dei morti

Nel cimitero del paese gli addetti alle tombe aspettano i familiari dei morti. Per fare spazio sul terreno i vecchi morti vanno spostati nei loculi dove occupano il posto di un pacchetto di zucchero nello scaffale. They’ll stone you and then say you are brave/ They’ll stone you when you are set down in your grave. Un uomo dell'est con la tuta bianca scava nella fossa e tira fuori delle ossa, una dentiera e le calze di naylon. Dopo qualche tempo il cadavere deve essere esumato. Non si sa ancora se dopo dodici anni c'è qualcosa di umido. Dalle calze escono dei pezzi di ossa ma vanno prima lacerate. Un tipo con la pala meccanica sposta la terra da una parte, un altro prepara dei moduli da firmare. La cosa più ossuta che abbiamo è il cranio, dopo il teschio vengono come dei bastoni le ossa delle gambe, infine resta qualche osso ricurvo del costato. Vicino a una pala da giardino in un angolo è rimasta la targhetta con il nome e le date di nascita e di morte. Vincenzina avrebbe c...