Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da 2009

Viene infine

Roma, porta S. Lorenzo . Forse per il tuo compleanno o per Natale ti ho regalato questo libro dell'Adelphi con la copertina vinaccia e un ritratto di un uomo, forse di Schiele, un austriaco anche lui come Joseph Roth. Mi avevi chiesto perché questo libro? Perchè mi piace la copertina. E tu hai detto, ah vedi come sei! Il libro parla dei rivoluzionari e allude a Trosky e a Stalin senza nominarli. Parla di questo Friederich Kargan che frequenta un certo Savelli dopo aver lavorato al confine nella tratta dei profughi per la compagnia di navigazione. Adesso sono passati quasi 30 anni. E sono nell'imminenza del bilancio della mia vita che include la domanda, ma quanti libri ho letto di questa libreria? Non se mai lo finirò ma ho cominciato a leggere Il profeta muto. Sono solo arrivato a pagina 40, quindi prometto bene. L'ho aperto e le pagine sono bianche non avendo preso luce mai. Certe cose vengono infine, come dice mia madre. Lo avevo comprato per il rimorso nel '89, di...

Porta un messaggio a Mary

Milano, porta Ticinese . Maria è il nome più diffuso nel mondo, anche se ora nessuno più chiama Maria sua figlia manco fosse un`offesa. E` il nome del mondo femminile per eccellenza, richiama simboli e alchimie. Anche il mio nome lo è. Da qui la complessità della declinazione a seconda delle epoche. Diventa un personaggio o un altro, come chi corre verso un'altra identità e vive in un altro paese sotto un altro nome. Ho conosciuto una Maria che si faceva chiamare Mary. Andavamo al liceo su un autobus coi vetri appannati. Il bigliettaio trapassava i corpi degli studenti gridando, signorina favorisce biglietto? Poi ho conosciuto un`altra Maria e l`ho chiamata Meri con la e. E' successo quella volta che, dopo tanti anni, ho cercato la prima Maria e invece ho trovato la seconda detta anche Concetta. Ultimamente si sono inventati anche Mery e questo non era prevedibile.

Di mattina

Sei bianca come la neve e come i tuoi denti sotto un cappello in una duna di sabbia.  La tua faccia mi parla anche quando non ci sei.  Mi dice delle cose, non so dirti di preciso cosa.  La tua bocca socchiusa e i tuoi occhi chiusi dal nero degli occhiali sta facendo dei discorsi come, Per favore baciami.  Ti cercavo alle sei di mattina, è vero.  Mi sono svegliato d'improvviso verso le cinque e senza sonno sono arrivato fino alle sette quando il cielo si schiariva. Nel mattino cerco di te, dell`idea che mi sono fatto di te quando sarai con me.

Tangenziale Ovest

Aereo CTA-LIN. Ieri sera guardavo le luci della costa siciliana mentre l'aereo passava sopra le vostre automobili in coda sulle tangenziali. Mentre tutto intorno è buio pesto e spazio immenso di colline e altipiani. Adesso le luci gialle nei paesi sono geometriche ma diventano una ragnatela quando un centro divora l'altro vicino. Un camper parcheggiato sotto il ponte dell'autostrada se n'è andato in mare, i fiori sfioriscono, camminano le montagne. Ma tutto è già accaduto altre volte a Messina e altrove. Chissà perchè la gente si ammassa ancora tutta intorno alle città. Quando le cause dell'urbanesimo sono un ricordo. Le industrie non ci sono più a raccogliere ex contadini. Sono anche scomparse le strade polverose e i carretti che rendevano difficili i trasporti. Ma tant'è, i ricchi hanno le ville in campagna, i poveri l'appartamento in città. Per favore andate via da queste case accatastate sulla spiaggia. Sembrate delle formiche in una topaia. Come se ...

Pensieri di Mao

Milano-Lecco SS 36. Ho capito che bisogna rassegnarsi, ma fino a un certo punto. Rassegnarsi vuol dire accettare l'idea che le proprie forze sono finite e non infinite. Non rassegnarsi vuol dire continuare a cercare quello che si vuole. Quando la scrivania è troppo piena di tanti fogli di carta si ha la tentazione di buttare via tutto e si rischia di perdere quanto di buono è nascosto sotto le cose meno importanti. L'alternativa è rivedere ad uno ad uno i diversi fogli, ma ci vuole tanto tempo. E il tempo non c'è più. D'altra parte se non fai niente il caos aumenta, ti senti inadeguato. Quindi dedicati a un foglio alla volta. E dove arrivi, arrivi. A volte il caso, parente stretto del caos, ti porta dove vuoi andare. A volte invece l'ansia di governare il caos non ti porta da nessuna parte. I paesani dicono: se la fortuna mi vuole vado a letto e dormo. Ho capito che non possiamo fare tutto. Che bisogna scegliere e selezionare. Che il tempo è prezioso e che perc...

Lettera dai criceti

Sostiene la lettrice. Posso permettermi di ribadire la mia idea degli abissi psicologici femminili (di matrice patriarcale). Diventiamo - appunto - paternalistiche e diciamo poveretto quando vogliamo darci un tono e non vogliamo darci per vinte o accettare l'idea di essere considerate alla pari con altre. Vogliamo fare le grandiose magnanime perchè così ci sembra di sembrare più forti (eppure non sono sicura che questa sia prerogativa femminile: tutti giudichiamo per sentirci "al di sopra", "più bravi") ma spesso è solo una specie di mantra da autoconvincimento. Quei pochi vagamente stabili che mi interessano sono veramente tutti uno diverso dall'altro, tutti a tutto tondo, ognuno con un peso e una forma diversa, non tutti interessanti alla stessa maniera di volta in volta, ma tutti di volta in volta giusti secondo le mie esigenze del momento, ma non faccio mai credere a un uomo di essere l'unico o l'inimitabile in senso assoluto, se non lo è e ...

Margherita cotta

Pizzeria Olimpia. La pizza margherita "ben cotta" arriva a destinazione. Lei non capisce se è buona o no. Apre il foglio con l'ultima mail di lui, quella in cui lui si congeda da lei.  Lei è l'ultima amante piantata via mail e lui ora, secondo lei, si meriterebbe una sua bella risposta. E io dico, lascia perdere cosa rispondi a fare. Lui le dice che soffre nel vederla soffrire, che è comunque meglio chiudere qui. Lei, però, aveva visto le altre mail delle altre sue amanti. Perchè un'amante di lui era entrata nella sua posta riservata. Così adesso l'amante della prima ora l'ha spedita all'amante dell'ultim'ora. E tutte hanno concluso, poverino perchè fa questo.

Down the river

Adda, Lodi. Sono andato lungo il fiume. Come a New Orleans vicino a Milano. Sono andato lungo il fiume padano. Sulla riva di questo fiume grande disteso nel verde. Dove l'acqua scorre piatta. Nel punto in cui rotola bianca. Ti sei seduta con me. Mi hai preso il braccio per non cadere. Mi hai detto le tue parole arcane. Ma quale cane ho pensato. Ero sulla sponda a guardare il fiume passare.

Attiah l'ultimo cane

Poggio Campana. Attiah ha vegliato sul mio sonno, come faceva Bobbie, in questa campagna di spighe. Gli ho messo il collare rosso a quest'ultimo cane. Chiunque lo ritrovi sappia che è mio. Chiunque lo veda lo può chiamare Attiah e riportarmelo. Ha un collare rosso nuovo nuovo, sembrava buono e gentile ma poi, per dormire con me, ha rotto la persiana e adesso i padroni di casa non lo vogliono più. L'ho chiamato Attiah per assonanza con Appuah un altro animale ancora senza nome, il gatto di Nolah. Che ho ribattezzato Kathe per via della somiglianza con la Turner. Anche alle persone si può dare un altro nome, non che i cani sia meno degni delle persone. Kathe si chiama veramente Laura, ne sono sicuro. A un certo punto poteva essere come la Turner con la camicetta bianca sbottonata di Brivido Caldo di Kasdan.  E va ogni domenica a Lavagna a pranzare con lo skipper per lucidare una nave di legno chiamata Tai Pan dal compagno di vita, una specie di reggia. Una pagoda sulle acque,...

Coimbra di sera

Coimbra, Portugal. A Coimbra il fado si canta anche d'estate, con un mantello nero da pipistrello sulle spalle. Lo ascoltano di sera e lo accompagnano a bocca chiusa le signore ai tavoli del bar del centro. E sussurrano le parole d'amore o stringono gli occhi e le labbra. Il rito finisce come una messa, la gente non si guarda negli occhi nella penombra. Qualcuno ha un fazzoletto al naso per asciugare le lacrime. Il fado è il canto del desio e della separazione. Le canzoni sono brevi e come il blues hanno una struttura semplice e inossidabile di tre strofette. Poche ma sentite parole accompagnate dalle due chitarre. Ma tutto sta nell'interpretazione, nel come esprimere con la voce e la sua onda nell'aria il senso di vuoto che lascia la perdita di qualcuno o di qualcosa. Il fado è come un salmo o un gospel. E i portoghesi lo hanno cantato in giro fino a Napoli dove, per riconoscenza, nel '63 Aldo Giuffrè fa cantare Amalia Rodriguez in diretta tv. L'ambasciatric...

Palle bianche

Milano, Porta romana. Sesso non è sempre amore. Amore non è sempre sesso. Una sera che avevo trent’anni sono uscito di casa per spostare l'auto dai divieti di sosta. Invece trovo una tipa con borsetta che mi chiede un passaggio. Era un brasiliano travestito vestito di rosso con un profumo da tappare il naso. Aveva delle gambe bellissime bianche e lunghe e sode. Doveva andare da qualche parte e l'ho portata. Non mi ha chiesto niente e non gli ho chiesto niente. Il vestito rosso coi volà e le gambe se n'è uscito dallo sportello portandosi dietro il calore della sua pelle. Ma il suo profumo è rimasto nell'aria per qualche minuto come un fantasmino di borotalco. Non abbiamo fatto sesso, non ci siamo neanche parlati. Solo un saluto e uno sguardo dentro gli occhi. E lo sguardo diceva, devo andare perchè stasera non si cava un ragno del buco, mi stai simpatico, vedi cosa devo fare per campare. Così in qualche modo abbiamo fatto l'amore in un senso celeste. Perché l'a...

Piano trasparente

Milano, Porta Lodovica . Nella casa di campagna di nonno Turi, al Monaco, gli "inglesi" (che poi erano gli americani della 5° Flotta) avevano lasciato un piano durante la guerra e le corde di rame erano scoperte perchè il legno non c'era più. Gatti e sacchi di juta lo avevano salvato dalla distruzione totale da 25 anni. Pizzicavo le corde con le dita perchè di tasti non c'erano e la polvere asciutta dell'estate rimbalzava come se fossero di un contrabbasso. E risuonano ancora e mi danno alla testa. Più delle note degli organi da chiesa durante le prove prima della messa della domenica di Pasqua. Una mattina di sole ho visto un pianoforte trasparente salendo a Santa Maria Maggiore. Dietro la vetrina di strumenti musicali il piano aveva le pareti in plexigas e tutto l'interno, come fossero ossa e budella del suo corpo sotto la pelle, erano esposto verso la strada. Camminavo a Roma e avevo fatto a piedi da piazza Venezia passando per le Terme di Traiano, i sampi...

Brodo di pollo

Roma, piazza Bologna . La stanza era umida in un semi interrato senza finestre. E quando l'aria non circola senti un odore di cantina e di stantio. Perchè l'evaporazione dei fumi non ha corrispondenza con il flusso di ossigeno da fuori verso dentro. L'odore del brodo di pollo si sentiva appena nel frigo per via della bassa temperatura. Così abbiamo aperto la scodella di plastica con il brodo del pollo spedito dalla mamma dell’Irpinia.  Ma è bastato poco a farlo rinvenire quando poi abbiamo tentato di fare il risotto una domenica sera dopo il tradizionale cinema della domenica. Dopo il primo Tornatore che parla dei siciliani come fossero abissini dominati dai nobili aragonesi. Perciò gli odori della cucina andavano anche nel bagno e nella stanza con il divano letto.  Il riso in brodo sarebbe andato anche sulle tamerici salmastre se avesse potuto uscire dall'appartamento rosso e senza finestre. Sugli abiti rossi sparsi sui mobili rossi e sulle spalline bianche il calore...

Musica nell'aria

Amo Bob Dylan da quando avevo il mangiacassette. E lo portavo al liceo per far sentire a tutti Storia di un impiegato di De Andrè o Desolation Row tradotta insieme a De Gregori. Andava Homesick blues di Bob tra le basiliche la prima volta che ho baciato la mia ragazza. Così da circa 20 anni se mi capita a tiro vado a sentirlo nei concerti, l'ho visto in cima a una montagna in Austria che cantava con gli occhiali da sole, in una pozzanghera nella pioggia alla periferia di Milano, ma anche nel teatro greco di Taormina quando era già ridotto male. Una sera a Bologna c'era il Papa davanti mentre faceva le scale con il cappello in mano e dopo qualche passo incerto da trapezista si è rialzato al volo e gli ha stretto le due mani. Una volta d'estate sono andato come gli altri pellegrini dietro alla sua carovana. Ci sono dei versi di Tamburine man che ancora adesso dicono ogni giorno una cosa nuova e le canzoni sono fatte apposta per essere cantate in diversi istanti della t...

Occhi di S.Lucia

Mia madre ha ringraziato Santa Lucia per i miei occhi I gioielli che aveva, li ha dati alla Santa per me. Ha preso i suoi orecchini e quando è passata davanti mi ha preso in braccio e mi ha fatto andare verso di lei. Il corteo per le strade andava di sera il tredici dicembre e scendeva quell’anno dal lato di levante. Ad ogni tappa sparavano le bombe e poi tiravano ancora la Santa con i lacci lunghi quanto un blocco di case. Li aveva indosso gli orecchini d’oro e li ha levati quando il corteo si è fermato alla quarta traversa. Mi hanno sollevato sul carro d’oro illuminato e ho messo gli orecchini nelle mani del maestro di festa. Che a un certo punto ha gridato alla folla "Con tutto il cuore! Viva Santa Lucia!" Il fazzoletto bianco, allora, si è alzato due volte dal braccio come la vela al vento di una nave in partenza. Dice che in cucina, lei o la nonna friggeva qualcosa l'olio bollente è andato in giro e qualcosa mi è venuto addosso. Non ricordo nien...

Foto di ponti

Roma, Porta Pia . Ieri mi hai inviato le foto della tua mostra sui ponti. Oggi mi hai chiesto “non hai niente da dirmi?” Le tue foto le conosco da più di venti anni. Gente di spalle che guarda il mare, ombre sui tetti dei palazzi in costruzione. La prima foto con te dentro, invece, era dentro una cornicetta di argento regalo di matrimonio poggiata su un tondo di merletto. Il tavolo era senza sedie come un altare in un soggiorno di una casa di corso Trieste. Sono contento della tua mostra, vorrei vederti ma sono qui lontano. Le tue foto sono tristi ma profonde, c'è un sentimento di immanenza e di trascendenza. Ma la tua domanda la leggo anche al di fuori di questo. Perciò voglio anche dirti grazie per quanto mi sei stata vicina e per il tempo che siamo stati vicini e per i tuoi capricci di bambina, la tua risata e i tuoi denti bianchi. Avevi le tue scarpe verde acido e un nasino all'insù quando ci siamo parlati in un tappeto di moquette grigio topo. Oggi è un giorno di pioggi...

Il mare e il quinto cerchio

Non mi ricordo i particolari, mi ricordo una sensazione come di un mormorio di un mare che sale e di un'onda insieme sulle orecchie e sul naso come un'aria di montagna e di un lago specchiato nel gelo dell'acqua e nel calore delle tue braccia Forse i francesi hanno ragione e il mare è femmina io non so, invece... è il vento del quinto cerchio. quelle luci, quel calore... quel senso di sicurezza. quel poter essere tutto se stessi per una persona sola che non ti giudica per tutto quello che sei