Stasera siamo in tre. Io, Glam & Jane. L'orsetta Glam la conosco da sei mesi e ha detto - Secondo me voi due siete perfetti. Ora mi presenta la più matura serpente Jane. Devo vederla, forse poi cambia vita e non ci sarà più modo. Infatti dopo la sua vita cambierà. Ma anche io domani parto, è l'ultima occasione per tutti, il saldo di stagione dopo tutte le feste e la Befana. Dunque una bella cenetta, una cosa semplice e classica se non fosse per il numero dei componenti. Ci incontriamo per passare una serata, poi forse si va in un club. - Speriamo che aprono al citofono. Infatti dopo non apriranno.
Saliamo le scale verso il ristorante degli appuntamenti. La Jane è piccola di statura, magra e nervosa. La Glam ha, invece, le gambe grosse, muove veloce gli occhi neri pizzuti e ride coi denti alla perfezione. La magra Jane sembra anche un'iguana dallo sguardo cieco. Per alitarmi da vicino fuma in terrazza tra un piatto e l'altro. Stiamo nel freddo della sera davanti a un mare che non si vede mentre l'altra, l'orsetta irrequieta, telefona al fidanzato lontano. Le due siedono di fronte, io aderisco al primo piatto con funghi, loro non mangiano niente tranne il filetto al sangue e bevono vino rosso.
Una parla senza meta e costrutto, l'altra sbuffa e fa i capricci. Serpente Jane impartisce ordini a Orsetta Glam che incassa. Forse si è pentita della sua trovata per stasera. Dovrebbe reggere il moccolo, lei che è così peperina. Sembra una botte che sprizza la birra dalle fessure dei legni. Quando la temperatura degli interni sale, verso mezzanotte, saltiamo sulla Mini Rover Cooper. La serpente Jane mette una musica, accelera nelle curve e ci sfioriamo con le mani come per dire - Adesso siamo fidanzati. Le bacio la guancia di striscio mentre la piccola Glam, seduta dietro, fa le fusa e muove la gonna appoggiata alla spalliera. Con il braccio e il gomito sento addosso le sue gambe, con una mano accarezzo ormai il viso della serpente Jane che fuma e mastica sentenze. Nel guidare alza il volume dello stereo verso l'alto, Acqua azzurra, acqua chiara con le mani posso finalmente bere. Le auto compatte sono più comode di una camera, l'uomo (o la donna) ingombra poco e si può flettere nelle varie circostanze.
Siamo ancora ragazzi di mondo, negli anni della dolce vita, andiamo al pub irlandese che resta aperto dopo la musica live. In un angolo meno affollato Jane finalmente mi bacia e mi abbraccia con gli occhi chiusi. Si attorciglia e si contorce, aderisce al corpo e lascia una scia di fumo come un giocatore d'azzardo. Verso le tre andiamo a fare un giro, ci seguono due ragazzi, di cui uno gay, che parlano inglese. L'altro dei due fa lo scemo con Glammy l'orsetta. Lei lo porta spasso come un cagnolino ubriaco finchè poi lui si perde. La città si è fatta deserta, non fa freddo, qualche barattolo vuoto rotola verso il gatto nero del vicolo.
Si va al club segretato ma è chiuso, nessuno risponde. La Glam scende dai tacchi alti, si va a casa a vedere il disordine della cucina, ma chi se ne importa dei piatti? Il pavimento della cucina ha una moquette improvvisata per l'occasione, tutto intorno è buio celeste, si vede qualche vaso di piante grasse nel cortile. Ci si passa del tempo, senza vederlo, a togliere le mani dai capelli, a baciare e tastare le parti fino all'alba di un altro giorno. Io dondolo e lei dondola. Jane non si stanca mai, ci baciamo le labbra che sembrano allo specchio, togliamo insieme i capelli dalla bocca. L'orsetta intanto è scomparsa, oppure fa finta di dormire. Verso le sei mi ricordo che ho un appuntamento alle sei meno un quarto per un viaggio in aeroporto. Volo via e volo via.
Saliamo le scale verso il ristorante degli appuntamenti. La Jane è piccola di statura, magra e nervosa. La Glam ha, invece, le gambe grosse, muove veloce gli occhi neri pizzuti e ride coi denti alla perfezione. La magra Jane sembra anche un'iguana dallo sguardo cieco. Per alitarmi da vicino fuma in terrazza tra un piatto e l'altro. Stiamo nel freddo della sera davanti a un mare che non si vede mentre l'altra, l'orsetta irrequieta, telefona al fidanzato lontano. Le due siedono di fronte, io aderisco al primo piatto con funghi, loro non mangiano niente tranne il filetto al sangue e bevono vino rosso.
Una parla senza meta e costrutto, l'altra sbuffa e fa i capricci. Serpente Jane impartisce ordini a Orsetta Glam che incassa. Forse si è pentita della sua trovata per stasera. Dovrebbe reggere il moccolo, lei che è così peperina. Sembra una botte che sprizza la birra dalle fessure dei legni. Quando la temperatura degli interni sale, verso mezzanotte, saltiamo sulla Mini Rover Cooper. La serpente Jane mette una musica, accelera nelle curve e ci sfioriamo con le mani come per dire - Adesso siamo fidanzati. Le bacio la guancia di striscio mentre la piccola Glam, seduta dietro, fa le fusa e muove la gonna appoggiata alla spalliera. Con il braccio e il gomito sento addosso le sue gambe, con una mano accarezzo ormai il viso della serpente Jane che fuma e mastica sentenze. Nel guidare alza il volume dello stereo verso l'alto, Acqua azzurra, acqua chiara con le mani posso finalmente bere. Le auto compatte sono più comode di una camera, l'uomo (o la donna) ingombra poco e si può flettere nelle varie circostanze.
Siamo ancora ragazzi di mondo, negli anni della dolce vita, andiamo al pub irlandese che resta aperto dopo la musica live. In un angolo meno affollato Jane finalmente mi bacia e mi abbraccia con gli occhi chiusi. Si attorciglia e si contorce, aderisce al corpo e lascia una scia di fumo come un giocatore d'azzardo. Verso le tre andiamo a fare un giro, ci seguono due ragazzi, di cui uno gay, che parlano inglese. L'altro dei due fa lo scemo con Glammy l'orsetta. Lei lo porta spasso come un cagnolino ubriaco finchè poi lui si perde. La città si è fatta deserta, non fa freddo, qualche barattolo vuoto rotola verso il gatto nero del vicolo.
Si va al club segretato ma è chiuso, nessuno risponde. La Glam scende dai tacchi alti, si va a casa a vedere il disordine della cucina, ma chi se ne importa dei piatti? Il pavimento della cucina ha una moquette improvvisata per l'occasione, tutto intorno è buio celeste, si vede qualche vaso di piante grasse nel cortile. Ci si passa del tempo, senza vederlo, a togliere le mani dai capelli, a baciare e tastare le parti fino all'alba di un altro giorno. Io dondolo e lei dondola. Jane non si stanca mai, ci baciamo le labbra che sembrano allo specchio, togliamo insieme i capelli dalla bocca. L'orsetta intanto è scomparsa, oppure fa finta di dormire. Verso le sei mi ricordo che ho un appuntamento alle sei meno un quarto per un viaggio in aeroporto. Volo via e volo via.
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