Le cose andavano talmente bene che voleva fare la rivoluzione. Come San Tommaso deve toccare le ferite altrui e anche le proprie. Mette alla prova, si rimette in gioco, crede solo a quello che sperimenta e cerca il limite.
Viveva in un borgo di gente laboriosa e simpatica ma corre verso la periferia di una metropoli. Sostenuto da una famiglia proprietari abbraccia l'idea dell'esproprio proletario. Per la città indossa i jeans marchiati dalla multinazionale del tabacco, prende il sussidio dagli industriali e organizza assemblee di socialisti.
Per fare il reporter nel mondo si accontenta del giornale di provincia, lo abbandona e si trasferisce nelle stanze della Camera del Lavoro. Prendo gli schiaffi ma non per conto mio, pensava. Fa un master in giornalismo mentre aiuta gli arruffapopolo e finisce per votare i riformisti della politica.
Aspettando di fare l'inviato accetta le pagine di un piccolo giornale di agricoltura e poi di uno di finanza. Rinuncia a tutte le credenze religiose, manda il curriculum e si fa assumere dalla più grande banca cattolica.
Lascia la capitale, si trasferisce nel nord industriale e finanziario, finalmente giornalista per non fare il giornalista. Dopo 30 anni di purgatorio lo mettono al tavolo delle notizie quando ormai è vecchio e stanco. Impara il mestiere, esce dalle prigioni e ora vive per il sè che si è inventato. Scrive dell'amore e dell'odio, canta e suona.
Voleva una famiglia e dei figli, invece vive da solo con un cane. Ha pensato di avere una vita di riserva, come un giunco con la piena del fiume. Crede nella sua vita eterna e lavora per la redenzione.
Commenti
Posta un commento