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Coimbra di sera

Coimbra, Portugal. A Coimbra il fado si canta anche d'estate, con un mantello nero da pipistrello sulle spalle. Lo ascoltano di sera e lo accompagnano a bocca chiusa le signore ai tavoli del bar del centro. E sussurrano le parole d'amore o stringono gli occhi e le labbra. Il rito finisce come una messa, la gente non si guarda negli occhi nella penombra. Qualcuno ha un fazzoletto al naso per asciugare le lacrime.

Il fado è il canto del desio e della separazione. Le canzoni sono brevi e come il blues hanno una struttura semplice e inossidabile di tre strofette. Poche ma sentite parole accompagnate dalle due chitarre. Ma tutto sta nell'interpretazione, nel come esprimere con la voce e la sua onda nell'aria il senso di vuoto che lascia la perdita di qualcuno o di qualcosa.

Il fado è come un salmo o un gospel. E i portoghesi lo hanno cantato in giro fino a Napoli dove, per riconoscenza, nel '63 Aldo Giuffrè fa cantare Amalia Rodriguez in diretta tv. L'ambasciatrice de Una casa Portuguesa costretta anche a cantare di tutto un folk fino a Sciuri sciuri e Visti na krozza. 

Ognuno piange per i cavoli suoi, ognuno ha un suo motivo per farlo. Il fado fa solo da sgorgatore del pianto mentre la vita passa e se ne va. Ma la malinconia del giorno che finisce è solo una confessione all'aperto prima di un altro giorno di avventure nel mondo.

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