La gallina fa l'uovo e il gallo gli brusca il culo. Era adirata, piangeva quasi. E lui non l'ascoltava, anzi rideva. Allora lo crilicava tutto, gliene diceva un pò. E lui per un po' aspettava finché non avesse smesso. Poi ricominciava a scherzare con gli occhi e la bocca. Voleva parlarle ma poi finiva solo per accarezzarle la guancia con la mano ruvida. Non l'accarezzava con le dita, ma solo con il dorso ruvido e ingorssato dal freddo, come se le dovesse darle un pugno. Così lei faceva un gesto e per disprezzo si faceva da parte. O léviti, spicchiti u maccu! Fatti da parte, vati a ripulire le fave secche dalla scorza.
Adesso ho quasi tutto, molto più di sempre. Adesso non devo lavorare per vivere, ho abbastanza. Ho anche una casa solo mia, una terra tutta mia. Prima ero nel traffico e vivevo in quattro metri quadrati, ora ho quattro stanze da 120 metri e un terreno di nove mila metri. Ci sono due cani che corrono, tanti alberi piantati e altrettanti da piantare ancora. Quando avevo la voglia non avevo una lira, adesso ho una lira ma la voglia è passata. No non è passata, ho sempre il senso del dover fare qualcosa per proteggermi aspettando tempi migliori. Invece dovrei semplicemente cercare di fare quello che voglio fare: alzarmi dal letto con un piano per la giornata. Dovrei fare con calma e determinazione quello che è giusto e bello fare. Ma nel frattempo ho dimenticato cosa volevo fare perché l'ho rimandato. Ho sentito di non avere la forza di andare oltre le barriere e le circostanze. Mi sono perso nel groviglio delle rinunce e dei compromessi. Era più urgente la necessità di coprirmi dalle...
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