venerdì 27 novembre 2020

Fimmini allicchitati

Il tempo dietro di noi è pieno di cose fatte e infinite cose. Ogni giorno il barile dell'esperienza si riempie di un giorno. Ogni giorno abbiamo un giorno in più di finite cose fatte. Le cose disfatte sono spesso più delle cose fatte e finite. Se guardiamo agli errori del passato dovremmo finire di sperare per il futuro, tanto e tanti sono i progetti e le spinte a realizzare qualcosa che non c'era. 

Le motivazioni di oggi sembrano più piccole di quelle di una volta. Quando eravamo ragazzi speravamo di cambiare il mondo, adesso che il mondo si è rivoltato contro di noi ci difendiamo dal mondo che è diventato ostile. Quello che era un campo da arare è diventato un'arida sterpaglia. 

Però siamo sopravvissuti e questo dovrebbe bastare. Potremmo allora non guardarci più indietro per non restare fulminati. Potremmo sperare di far tesoro dell'esperienza e andare avanti con gioia. Oggi correvo come correvo un tempo, non succedeva da un pò di tempo. Oggi ho fatto un salto sopra lo scalino, oggi posso guardare allo specchio e alzare la luce per vedere meglio.

Essere non si può più di una volta. I discorsi e le discussioni a voce bassa, le grida e i pianti nella sala tra fratello e sorella, le confessioni delle cose intime tra vicini, i lavori di pasticceria per due giorni ai tempi delle feste in casa, la visita ai parenti per le feste, i baci sulle guance degli anziani seduti alla conca, le olive nere cotte nella carbonella di mandorle, i racconti dell'infanzia e dei giochi da ragazzi, i racconti dei tempi di guerra, lo zio Benedetto che racconta i fatti. La nonna Peppina che racconta della Bella dei 7 veli e si raccomanda, quando stai a letto non fare la croce sdraiato al contrario. La sala delle signore sedute con i riccioli e i bigodini sotto la lampada, mentre vado uscendo dal vapore e respiro il profumo di donne allicchitate.

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