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Sera con l'archetto

Sotto la veranda attorno al tavolo ci sono una decina di persone comprese le coppie di motoristi dell'ultima ora, un belga single, i vicini di casale due signori uno italiano, due che vengono da Clermont più i quattro dell'Harley Davidson. Questa sera arriva un tipo con l'archetto e, una volta finito di mangiare il salame il patè e il formaggio, noi che eravamo quasi vegani, apre una specie di grande valigetta astuccio ed esegue il suo repertorio di musiche sul genere celtico occitano sfiorando una specie di sega pieghevole ma senza denti.

 Io cerco di seguirlo in tonalità di La minore con la chitarra ma lui va avanti con degli accordi impossibili finché gli altri un pò stufi mi costringono a suonare qualcosa da solo e allora intono Bella Ciao, un hit globale nel frattempo. Lo strumentista ha le basette bianche, i suoi occhi sono un pò tristi ma sereni. Avrà una settantina di anni come la moglie che è magra come lui. Indossa una camicia a quadri del tipo azzurrino a righe. Il suono dell'archetto sfregato sulla lama della sega si muove come un'onda lunga della campanella di scuola.

A un certo punto mi invita a provare, muovo su e giù l'archetto sulla lama senza alcun risultato tranne un sibilo quando mi spinge il gomito per chiudere l'esperienza. Dico grazie e lui dice di niente. Prendo coraggio con la chitarra e improvviso il repertorio folk italo blues anni sessanta. Fino a We Shall Overcome tutto in versione ridotta. Sono tutti gentili gli amici di Christian, hanno l'aria di chi ha capito che qualcuno vuole annegarci e dividerci e farci del male. Invece noi resistiamo alle tempeste e camminiamo dritti verso la pace dei sensi.

Il padrone di casa, invece, ha il naso lungo come il presidente De Gaulle o il regista e attore Tati. Di profilo assomiglia ad almeno un milione di francesi alti sul metro e ottanta. In più ha anche un paio di baffi neri con macchie bianche. Si chiama Christian, marito di Marie-Lise insegnante dagli occhi da marmotta, e non sta fermo un momento, ha sempre qualcosa da fare in fretta. Se hai bisogno lui è sorridente e disponibile, fresco come una rosa pronto a dare risposte esaurienti. Ma appena ti distrai e giri le spalle per guardarti intorno lui sparisce come un coniglio dietro le frasche.

Per favore, gli dico, si può avere una indicazione per andare verso Sud sulla costa? Lui rientra in casa dal patio dove eravamo e torna con una vecchia cartina stradale. La puoi tenere, mi dice. Portala via con te. Apriamo insieme la mappa, è vero mancano gli aggiornamenti sulle ultime autostrade. Ma non importa. Per la zona dei vigneti e delle cantine dell'Aube si passa dalla statale. E anche verso Roussilllon e Perpignan fino ad Argeles sur Mer.

Allora andate a Collioure, dice un amico della gang internazionale delle moto HD che passa in quel momento. La sua compagna dai capelli melanzana mangia uno yogurt per dimagrire, saluta con affetto e poi vanno per il giro dei villaggi medievali nei dintorni di Albi. Altri passano a fare un bagnetto nella piscina.

Domani sera non ci siamo, andiamo alla chiusura del festival Pause Guitar. In un pomeriggio di sole caldo, sotto gli alberi e seduti ai tavoli di legno, aspettiamo le esibizioni di una marocchina naturalizzata e di un francese agitatore di folle che corre in mezzo ai chioschi prima di sentire e vedere sua Santità, il ragazzo che inventò il folk rock dopo il rock and roll.

Stasera il trovatore incrocia le strade dello Zingaro, la sua festa è arrivata come ogni anno. Il colle prima dei monti Pirenei ha una tomba da qualche parte. Lui, Bobby, stasera cambia programma, La scaletta dei pezzi a un certo punto prende una direzione, basta con i pezzi noiosi di Tempest, via con Visions of Johanna e Desolation Row. Ho fatto mille miglia solo per questo.

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