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Kerosene

Partì per amore verso una piccola città  del Nord e finì per dormire sul pavimento, accanto alla stufa al kerosene senza kerosene. Chi l'aveva ospitato disse che era tutto il meglio che poteva fare in questa sezione di partito piena di volantini e ciclostilati, cioè dei fogli stampati anche sul retro pieni di parole e parole come democrazia e popolare.

Il ragazzo aveva una ventina di anni e portava con sè la macchina fotografica. Scattava una foto al giorno, così da stampare un rullino al mese per lo più in bianco e nero. Portava un giubbotto blu per coprirsi ma senza successo dal ghiaccio dell'inverno. Quando arrivò di mattina presto alla stazione di Genova in transito, fece le scale dell'androne e cercò il centro di Genova senza riuscirci.

Lei, invece, viveva vicino al carcere circondariale di massima sicurezza, dove avrebbe poi lavorato. Portava i capelli sopra gli occhi, i suoi occhi erano come due grandi uova di quaglia ma di altro colore, come fossero delle castagne lucidissime nella luce del giorno. Sorrideva ed era bella quando sorrideva. Era bella sempre con il suo sorriso.

Per tutto il giorno aspettava di incontrarla in un bar o sotto i portici. Fece a piedi tutto il centro della città parecchie volte fino a che si mise a parlare con un certo Enzo di cui diventò molto amico per coincidenza. In realtà era venuto per lei ma lei non c'era quasi mai. Enzo gli scrisse una lettera e poi un'altra ancora. Si parlava di politica e di attività culturali e di quanto fosse impossibile vivere in un piccolo paese,

Lei aveva un'amica che incontrava a delle riunioni di partito. L'amico di lui si era innamorato dell'amica di lei e perciò una volta si erano trovati insieme a viaggiare. Quella volta andarono in un dormitorio pubblico dove presero un letto insieme tra la gente povera della zona che veniva ospitata per la notte. C'era un odore di scarpe e calzini sporchi, c'era un gran calore però. Mentre fuori cadeva la neve.

Lui spese tanti soldi in gettoni del telefono quell'anno e in biglietti del treno. Riceveva e spediva lettere d'amore, sperava di portarla in un posto dove avrebbero ascoltato la loro musica preferita e si sarebbero baciati per un'infinità di volte. Perse anche tanto tempo ma pensava di aver trovato la felicità.

Quando partì l'ultima volta per il Nord era di maggio e la tv parlava del Giro ciclistico di Italia. Fece a piedi ancora una volta tutto il paese verso la periferia questa volta. Rimase per tanti giorni in quella città finché lei apparve con una gonna a fiori e andarono a passeggiare tra i campi. Le fece una foto e la ingrandì. Cercò di riempire il vuoto del suo cuore ma si dimenticò dei suoi doveri verso tutto il resto. 

Quella ragazza non era con lui ma solo su un pezzo di carta da lettera. Infatti poi scomparve nel nulla e restò solo un ricordo. Era bello sentirsi chiamare in un certo modo, era stato bello. Una volta lui guardò fuori dal finestrino del treno, c'era solo neve e nebbia. Poi era sceso verso un fiume da un ponte e il fiume era ghiacciato. Scattò delle foto in bianco e nero a una vecchia in sala di aspetto della stazione. La vecchia lo guardò e lui fece un paio di foto. Sentì di essere un povero ragazzo, ma era libero di scattare tutte le foto che voleva.

Commenti

  1. Su Kerosene. "Sentì di essere un povero ragazzo, ma era libero di scattare tutte le foto che voleva". Una frase che dice molto, in cui mi ritrovo. Un racconto intriso di "odori", che profuma di nostalgia. Complimenti.

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