Passa ai contenuti principali

Trimmie is gone

Adesso Trimmie è un cumulo di ossa e di polmoni e di cuore carbonizzati sparsi nel terreno dietro il cumulo di legname. Prima correva, pareva dicesse Ora sono signorina! Prima bianca e poi giallo foglia cadente sulla schiena. Trimmie aveva le ciglie dorate e gli occhi buoni e bellissimi. 

Trimmie si chiamava così perché da piccola tremava. Le era anche cresciuta una noce di grasso vicino l'orecchio, per tanto tempo era troppo magra. Ma poi si era rifatta grande e muscolosa. Si era adattata al regime, abbaiava e correva dietro a ogni cosa. Rubava il formaggio e lo sgombro sulla tavola di legno della cucina. Inghiottiva le cose per intero senza masticare, per la fretta di essere scacciata dalla madre o dai fratelli.

Trimmie era nata nel marzo del 2014. Ieri l'altro ha inseguito il trattore nella salita prima della curva, una macchina in senso contrario l'ha presa in pieno tanto che è perfino saltata la mascherina. Nino il grillaio era furente perché è diabetico da tempo e non ci vede neanche tanto bene. L'aveva presa di mira da un pò di tempo. Poteva fermarsi con il suo gommato alto tre metri e mezzo e invece ha accelerato, così tutti e due gli sono corse dietro di gran carriera. 

Tante volte Zorika e Trimmie hanno inseguito auto e trattori e camion e biciclette. Lo so che è pericoloso e le tenevo legate spesso. Stavolta non ho fatto in tempo. Stavolta sono scappate e io dietro a loro. Dopo il botto ho maledetto quel bastardo e lui voleva denunciarmi a non so chi. Ho trascinato Trimmie sulla terra togliendola dall'asfalto. Sanguinava dalla bocca e non respirava quasi, aveva la lingua schiacciata su un lato ed era ancora calda quando ha finito di muoversi per sempre.

La macchina si è fermata e per un pò ha aspettato, poi per paura di qualcosa se ne sono andati, mentre il grillaio voleva seguirli a piedi ma il suo trattore era rimasto sulla strada. Dopo dieci minuti era tutto finito. Zorika mi ha leccato il sangue di Trimmie sulla manica e poi ha preso un pezzo di osso e lo ha sepolto sotto un piccolo albero ulivo. Un altro pezzo lo ha portato giù a ponente verso il lavinaio, prima però si è guardata intorno ed ha detto qualcosa verso la casa del grillaio.

Commenti

Post popolari in questo blog

Sostituzione

Scusate ero via. Mi hanno detto metti via. Mi sono detto sono via.  Ecco dunque: la parola di oggi, forse di questo prossimo secolo è: sostituzione. Il ChatGpt, il robot della chat, ti parla come ti parla una persona. Finora tutti gli altri media ti parlavano come una persona ma questa volta è diverso. Molto diverso. Sostituisce tutto, anche una buona parte di te stesso. Certo, prima deve imparare chi sei ma poi ti sostituisce. Comodo non dover più dipendere da questo e quello, e così entri nel gioco della mutazione e della sostituzione. Gli italiani stanno scomparendo e dunque è in corso la sostituzione etnica. Quella di cui parliamo invece è una sostituzione trasversale radicale che riguarda tutti.  Ma vediamo perché si arriva a questa roba terrificante o entusiasmante (nel caso si voglia credere che sostituirà solo la tua parte di cose noiose da fare). Praticamente tutta la tua vita da un po' di tempo sta passando attraverso lo schermo, la tua identità è trasferita nel digi...

Avevo un cuore

Adesso ho quasi tutto, molto più di sempre. Adesso non devo lavorare per vivere, ho abbastanza. Ho anche una casa solo mia, una terra tutta mia. Prima ero nel traffico e vivevo in quattro metri quadrati, ora ho quattro stanze da 120 metri e un terreno di nove mila metri. Ci sono due cani che corrono, tanti alberi piantati e altrettanti da piantare ancora.  Quando avevo la voglia non avevo una lira, adesso ho una lira ma la voglia è passata. No non è passata, ho sempre il senso del dover fare qualcosa per proteggermi aspettando tempi migliori. Invece dovrei semplicemente cercare di fare quello che voglio fare: alzarmi dal letto con un piano per la giornata. Dovrei fare con calma e determinazione quello che è giusto e bello fare. Ma nel frattempo ho dimenticato cosa volevo fare perché l'ho rimandato. Ho sentito di non avere la forza di andare oltre le barriere e le circostanze. Mi sono perso nel groviglio delle rinunce e dei compromessi. Era più urgente la necessità di coprirmi dalle...

Un muro nella testa

- Hai detto che ti chiami Serena, mi ricordo che ti chiami Serena. Non è vero? - No, io sono la Brunella. Avevo immagazzinato l'idea di Serena perché Serena è nome lombardo. Non che questa Brunella fosse bella come la Serena che immaginavo ma per comodità mi ero appoggiato a questa idea per darle un contesto. Per riportarla dentro uno schema notorio.  E così per più di una volta incontrandola nel parco, lei e il suo compagno Fango, pensavo: ecco la Serena. Pensavo, forse non si chiama Serena ma è il nome che più si avvicina all'idea che mi sono fatto del suo nome quella volta che me l'ha detto. Infatti Brunella non era neanche vicina alla Serena postina dei partigiani, che era una bionda bella e forte. Eppure ero quasi sicuro. Serena come la partigiana del film sulla resistenza in Val Padana. Come i protagonisti di Novecento di Bernardo Bertolucci o di Citto Maselli, donne partigiane in aiuto di compagni partigiani. Il popolo buono, il bello della rivoluzione poi estesa dal...