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Visualizzazione dei post da luglio, 2010

Sing a song for me

Come suono? Non so suonare. Prendo la chitarra acustica e suono. Non ci capisco niente di bemolle e di scale. Non so leggere la musica. Però le canzoni nella stanza e nelle strade le ho sempre sentite. In questo periodo suono Hollis Brown. Parla di un povero negro del Sud Dakota. Ma ha una melodia antica e diabolica che funziona sempre. Sono due accordi. Mi minore e Do. Quindi più che altro devo essere intonato, ricordarmi le parole e dare il tempo giusto. Oppure mi esercito con l'arpeggio per Dont think twice, it's all right che ha una progressione fantastica. Mi piace anche il giro di Non è Francesca e I wish You were Here. Adesso che ho imparato a suonare qualcosa non ho piu tanto tempo per suonare. Mentre quando avevo il tempo di suonare perdevo tempo ad accordare la chitarra e mi restavano dieci minuti per provare. Il regalo che cambia la vita me lo ha fatto Andrea, un accordatore che da le indicazioni giuste quanto tiri la corda da una parte o dall'altra. Risparmi...

Food designer

St. Moritz.  Ci troviamo a tavola in quattro o cinque. Lui beve sempre vino rosè di marca e mangia solo tonno rosso. Lei si presenta in ritardo magra e dal collo allungato. Poi ci sono altri commensali di contorno tipo uno che fa le battute a gettone e si sbrodola la camicia.  Ora se hai bisogno di una cena particolare? Di quelle con tanti manager allupati da tenere in un luogo sconosciuto. Oppure di signore per bene a caccia di professionisti. Allora chiama la tua food designer. Una che va deep sull'insalata di crostacei. Porta sul seno le coppette di pelliccia fru fru nere nere. Ma è così calibrata sulle tue esigenze che ti spara domande a raffica del tipo: E tu cosa hai preso oggi a pranzo sulla terrazza del Paradiso? Io non mi ricordo veramente. Posso assaggiarti questa creme brulé? Ha un'aria che sa di buono. La food designer intervista gli chef per una radio tutte le mattine di un giorno della settimana e va in replica delle 16,45 alle. Ma adesso non ha importanza. La...

Zazzamita blues

In un pomeriggio di giugno, dietro al sole al tramonto, sono tornato a Franchetto. Dopo la barra, verso l’eucalipto, i passeri sono scappati via. Lasciando nei nidi, al rumore dei miei passi, le piccole ali a frullare. Anche un predatore, un’aquila o uno sparviero con due metri di ali, è volato verso il piccolo canneto e le rane. Di traverso sulla panchina di ghisa i braccioli lasciano i segni sulla schiena se, anche adesso, mi sdraio come per dormire. Alle spalle c'è il muro della casa, grigio per la calce e il cemento. Sul muro il geco e la geca aspettano i loro moschini invisibili. Uno dei gechi, che qui è femmina e si chiama zazzamita, si attacca alla schiena da sotto la camicia e non va via. Finchè, camminando verso il rumore della caffettiera, non lo prendo tra le dita e lo riporto fuori. Nella testa ho un sonno che potrei dormire per giorni interi. Il sole ha asciugato la terra e il vento arriva ora a rinfrescare la memoria. Ho chiuso gli occhi e ho dormito per alcuni...

Intervista al guru

Ginevra. I moltiplicatori di soldi a palate si vestono di abiti e cravatte. Come li vedi da lontano pensi subito, ecco la parvenza della bisca organizzata. La ragazza che porta il caffè assomiglia alla principessa Sissy di Austria assassinata proprio qui di fronte sulla passeggiata principale di Ginevra. Potrebbe fermarsi a parlare se solo si potesse rompere la procedura rigida del benvenuto: gradiscono un caffè? Si, grazie. E dell'acqua gasata per favore. Che più ne bevi e più hai sete tanto è dura e opaca questa di Evian. Il mondo degli affari? La risposta del banchiere è sempre la stessa. Siamo moderatamente ottimisti. Oggi ci piace il titolo di questa ferrovia canadese. Percorre l'America in lungo e in largo e non fa fermate intermedie. I governi faranno i tagli? Speriamo che l'Euro affondi al più presto e non se ne parla più. I vostri soldi dateceli tutti, li teniamo qui insieme ai lingotti d'oro che pesano molto. A portarli c'è sempre qualcuno di braccia fo...

Soli nell'universo

Correvo in bici verso l'appuntamento con un paio delle mie mutande in tasca, cacciato da casa per ruberie e menzogne. Arrivato al chiosco ordino due caffè a portar via e una brioche con la crema, per me e per lei, segata in mezzo per evitare di lasciarne un pezzo senza crema. Ma l'incontro con la specialista in affari di cuore non era fissato per quel giorno e il campanello squilla senza risultato. Allora sto per uscire ma, fatto il secondo gradino, si apre la porta nel buio e salta fuori una tipa alta ma con ampia scollatura. Che dice: "Oggi non c'è nessuno." Allora, con i bicchieri di plastica tappati dalla plastica in mano, dico: "Ti posso offrire un caffè visto che l'ho portato? Almeno lo beviamo insieme se ti va." E lei dice: "Grazie, la brioche però no. Ho già fatto colazione." Così parliamo del più e del meno seduti al tavolo delle riunioni. Lei parla di pubblicità, io parlo di newsletter. Alla fine raccolgo le briciole sparse dell...