Milano, Porta Lodovica. Vado al chiosco per un panino con la salamella, piove ma non fa freddo. C'è una tipa dentro con il cappello di pelle da leopardo a forma di coppola. Attorno le macchine schizzano l'acqua addosso ai passanti insieme ai tram che in quell'incrocio ogni tanto fanno un bel frontale che ci scappa il morto. Nessun cliente al chiosco quindi faccio la deviazione, è meglio una zuppa calda e liscia seduti in mezzo ai fighetti dell'università Bocconi?
La tipa del chiosco allora prepara il panino e ci passa un quarto d'ora, nel frattempo mi racconta che è in lotta con i conservanti, non li sopporta, è allergica. In effetti la sua faccia è più vecchia di quanto non dovrebbe, con delle pieghe sul volto, ma sotto il suo cappello di pelle di leopardo va avanti con spatola sulla piastra rovente e cipolle fino alla confezione del panino.
Quello che è pazzesco è che, dice, i conservanti sono dappertutto anche nel pane e nel vino e nell'insalata. Allora io gli dico ma come anche nel pane fresco? E lei dice si, anche nel pane fresco perché in realtà non è più fresco. Il pane senza conservanti è da buttare dopo poche ore. Ma anche quello che stai usando adesso per il panino? Si. E anche i carciofi che gli hanno mandato dalla Puglia i suoi parenti e tutto quello che sta sopra la terra. Si salvano invece patate e cipolle perché crescono sotto terra dove non arriva il fertilizzante o il resto degli antiparassitari.
La cipolla soffritta e i peperoni sulla piastra mandano in giro un odore che è anche un profumo dolce e di fritto. Come di cucina all'aperto, come di pane e panelle nelle strade di Palermo, come davanti allo stadio di San Siro o come nelle piazze secondarie di Bari, di Acireale o di Berlino il giorno della vigilia di Capodanno.
Oggi sono tornato al chiosco ma la ragazza con il cappello di leopardo non c'era. Il chiosco era chiuso sotto la nuova pioggia di oggi. Che era fine e fitta. Che cadeva addosso a chi diceva, io con l'ombrello ho litigato e va in giro con il suo cappello da Mary Poppins. Quest'oggi la ragazza non ha aperto e non so perché non lo ha fatto. Così ho preso la solita strada per andare al bar dei fighetti dove ho chiesto cosa è rimasto. Zuppa di farro con spinaci cucinata dal ristorante biologico in provincia di Como per soli nove euro. Ma ieri ne avevo spesi 5,15 centesimi. Sono proprio taccagno e intollerante.
La cipolla soffritta e i peperoni sulla piastra mandano in giro un odore che è anche un profumo dolce e di fritto. Come di cucina all'aperto, come di pane e panelle nelle strade di Palermo, come davanti allo stadio di San Siro o come nelle piazze secondarie di Bari, di Acireale o di Berlino il giorno della vigilia di Capodanno.
Oggi sono tornato al chiosco ma la ragazza con il cappello di leopardo non c'era. Il chiosco era chiuso sotto la nuova pioggia di oggi. Che era fine e fitta. Che cadeva addosso a chi diceva, io con l'ombrello ho litigato e va in giro con il suo cappello da Mary Poppins. Quest'oggi la ragazza non ha aperto e non so perché non lo ha fatto. Così ho preso la solita strada per andare al bar dei fighetti dove ho chiesto cosa è rimasto. Zuppa di farro con spinaci cucinata dal ristorante biologico in provincia di Como per soli nove euro. Ma ieri ne avevo spesi 5,15 centesimi. Sono proprio taccagno e intollerante.
Il Pane, ma che buona cosa è il Pane, quello fatto in casa, s'intende.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, ogni domenica mattina, quando le persone "normali" si godono il caldo nel proprio giaciglio, io amo sentire il silenzio del mattino, il cinguettio degli uccellini in giardino, lo sbucare dei primi raggi di sole anche d'inverno, il mio stare in solitudine più o meno malinconico a seconda dell'umore,e, impastare il Pane. Sul mio marmo "sacro", posato su di una struttura di legno più vecchia dei miei anni, ridipinta con la mia fantasia un po' selvaggia, verde militare con tutte le tonalità di verde contrastanti, che si sposano perfettamente con il verde del prato intorno. Il mio tavolo di marmo sta lì, fuori da casa, riparato dalle intemperie, e quando piove, è ancora più bello impastare il Pane.
Ogni domenica un sapore diverso: maggiorana, timo, basilico, olive..., in estate, e tutta la gamma di semi in inverno da quelli di lino al grano, farro,sesamo o anice. Farine diverse miscelate, mi danno la possibilità di scatenare la mia fantasia, aspettando, che dal forno, si diffonda il profumo, un profumo caldo e intenso, inconfondibile,che sa di Pane, e che fa della cucina, una vera cucina,come quelle nei ricordi di bambina. Questa è la mia Messa della domenica.
Peccato che il mondo moderno ha dimenticato ormai queste vecchie e sane abitudini. Ormai esiste il "take away", o i surgelati..freddi come le persone di oggi, frettolose, disinteressate, sempre alla ricerca di cose nuove per emozioni veloci, frivole,e che lasciano il vuoto. Tutto ciò che è sano veramente richiede tempo per essere elaborato e poi gustato, lentamente, per apprezzarne il sapore, sapore intenso quale è il sapore del Pane, quello fatto in casa fatto di farina e amore.