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Maglietta da wind surf

L'araba delle tende con il the verde e il tappeto sul deserto, al sorriso, gonfia la bocca verso un lato. Un dente incisivo sale sopra un altro fino alla gengiva, sorride come una bambina a bere l'aranciata. Mi guarda da sopra le mani giunte, la nomade dagli occhi tondi. Uno si apre uno quando l'altro scende sul bicchiere tra le dita.

Parla di un lavoro per uno stilista, dei mobili per la vetrina e di una strada piena di lusso e vuota di persone. Per sentirmi a mio agio, dico un gran bene del ristorante Gold di Dolce & Gabbana. Ho appena comprato uno scolapiatti di acciaio inox in una bancarella di roba difettosa.

Portavo un pantalone corto e una maglietta da wind surf che mi aveva regalato la zia Waller. Lei aveva deciso di sedurmi da come mi guardava. Non si sentiva il suo odore e la consistenza della pelle. Sembrava, però, che volesse andare ovunque fosse pur di andare. Infatti quando abbiamo scelto la bevanda ci siamo accordati sul ghiaccio da aggiungere e le cose hanno cominciato a prendere il verso giusto.
- I tuoi polsi sono bianchissimi.
- Dipende solo dal fatto che in spiaggia resto sotto la tenda.

Senonché il ghiaccio è arrivato solo nel mio bicchiere forse a causa di una gelosia della cassiera cinese. Che era bellissima, le labbra grandi e gli occhi neri. D'altra parte mi ero già invaghito di una barista in un'altra parte della città e c'è un limite a tutto. L'arredatrice del lusso, allora, si alza e va a chiedere il ghiaccio dentro il suo bicchiere. Ora e subito al bancone. Era di origine magrebina, si è scoperto, e si capiva per il colore nero delle labbra. Da piccola aveva girato le Alpi di Trento, ora gli è rimasta da fare una casa a Petralia comprese le scale.

Con la scusa del colore delle falangi le ho stretto le mani, una vecchia tecnica delle feste in casa degli anni settanta, e accarezzato l'interno del palmo. Le dita di Monica si sono aperte verso di me, le righe delle linee di una mano erano simili alle mie. Anche i polsi e le vene dell'interno braccio.
- Che giorno sei nata?
- Il 13 settembre. Perchè?
- Adoro le ragazze nate da marzo a ottobre.

Purtroppo si era fatto tardi e mi aspettavano per una riunione di condominio. Avevamo cinque minuti e lei doveva ancora comprare il giornale all'edicola. Il suo abito aveva una specie di spacco come fosse una danzatrice del ventre.
- Sali in macchina allora, ti accompagno
- Che gentile, mi hai aperto lo sportello.
- Non sono gentile, volevo baciarti seduto accanto a te.

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