Verso notte salta dal tavolo da pranzo alla piattaia. Vola per un metro e mezzo, nel silenzio degli astanti come un trapezista, e si aggrappa al cornicione di legno. Il tuffo alla rovescia termina dove il mobile coloniale indiano del secolo XX disegna un adorno a foglia. Qualche volta fa uno scatto ancora, più leggero perché si è aggrappato solo con le zampe anteriori. Il gatto Rundfunk dorme sul trespolo africano a forma di sgabello oppure sul mobiletto rosso di Kartell e sembra lesso. Qualche secondo prima dell'impresa ordinaria, adocchia lo spigolo del mobile, lo annusa ed esegue una prova. Poi si guarda intorno con distacco da aristocratico ed esplode le zampe posteriori per il balzo verso l'alto. Rundfunk deve il suo nome al rombo continuo delle fusa ma anche al russare scomposto di chi viene svegliato nel sogno. Di più, però, è così detto per ricordare un'ospite casuale tedesca, amica di un'ospite fisso italiano. Lei aveva un nome neanche difficile da ricordar...
Lettere, blues e notizie dall'interno