venerdì 9 ottobre 2020

La stagione dell'amore

I rapporti tra le persone, le relazioni, sono come gli alberi e le piante che crescono. E ogni anno con le foglie i rami fanno anche i fiori e i frutti. Poi aspettano una stagione e nel frattempo il tronco cresce e si rafforza e i fiori sono sempre più intensi nel profumo. A volte il caso porta i semi da una parte all'altra, e quella parte è sbagliata. Spesso i semi dispersi nella terra arida restano inerti. A volte sotto il deserto o i ghiacciai dopo secoli riappaiono. Se la pianta è forte i frutti arrivano, se la pianta è debole spesso muore. 

I rapporti si avvizziscono come i cespugli che volano a forma di pallone quando l'acqua non basta alle radici. Gli uomini come gli animali formano delle comunità, costruiscono delle coppie. Le coppie servono per recuperare l'altra metà perduta, la motivazione che sta alla base della coppia è il desiderio di crescere e la paura di morire da soli. Così le coppie degli animali e degli uomini formano degli arbusti e dei cespugli o anche dei larici secolari. Formano degli organismi terzi la cui sopravvivenza dipende da due forze che a differenza delle piante non ha un'unico posto dove crescere. 

La pianta della coppia vive fuori dallo spazio e dal tempo usuale. Ma conserva il ritmo delle stagioni e del tempo, perché lo stesso giorno dell'anno, dopo 25 anni o 30 anni succede la stessa cosa. Le due anime si riuniscono o cercano di farlo. I due uccelli cercano il nido, le due piante alzano i rami al cielo. Il cielo non risponde a tutte le piante animate, a tutte le anime che sono radicate in qualche roccia. Ma il respiro di ognuno respira nell'altro allo stesso modo anche se con minore intensità o con diversa prospettiva.

Le cose delle piante sono come le cose delle anime. Le foglie tremano prima di essere tagliate. Come il bestiame sente l'arrivo dello sparo in testa camminando nella corsia della sua morte. Noi ci parliamo ed è come fosse ieri. Chiedo al mio amico qualcosa che solo io e lui sappiamo cosa. E succede adesso come succedeva ai tempi delle nostre serate nel chiarore di una lampada da tavolo. La nostra panta è come un abete. Parlo nel sonno con mia madre e mia madre mi chiede. Il nostro albero è grande come il cielo.

Adesso vogliono dirci che non è il caso di pensare né al passato né al futuro, troppe preoccupazioni rovinano il sogno di felicità. Il pensiero zen del mondo globale dice che è meglio non pensare e godersi il momento. Ma neanche le piante possono farlo, neanche il nostro cuore ce la fa. Dovrebbe smettere di battere per qualcosa che desidera. Dovrebbe finire di soffrire in questa terra. Ma la morte su questa terra non sarà mai l'anticamera della vita.

Come le strade diventano umide e gialle anche il senso dell'animo porta verso lo stesso posto riservato al cuore negli autunni trascorsi. Le foglie cadono oltre la finestra chiusa, la presenza delle persone cade dentro i nostri sogni della siesta di mezzogiorno. Le carezze delle persone care si confondono con le carezze e gli abbracci alle coperte, all'amica a quattro zampe e all'altra amica dalle penne gialle. Che canta solo quando mi vede per dirmi che il suo compagno verde è volato via e non canta più.  

Nessun commento:

Posta un commento