Una sera d'inverno arrivò un ragazzo. Aveva il fisico di un astronauta in formato ridotto, soffiava con un lato della bocca sui capelli per spostarli dagli occhi. Che sei venuto a fare a Roma? Faccio dei quadri ma sono specializzato in massaggi terapeutici, sai cos'è lo Shatzu? Non aveva idea di dove andare e nel giro di poco si trasferì in una stanza piccola ma riscaldata. Diceva di chiamarsi Nicola, pittore. Ma dopo qualche giorno disse che era esperto anche di crio terapia, la terapia del freddo, e che studiava in psico stregonerie.
Fece un disegno e poi un altro ancora in bianco e nero. Prendeva le mie foto e faceva degli schizzi con un carboncino. Per qualche tempo ci siamo piaciuti, finché una mattina disse di aver trovato casa e lavoro. Fece un disegno del mio profilo vicino a un altro profilo. La mia stanza era piena di colori e pennelli, c'era aria di pastello e di rivelazioni dopo l'aria della rivoluzione.
Nelle piazze e nelle strade i cortei di operai e impiegati contro il blocco della scala mobile, i funerali di Enrico il capo del partito dei lavoratori. La sera prendevamo il gelato alla Industria del Gelato di Piazza Vittorio, ancora ho un cucchiaino di argento massiccio dalla forma rotonda. Stava cercando qualcosa che avevo cominciato a cercare qualche anno prima, perciò davo una mano a lui ma anche a me.
Quando il pittore voleva qualcosa la voleva subito. Intuiva e parlava la mia lingua della strada e dei ragazzi di strada, lo stesso modo di guardare dentro certe cose. Ci siamo piaciuti e poi ci siamo persi, chissà bene perché. Era un momento delle nostre vite, era la nostra vita in un istante rubato. Con un nome così è difficile scordarlo, anche perché mi deve un quadro con trapezista che vola verso un altro trapezista.
Fece un disegno e poi un altro ancora in bianco e nero. Prendeva le mie foto e faceva degli schizzi con un carboncino. Per qualche tempo ci siamo piaciuti, finché una mattina disse di aver trovato casa e lavoro. Fece un disegno del mio profilo vicino a un altro profilo. La mia stanza era piena di colori e pennelli, c'era aria di pastello e di rivelazioni dopo l'aria della rivoluzione.
Nelle piazze e nelle strade i cortei di operai e impiegati contro il blocco della scala mobile, i funerali di Enrico il capo del partito dei lavoratori. La sera prendevamo il gelato alla Industria del Gelato di Piazza Vittorio, ancora ho un cucchiaino di argento massiccio dalla forma rotonda. Stava cercando qualcosa che avevo cominciato a cercare qualche anno prima, perciò davo una mano a lui ma anche a me.
Quando il pittore voleva qualcosa la voleva subito. Intuiva e parlava la mia lingua della strada e dei ragazzi di strada, lo stesso modo di guardare dentro certe cose. Ci siamo piaciuti e poi ci siamo persi, chissà bene perché. Era un momento delle nostre vite, era la nostra vita in un istante rubato. Con un nome così è difficile scordarlo, anche perché mi deve un quadro con trapezista che vola verso un altro trapezista.
Stile Sherlock Holmes: attentissimo al particolare vissuto. Leggo in chiave cinematografica, per immagini Flashback, efficaci nell'entrare in un vortice di ricordi, sensazioni, emozioni. Uno stile molto personale, ricco di informazioni e dettagli, giornalistico, diretto, chiaro, che si rilegge piacevolmente.
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