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Albanese spazza il semaforo

All'incrocio con la via di Porta Vigentina e la cerchia dei Bastioni, la città di Milano vanta un presidio importante. E' una donna vestita da uomo che chiede mezzo euro a tutte le auto senza promettere lavaggi di vetri. Di solito piazza sulla siepe le sue borse e poi passeggia lungo i diversi finestrini come una guardia rossa del Cremlino davanti alla tomba di Lenin.

Ma oggi l'albanese del semaforo ha fatto un regalo a tutti i milanesi. Armata di scopa da spazzino, non minaccia i creditori automobilisti. Semplicemente toglie di mezzo i mozziconi di sigaretta, perchè con le ferie l'Amsa va in vacanza e il suo territorio è come un ufficio in disordine già alle undici di mattina.

L'albanese è piccola e magra. Avrà i suoi 50 anni con un solco lungo il viso come una specie di fossato. Chi si ferma al semaforo ha già le scatole girate e in più deve sorbirsi la minaccia universale del senso di colpa per non aver sfamato i suoi poveri familiari. Così la maggior parte si prende i suoi insulti in albanese o riesce a evitare lo sguardo insolente.

L'incasso medio giornaliero stimato è di circa 200 euro al giorno che è ancora poco considerando i giorni di pioggia e le festività. Chi la guarda dal finestrino e non dà nulla riceve l'invito, anzi la minaccia, a versare la moneta per l'indomani. Lei guarda dentro la macchina e certe volte si accontenta anche di una caramella o di una mentina. E poi dice Vaffanculo in albanese.

Una volta stavo mangiando una pesca e gli ho detto se voleva dare un morso. Un'altra volta gli ho dato un cd di un gruppo irlandese. Ma ormai, dopo circa dieci anni di attività, conosce tutte le possibili reazioni e in pochi secondi ti manda a quel paese se capisce che sei il solito tirchio che promette e poi non da mai un tubo di niente. Di certo tutte le mattine lei controlla gli ingressi alla città e chiede conto di quello che fai. Forse è un esattore dell'erario o forse è un angelo ai cancelli dell'Eden.

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