L'araba delle tende con il the verde e il tappeto sul deserto, al sorriso, gonfia la bocca verso un lato. Un dente incisivo sale sopra un altro fino alla gengiva, sorride come una bambina a bere l'aranciata. Mi guarda da sopra le mani giunte, la nomade dagli occhi tondi. Uno si apre uno quando l'altro scende sul bicchiere tra le dita. Parla di un lavoro per uno stilista, dei mobili per la vetrina e di una strada piena di lusso e vuota di persone. Per sentirmi a mio agio, dico un gran bene del ristorante Gold di Dolce & Gabbana. Ho appena comprato uno scolapiatti di acciaio inox in una bancarella di roba difettosa. Portavo un pantalone corto e una maglietta da wind surf che mi aveva regalato la zia Waller. Lei aveva deciso di sedurmi da come mi guardava. Non si sentiva il suo odore e la consistenza della pelle. Sembrava, però, che volesse andare ovunque fosse pur di andare. Infatti quando abbiamo scelto la bevanda ci siamo accordati sul ghiaccio da aggiungere e le co...
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