Il problema è questo. Entrano in casa e la riducono in una latrina. I cuccioli di cane producono una quantità insospettata di rifiuti organici. Al punto che una parte si potrebbe riciclarli in concime compostato. E perciò in un angoletto del giardino ho pensato di erigere una specie di Ara di Giove dove bruciare gli incensi di sera nel pomeriggio. Quando il vento si è placato e la girandola si ferma.
Ora sono in tre i nuovi pargoli di Zorika, nati il 25 ottobre 2015. Perciò occhio al prossimo 25 aprile quando ricominciano le perdite di sangue e il ciclo della vita riporta al desiderio di accoppiamento implacabile della femmina. Il maschio invece è sempre disponibile, guai sennò. Questa volta sono due maschi e una femmina.
Per una questione pratica Zorika, nera lucida dagli occhi ramati, si è accoppiata con il vicino maremmano bianco, pastore delle pecore di Alfio La Rosa sulla collina verso nord. L'unico nero è maschio, Unghefer. Grasso come un orso, lotta con l'altro maschio dal pelo bianco e fitto di nome Giabbaluffo, per la proprietà di un qualche cosa tirato per i denti. La femmina bianca, più piccola e quasi beige, invece si chiama Yona.
Li ha generati il baldo Obregon, giovane e valoroso ma anche taciturno, un esemplare che governa il gregge orientato verso le terre di Franchetto e Monte San Giovanni. Obregon lascia in giro le sue tracce e la sera viene a salutare tutti. Zorika e Trimmie, madre e figlia, lo inseguono fino al confine. Non dovrebbe oltrepassarlo, ma invano. Perciò, passata la lotta verbale e le rimostranze di tutti i legittimi controllori del territorio della masseria, i cinque componenti della famiglia si addormentano.
A volte il generatore di cuccioli si lascia cadere in disparte verso il confine del poggio. Da lì può controllare i movimenti del suo gregge e visionare le eventuali minacce. Non abbaia mai o quasi. Mostra i denti solo se Zorika gli morde il collo e si avvicina troppo. E' giovane e ogni tanto vorrebbe tirare anche lui un calcio al pallone.
I tre fratelli dormono uno sull'altro per sentirsi al caldo. Da qualche tempo hanno scoperto la bontà di alcuni legumi proteici e ne fanno incetta insieme a latte a lunga conservazione, ricotta, pane e sopratutto ossa di bovini e pollami macellati per il supermarket e poi lasciati fuori nel parcheggio delle auto. Le scatole di cartone ripiene di frattaglie sono riservate ai clienti possessori di orde di affamati insaziabili a quattro zampe.
Il sole di dicembre scalda la mattina, il terreno seminato a grano e rullato sembra un grande tavolo di biliardo marrone. Tutta la band dei Zoticones si porta verso la zona del prato erboso dove ormai crescono fichidindia, alloro, arancio, gelsomino e nespolo ben confusi e senza un'ordine preciso. Ora che tutta la terra è inseminata, non resta che piantare ancora qualche altro albero come il falso pepe, l'abete esotico e un pò di altri ulivi.
Al momento ho preso alcuni del tipo Giarraffa, Moresca, Uovo di Modica e Nocellare dell'Etna. Ci vorranno altri 15 anni perchè comincino a fare olio ma non importa questo particolare. Sono povero di soldi in contanti e ricco di cose intorno, questo mi importa ora e anche allora. Quando vestivo di camicia bianca tutti i giorni e guardavo negli occhi scuri di una moltitudine di uomini ammassati ad aspettare la fine della giornata.
Tutto quello che ho fatto non l'ho fatto per ferire qualcuno. C'è gente che mi vuole baciare per vendere noccioline americane, altri mi baciano portando sacchi di cicoria selvatica che dicono che sanno che mi piace. Altri mi compatiscono per le scelte biologiche, c'è chi mi ripete quello che dovrei fare con le terre da seminare a vizza o a frumento. Uno mi racconta di come è contrario alle unioni con donne separate e con figli, della disperazione della madre che ne potrebbe morire.
Ho portato mio padre a morire nel suo ultimo letto lontano da casa. Mia madre vuole che dorma con lei, nel posto di mio padre. Io, invece, dormo da solo girato su un lato fino all'alba. Mia nipote vuole che giochi con lei a pallone, a mercante in fiera e a scopone scientifico. Ma non sa le regole, si vince un solo punto quando fai la primiera di sette.
Tutto quello che ho fatto non l'ho fatto per ferire qualcuno. C'è gente che mi vuole baciare per vendere noccioline americane, altri mi baciano portando sacchi di cicoria selvatica che dicono che sanno che mi piace. Altri mi compatiscono per le scelte biologiche, c'è chi mi ripete quello che dovrei fare con le terre da seminare a vizza o a frumento. Uno mi racconta di come è contrario alle unioni con donne separate e con figli, della disperazione della madre che ne potrebbe morire.
Ho portato mio padre a morire nel suo ultimo letto lontano da casa. Mia madre vuole che dorma con lei, nel posto di mio padre. Io, invece, dormo da solo girato su un lato fino all'alba. Mia nipote vuole che giochi con lei a pallone, a mercante in fiera e a scopone scientifico. Ma non sa le regole, si vince un solo punto quando fai la primiera di sette.
Commenti
Posta un commento