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Il tratturo del Trottoir

Sono contento, è stata una bella serata tra amici maschi. Almeno ho rinunciato ai tuoi baci per qualcosa. Arcangelo è un funzionario di finanza creativa, Michele è un mastro muratore, uno strano miscuglio ma vero e duraturo. Il legame sono le mogli, che erano sedute allo stesso banco in redazione e i padri mezzi pugliesi.

Abbiamo ripiegato su birra e live music in zona Darsena, il jazz sul castello è saltato per mancanza di biglietti. L'ambiente è tranquillo, tutti ragazzi e noi vecchietti. La musica assordante in prima fila non ti fa parlare, allora siamo andati fuori anche perché Michele fuma le sigarette arrotolate dalla busta e volevo fargli compagnia. Ogni tanto il tabacco allevia i pensieri, come il rhum o il gin tonic. Sopratutto se suonano Folsom Prison Blues di Johnny Cash con chitarra, basso e batteria. O qualche pezzo di Hank Williams come Red Cadillac and Back Mustaches, per non dire di Cheatin Heart.

Ci siamo seduti dopo la veranda e racconto dei personaggi del locale, di come organizzano corsi e seminari sull'inconsistenza del prodotto interno lordo e la misura della ricchezza. Stiamo diventando più poveri perché un pieno di benzina costa 100 euro mentre un volo per Panama solo 19 dollari. Ma a quest'ora chi se ne importa. Sotto la palma i camerieri vanno e vengono a piedi nudi, passano per i drink e la ragazza con la cintura di bicchierini appesi offre ai tavoli il suo sorriso con la rosa appesa all'orecchio.

Una tizia sorride nervosa seduta a fianco, le faccio un cenno, forse conosce un certo scrittore di gialli. E' uno che ha pubblicato un romanzo ambientato in questo circolo e gira coi capelli tinti tra i tavoli anche stasera. Si capisce subito che lei è ubriaca perché stende la mano solo verso uno dei tre, quello più lontano. Michele viene fatto passare per gay anche se non è vero e ha 3 figli, lei dice che è lesbica per replicare. Poi si parla dei trulli e di come hanno una chiave di volta per farli crollare in caso di invasione dei turchi. Dice di chiamarsi Micaela, provenienza incerta tra Noci e la via Emilia, fotografa d'arte.
- Pellicola o digitale? chiede Arcangelo.
- Ma sei scemo? risponde Micaela.

Quando si è trattato di andare in bagno vuole seguirmi, dopo una mossa di ballo davanti al palco chiede se ho portato la cocaina. Alla fine si sarebbe accontentata di un'altra birra ma non ho neanche una lira, le dico che forse i miei amici l'avrebbero aiutata. Poi sprofonda nei fumi e nella foschia. Intanto le auto al semaforo e intorno alla grande piazza con le colonne si diradano. Man mano che passano i minuti il vuoto dei rumori prende lo spazio circostante. La piazza ora assomiglia allo scenario disegnato per le persone e sopra la grande quercia e il suo palo di cemento si alza una luna crescente.

I ragazzi di borgata sciamano e tornano nelle fogne da dove sono venuti, le ragazze salgono sui taxi aprendo la borsetta. E' ancora calda la lamiera del motore, apro il finestrino, mi torna in mente che qualche ora prima ho girato lo sterzo appena in tempo prima di schiantarmi su un'altro tizio fermo al semaforo rosso. Come fece Totuccio Bottino, dopo aver superato l'incrocio, solo adesso posso aver paura. E freno ancora, anche se è inutile.

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