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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

Oculato e profumato

La polvere dei rumori ricopre la gente, i mobili delle case lasciate dai morti. Ma oggi è giorno di nuvole e umido, potrebbe essere la tregua dell' estate permanente. Forse il ghiaccio del polo Nord la smette di sciogliersi. E questa prima acqua dal cielo potrebbe cancellare i segni del tempo, almeno dai vetri delle auto in sosta. Nell'atrio di ingresso del palazzo una signora con occhiali parla del tempo a un'altra più giovane, e questa risponde per cortesia. Ma la signora con la parlantina non la ascolta, deve rammentare della neve dell'86 alta così e dei falsi miti sul freddo di Milano. L'altra dice allora del terremoto in Emilia e in Irpinia, era bambina e il padre la teneva per mano mentre scappavano dal palazzo di Salerno. La porta dell'ambulatorio davanti alla piccola folla non si apre ancora, manca qualche minuto. Pare solo questione di minuti, la porta si aprirà alle nove. Quando cerco di entrare si capisce che è chiusa dal di dentro, allora aspetto...

Giannitto e le pallottole

Per la festa di Novembre i ragazzi del quartiere di S. Antonio avevano preso i regali lasciati dai Morti la sera prima. Ognuno aveva il suo, chi una carabina e pallottole, chi la fondina e il cinturone. A un certo punto i ragazzi della III Traversa fecero un passo indietro verso la zona della fontanella. Nino Gugliotta e Gianni Piana erano a capo della prima squadra. Quelli della IV Traversa e delle altre zone del quartiere ammessi alla parata fecero un altro gruppo. Si cominciò a sparare con fulminanti e caps. Qualcuno cadeva a terra e qualcun'altro si rialzava, si era fatto un bel buco alla camicia nuova. Finalmente tutti si misero a correre gli uni nel campo degli altri come gli indiani verso Fort Apache. Ma a un certo punto i caps e i fulminanti cominciarono a esplodere nelle tasche di uno a causa del calore e delle cadute.  Il fumo usciva dalle tasche dei pantaloni corti nuovi nuovi mentre le pistole cadevano per terra. Il botto si fece sempre più forte e continuo, man mano...

Trans art

Questo paese è mix ingegnoso di povertà, assenza di Stato, casta di garantiti, piccoli e medi con partita Iva allo sbando, ragazzi in libera uscita e un popolo di gaudenti disposti a finanziare tagliagole e ghigliottine. Da Nord a Sud è il terreno di coltura ideale per comici e meravigliati della grotta. Poi ci sono quelli fuori, ai margini, chi ruba per tre e chi non ruba ma elude e diventa ricco. Trans art e il sasso piatto Per fortuna sono ancora tanti a tirare avanti anche per gli altri, prendono un tram per andare e tornare a casa, portano i cani e figli a spasso per il parco. In questo paese arrivano i ragazzi di tutti i colori del mondo e vengono a imparare quello che per secoli abbiamo imparato e ora stiamo dimenticando di proteggere.  La guerra civile, lo scontro sociale, potrebbe crescere - il modello siriano è quello che si porta di più adesso - tra i poveri senza niente da perdere e tutto il resto che non governa e che abbandona le cose pubbliche, dalle s...

Marcia longa

Partiti dalla IV Traversa arrivarono già provati al piazzale del Municipio che si apre dopo il giardino pubblico in cima alla XIX Traversa. Mimmo Russo sbandierava segnali da una macchina, un altro socio amico suo alto e dal naso grande appendeva i numeri alle magliette. Il gruppetto si unì agli altri tre mila concorrenti che andavano a passo di corsa ma una volta a Borrello, dopo appena un paio di km, si misero a camminare. Verso le 10 i castagni passavano a fianco e la ginestra anche, a forma di albero e di siepe. Era la prima Marcia Longa da un paese verso il rifugio Sapienza, una specie di corsa maratona di 22 km trasformata in scampagnata con le madri e le vicine pronte a rifornire i poveri ragazzi di succo di arancia o latte di mandorla. In gruppi sparsi i maratoneti veri avevano tagliato il traguardo intorno alle nove e mezza mentre i camminatori passeggiatori arrivarono con un certo sforzo, certuni senza scarpe e altri con le piaghe sotto i piedi. Alle 11 dopo...

Amparissi

Stavo seduto sul bordo dell'acqua corrente e avevo la sensazione di muovermi con lo sfondo del canale e dei riflessi dei palazzi della Darsena. Un cartello dice che la costruzione risale al 1648 e poi che sfrutta la pendenza del suolo da Milano fino a Pavia. Una cosa colossale al confronto dei palazzoni di cemento alti sui tetti della città a forma di vela. C'è un momento per correre e uno per fermarsi. Di solito nel primo caso si guarda avanti, nel secondo, al contrario, si guarda indietro. L'acqua del Ticino arriva fino a qui, portava le barche che portavano i marmi e le pietre del Duomo, le verdure e il riso dell'Oltrepò, la gente commerciante, i ragazzi e le ragazze a cercare fortuna. Il sole dell'estate scalda ogni cosa, anche le bancarelle di peruviani. Vendono il frutto proibito, il platano che diventa nero e dolce. "Questo si mangia fritto!" C'è un sedile di marmo bianco a forma di onde, le mura di mattoni rossi sono nuovi. Ma qui av...

Stesso tempo

Quando ero appena giovinetto volevo una ragazza sexy sbrexy, invece ho preso una fidanzata rasserenante come fossi un vecchio. Quando ero giovanotto volevo avere un figlio, mi è capitata una tipa giustamente passionale ma un pò lamentosa e sterile. Quando decisi di avere una famiglia mi sposai con una dolce arguta intellettuale, il bambino era di troppo e fu come congelato. Poi ci fu un tale movimento che non si capiva niente sul destino e sulle direzioni. Era il caso di mettere un punto e ricominciare. Così presi alla grande l'idea del ranch nel far west con animali e compagna ma purtroppo una aveva già un figlio da accudire e l'altra anche delle galline da uova da covare. Quando poi mi ritirai nel mio esilio confinato nella natura sconfinata, coltivai gli ulivi, e con buone scarpe per tanta terra ancora riprendevo a camminare e a respirare.

Lorenzo nel Cilento

Ho un certo numero di figliocci, dunque sono tante volte padrino. L'essere il custode a distanza di un ragazzo è un onore che ho ricevuto dai miei amici, che a un certo punto mi hanno chiesto con l'aria ufficiale un pò imbarazzata, vorremmo che tu diventassi il padrino di mio figlio. Perciò volendo fare un punto della situazione sono padrino di Lorenzo, figlio di Pippo, ma anche di Daniela, figlia di Concetto, e di Luca, figlio di Alfio, come di Isabella, figlia di Giorgio. Praticamente i miei quattro amici del cuore hanno fatto i loro figli tutti negli anni Ottanta, che sarebbe stato un periodo fertile anche per me. Ho infatti sfiorato da vicino la paternità almeno un paio di volte, per non parlare della volta più clamorosa, proprio l'ultima verso il '91. Oggi avrei potuto avere un figlio 35 anni, o uno di 30 o almeno un altro di 25, invece non ne ho nessuno. In compenso, e in più ancora, sono padrino anche di mia nipote Beatrice, di un mio cugino Lucio e sono perfin...