Dormivo sul lato destro abbracciando con il braccio sinistro il cuscino di fronte. Le lenzuola e le ossa si erano prese di freddo dopo le piogge. Non si vedeva neanche il gatto, forse aveva sentito l'odore di terremoto.
Il pavimento e le pareti si sono intrecciate nella stanza mentre il palazzo crollava su un lato. Sono dentro una macchina dell'auto-scontro dei 'ncoccia-'ncoccia o sulla corda di un'altalena appesa all'albero. Il cuore rimbalza come un grafico verso la gola, scappo per le scale e inciampo sulla porta che trema nella notte.
Quando mi fermo, e la terra si ferma, sono in piedi nel buio con una mano fracassata. Esco a sentire le sirene e gli allarmi, la televisione si accende ancora e parla dell'epicentro a Bologna. Non sono io che sognavo di volare con i calcinacci del ferro armato. Un marocchino stava chiudendo una stalla e ora non c'è più nel modenese.
Dopo i calci di rigore la squadra peggiore, con colpo di testa, ha vinto la coppa giocando in casa della squadra migliore. Il pallone è rotondo ed entra in rete per eventi balistici come le foglie morte di Mario Corso. Traiettorie dei pianeti spingono maree e croste terrestri ad incontrarsi sulla nostra scala Richter. Il gatto ha alzato la coda, i miei sogni sono rotolati sotto la trave portante e sono ancora vivo.
Nelle prime ore del giorno le nespole sono gialle perché il giorno di S. Alfio arriva "il suo tempo". A Trecastagni i pellegrini vanno scalzi con la torcia nella notte per la prommisione al Santo dopo il miracolo. Poi di giorno tornano indietro con un mazzo d'aglio e il cappello nuovo per spagliare il frumento nell'aria. Sto ancora tremando per il movimento tettonico delle stelle intorno.
Il pavimento e le pareti si sono intrecciate nella stanza mentre il palazzo crollava su un lato. Sono dentro una macchina dell'auto-scontro dei 'ncoccia-'ncoccia o sulla corda di un'altalena appesa all'albero. Il cuore rimbalza come un grafico verso la gola, scappo per le scale e inciampo sulla porta che trema nella notte.
Quando mi fermo, e la terra si ferma, sono in piedi nel buio con una mano fracassata. Esco a sentire le sirene e gli allarmi, la televisione si accende ancora e parla dell'epicentro a Bologna. Non sono io che sognavo di volare con i calcinacci del ferro armato. Un marocchino stava chiudendo una stalla e ora non c'è più nel modenese.
Dopo i calci di rigore la squadra peggiore, con colpo di testa, ha vinto la coppa giocando in casa della squadra migliore. Il pallone è rotondo ed entra in rete per eventi balistici come le foglie morte di Mario Corso. Traiettorie dei pianeti spingono maree e croste terrestri ad incontrarsi sulla nostra scala Richter. Il gatto ha alzato la coda, i miei sogni sono rotolati sotto la trave portante e sono ancora vivo.
Nelle prime ore del giorno le nespole sono gialle perché il giorno di S. Alfio arriva "il suo tempo". A Trecastagni i pellegrini vanno scalzi con la torcia nella notte per la prommisione al Santo dopo il miracolo. Poi di giorno tornano indietro con un mazzo d'aglio e il cappello nuovo per spagliare il frumento nell'aria. Sto ancora tremando per il movimento tettonico delle stelle intorno.
Mia madre e mia sorella si sono ritrovate per la strada per via delle scosse. Ma erano più lontante di te dall'epicentro, mi sa.
RispondiEliminaPer fortuna, un'altra fetta della famiglia non era in prossimità dell'epicentro come avrebbe potuto.
Dopotutto anche questa terra trema, ogni tanto. Lo sappiamo, e le cose le avvertiamo prima per via di quello che c'è sotto, credo.
L'importante, a questo punto, è che sei vivo e che stai bene.
Un abbraccio di cuore.