Passa ai contenuti principali

Titoli postali

Dopo il crack i clienti soci di quattro banche del centro Italia non hanno visto più un euro dalle obbligazioni, comprate come sicure al 100%. Ora si vedrà chi è stato rapinato e chi si è truffato da solo. Dopo poche settimane accendi la tv e vedi uno spot con altri rapinatori. Peccato che promuove i titoli postali, altre obbligazioni che rendono di più dei soliti Bot.

Si vede una scena del vecchio Far West, ti spezzano le reni a colpi di pistola quando entri nel saloon. Con le obbligazioni protette e garantite delle Poste italiane, invece, sei al sicuro al 100%. Lo dice un tipo con cappellaccio e la barba da bounty killer. Fidati del duro cacciatore di taglie, il profitto passa dalla pistola.

Tutte le banche vendono ai loro clienti dei pezzi di carta che promettono soldi per il futuro. Uno di questi pezzi di carta si chiama obbligazione appunto. La banca incassa il liquido contante dal cliente e si obbliga verso il cliente a restituire altri soldi, più soldi pensa il cliente. Più soldi pensa anche la banca. Perchè la banca compra a poco e vende a tanto, come accade in tutti i commerci.

La fantasia corre nella finanza di cui la banca è espressione popolare. Perciò ora l'obbligazione la chiamano bond per far piacere ai palati raffinati. Ma non è James Bond. Si chiama obbligazione anche il Bot, il buono del Tesoro dello Stato che dopo tre mesi ti dà 100 euro quando tu ne hai pagati 99,9 per esempio.

Ma ora, come sempre, i tempi sono cambiati. I tempi sono ricchi di gente che vuole i tuoi soldi da tutto il mondo e la lingua batte dove il cliente duole. Più soldi vuol dire più concorrenza. Ci sono decine e decine di bond di ogni marca e pelatura. Chi la vende cotta e chi cruda per avere i tuoi soldi. Alla fine ricevi un interesse passati sei mesi o forse 12 e ancora dopo ricevi la proposta di rinnovare il tuo profitto rinnovando la scadenza dell'obbligazione.

Finito un bond ne comincia un'altro, cosa te ne fai dei soldi se non li fai lavorare. Così per anni non rivedrai più il tuo capitale. A meno che decidi di investire su qualcosa che si tocca con le mani. Sennò lo rivedranno i tuoi eredi o qualcun'altro e va bene lo stesso. I soldi fanno soldi. Ma se non li spendi è come non averli. anzi è peggio. Perchè ci perdi anche tanto tempo per pensare. E il tempo è denaro.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Sostituzione

Scusate ero via. Mi hanno detto metti via. Mi sono detto sono via.  Ecco dunque: la parola di oggi, forse di questo prossimo secolo è: sostituzione. Il ChatGpt, il robot della chat, ti parla come ti parla una persona. Finora tutti gli altri media ti parlavano come una persona ma questa volta è diverso. Molto diverso. Sostituisce tutto, anche una buona parte di te stesso. Certo, prima deve imparare chi sei ma poi ti sostituisce. Comodo non dover più dipendere da questo e quello, e così entri nel gioco della mutazione e della sostituzione. Gli italiani stanno scomparendo e dunque è in corso la sostituzione etnica. Quella di cui parliamo invece è una sostituzione trasversale radicale che riguarda tutti.  Ma vediamo perché si arriva a questa roba terrificante o entusiasmante (nel caso si voglia credere che sostituirà solo la tua parte di cose noiose da fare). Praticamente tutta la tua vita da un po' di tempo sta passando attraverso lo schermo, la tua identità è trasferita nel digi...

Avevo un cuore

Adesso ho quasi tutto, molto più di sempre. Adesso non devo lavorare per vivere, ho abbastanza. Ho anche una casa solo mia, una terra tutta mia. Prima ero nel traffico e vivevo in quattro metri quadrati, ora ho quattro stanze da 120 metri e un terreno di nove mila metri. Ci sono due cani che corrono, tanti alberi piantati e altrettanti da piantare ancora.  Quando avevo la voglia non avevo una lira, adesso ho una lira ma la voglia è passata. No non è passata, ho sempre il senso del dover fare qualcosa per proteggermi aspettando tempi migliori. Invece dovrei semplicemente cercare di fare quello che voglio fare: alzarmi dal letto con un piano per la giornata. Dovrei fare con calma e determinazione quello che è giusto e bello fare. Ma nel frattempo ho dimenticato cosa volevo fare perché l'ho rimandato. Ho sentito di non avere la forza di andare oltre le barriere e le circostanze. Mi sono perso nel groviglio delle rinunce e dei compromessi. Era più urgente la necessità di coprirmi dalle...

Un muro nella testa

- Hai detto che ti chiami Serena, mi ricordo che ti chiami Serena. Non è vero? - No, io sono la Brunella. Avevo immagazzinato l'idea di Serena perché Serena è nome lombardo. Non che questa Brunella fosse bella come la Serena che immaginavo ma per comodità mi ero appoggiato a questa idea per darle un contesto. Per riportarla dentro uno schema notorio.  E così per più di una volta incontrandola nel parco, lei e il suo compagno Fango, pensavo: ecco la Serena. Pensavo, forse non si chiama Serena ma è il nome che più si avvicina all'idea che mi sono fatto del suo nome quella volta che me l'ha detto. Infatti Brunella non era neanche vicina alla Serena postina dei partigiani, che era una bionda bella e forte. Eppure ero quasi sicuro. Serena come la partigiana del film sulla resistenza in Val Padana. Come i protagonisti di Novecento di Bernardo Bertolucci o di Citto Maselli, donne partigiane in aiuto di compagni partigiani. Il popolo buono, il bello della rivoluzione poi estesa dal...