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Visualizzazione dei post da agosto, 2011

Maglietta da wind surf

L'araba delle tende con il the verde e il tappeto sul deserto, al sorriso, gonfia la bocca verso un lato. Un dente incisivo sale sopra un altro fino alla gengiva, sorride come una bambina a bere l'aranciata. Mi guarda da sopra le mani giunte, la nomade dagli occhi tondi. Uno si apre uno quando l'altro scende sul bicchiere tra le dita. Parla di un lavoro per uno stilista, dei mobili per la vetrina e di una strada piena di lusso e vuota di persone. Per sentirmi a mio agio, dico un gran bene del ristorante Gold di Dolce & Gabbana. Ho appena comprato uno scolapiatti di acciaio inox in una bancarella di roba difettosa. Portavo un pantalone corto e una maglietta da wind surf che mi aveva regalato la zia Waller. Lei aveva deciso di sedurmi da come mi guardava. Non si sentiva il suo odore e la consistenza della pelle. Sembrava, però, che volesse andare ovunque fosse pur di andare. Infatti quando abbiamo scelto la bevanda ci siamo accordati sul ghiaccio da aggiungere e le co...

Profumo di intenso

Vorrei baciarmi da solo ma non posso. Da quando ho scoperto il profumo per uomo sono diventato un dipendente. La mattina faccio la doccia, guardo il contenuto della bottiglietta gialla, poi scelgo quella arancione. Cospargo il petto, spruzzo verso i fianchi e poi dalla camicia sale il profumo della pelle. Il caldo amplifica gli odori, tanto che ora fa quasi male la testa di quanto è intenso l'Ambra di Oriente in confezione nera. Avevo deciso di diventare stilista e ristoratore oltre che fotografo e domatore di tigri. Di conseguenza ho brevettato il primo marchio, senza contare il Profumo di Intenso uscito fuori proprio stasera facendo i titoli. Il nuovo marchio di marca, infatti, è Sciàuro di Puppo, un profumo che può anche diventare una linea di abiti, di borsette e di altre cose che ancora non so di preciso. Lo decideranno quelli del marketing operativo. L'aroma del Sciàuro di Puppo è molto intenso al passaggio davanti casa della persona che lo indossa. Un profumo della lin...

Fili neri

Vedevo solo i capelli, una cuffia di fili allisciati, un caschetto nero come quello di Satanik. Quando cercavo di spostarli verso la nuca altri fili neri ricadevano in avanti. La sua testa girava sull'asse e poi tornava indietro ma non mi guardava mai. Il volto era invisibile, era nascosta la fronte, gli occhi e il mento. Solo una serie di capelli sottili sordi al tatto, forse una parrucca, cadevano a coprire. Come una tenda per le mosche o le zanzare appesa alla porta di un cortile per l'estate quando di giorno il sole acceca e la casa dentro le pareti resta fresca. La tenda di fili plastica si muove e l'aria passa da una stanza all'altra, sui tappeti stesi sul pavimento con i giochi da bambina. I giornali a fumetti sono sparsi per il soggiorno, leggo una storia di pirati e furfanti mentre i suoni dalla cucina o un canto di donna portano per noi della frutta fresca, le ciliegie o le pesche. La sua canzone vola tra le stanze, parla di un colomba o di soldati che vince...

Street journal

Lei è piccola come una cavalletta in piedi con la borsetta, aspetta davanti alla porta con un vestito blu raso di lamé e le scarpe nere di vernice col tacco. Il marciapiede è stretto e anche la strada, mentre le auto sono larghe come un bus lanciato nelle autostrade della prateria. Ogni tanto un sanpietrino scoppola via dalla sua sede, gli altri sono lucidi e neri, e quando arrivano gli operai con la tuta arancione a ripararli non sanno più come conficcarli nella terra. Ci vuole la sabbia, l'acqua e la subbia. Ma è più pratico incementarli, anche se poi il bianco della calce rovina il manto di velluto della pietra al riflesso delle lampade. Sono tristi i passanti che vanno dal droghiere a comprare gli gnocchi. Sono soli, grigi e beige nelle pieghe della camicia. Costretti a scendere il gradino se incrociano purtroppo il vicino senza salutarlo, passano le ore ad aspettare il commesso della banca o il tram che li porta via da qualche parte della città. Da una finestra più avant...