Milano, palazzo Reale. Ho visto le luci di Peter Greenaway sul Cenacolo di Leonardo. Sulla parete della sala delle Cariatidi l'immagine del volto di San Giovanni si avvicina fino al punto da far volare tutte le tessere di calce e di colore. L'affresco si corrode ma alla fine torna intero ed eterno. Se qualcuno (ma anche qualcosa) mi affascina, per possederla, la trituro, la scompongo fino a vedere tutte le sue parti più intime e poi rimetterle a posto. Faccio lo stesso con le cose. Taglio un'anguria in due grandi parti. La svuoto della polpa e la mangio. Le due coppe vuote della buccia le taglio a pezzetti, via via sempre più piccoli. La poltiglia con il tempo si ricompone (compost) e diventa preziosa o funesta per le piante.
Scusate ero via. Mi hanno detto metti via. Mi sono detto sono via. Ecco dunque: la parola di oggi, forse di questo prossimo secolo è: sostituzione. Il ChatGpt, il robot della chat, ti parla come ti parla una persona. Finora tutti gli altri media ti parlavano come una persona ma questa volta è diverso. Molto diverso. Sostituisce tutto, anche una buona parte di te stesso. Certo, prima deve imparare chi sei ma poi ti sostituisce. Comodo non dover più dipendere da questo e quello, e così entri nel gioco della mutazione e della sostituzione. Gli italiani stanno scomparendo e dunque è in corso la sostituzione etnica. Quella di cui parliamo invece è una sostituzione trasversale radicale che riguarda tutti. Ma vediamo perché si arriva a questa roba terrificante o entusiasmante (nel caso si voglia credere che sostituirà solo la tua parte di cose noiose da fare). Praticamente tutta la tua vita da un po' di tempo sta passando attraverso lo schermo, la tua identità è trasferita nel digi...
All’azione del bambino che deve rompere per carpire l’anima delle cose, frammista al materialismo del tutto si trasforma, nulla si distrugge, preferisco il colpo d’occhio (o d’orecchio, di gusto, di tatto, di naso, di propriocezione – perché i sensi sono almeno 6 e non 5) capace di incenerire la mente e portare e-mozione. Così nel colore che Greenaway disintegra in microesplosioni, pur richiamando il forte degrado dell’opera dovuto alla tecnica usata dallo stesso Leonardo, mi ha colpito la capacità di dare vita, anche solo per un attimo, alla magia delle stelle. Per poi tornare là come prima, come niente fosse accaduto. Mi piacciono questi momenti di eternità in cui dopo lo scompiglio ogni cosa torna al suo posto, da sola. Anche se, nei giorni, inseguo gli sprazzi subitanei delle stelle.
RispondiEliminaP.S. Una piccola prova. Chiudi gli occhi, lì dove sei, e solleva un braccio davanti a te. Poi riportalo lungo il corpo. Con cosa hai avvertito lo spostamento dell’arto nello spazio? E voilà, ecco il sesto sesto, quello della propriocezione, dato dai ricettori presenti nei nostri muscoli e nelle nostre articolazioni. Un sesto senso molto fisico, per nulla telepatico.
La Cena di Leonardo-Greenaway è viva e messa in scena. Il volto del S.Giovanni-Mona Lisa è il volto di una fanciulla bellssima. Che sta scomparendo e che ogni giorno ci racconta quanto tempo è passato e passerà.
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