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Visualizzazione dei post da gennaio, 2011

Magreb a Parigi

I palazzi de La Defense sono di vetro, uno è a forma di Arco di Tito. Ma si chiama La Grande Arche, la porta oltre il Diluvio, dove tira un vento gelido nei giorni della Merla, la compagna del merlo. Sotto l'arco della salvezza passano le migliaia di ragazzi muti, salgono e scendono dagli ascensori fino al 39 piano. Oltre gli scalini della pausa sigaretta, il bar prepara gli spiedini per duecento. Fuori c'è un cimitero americano circondato da una strada di assi di legno panoramica, per i pedoni volenterosi di fare tre o quattro chilometri nell'aria frizzante. Siamo qui per sentire come fanno ad evitare i crash e moltiplicare gli earnings, come fanno dai piani alti a guardare il mondo piccolino e perchè zero è il numero e nero è il colore. Le cinesi arrivate da Londra fanno domande sulle tecniche di moltiplicazione degli investimenti. Quaranta ingegneri di ventidue anni muovono dozzine di masse di soldi a telecomando. Forse abbiamo esagerato con la fetta di torta di troppa...

Relai per pompa

Turi Balsamo, il meccanico, dice che il motore è una seta. Anzi, ora, la macchina è nuova nuova. Andrebbe tutto al cento per cento se non fosse per il relai della pompa. Che purtroppo si è rotto e Salvo Scalisi ci ha messo una pezza. Dei fili rossi pendono attorno a una scatoletta sotto il cruscotto. Chi sale a fianco ci può infilare un piede. Ma intanto ho fatto dei chilometri in una settimana, sono arrivato fino a Sferro con questa Mitsubishi, per una decina di volte sono uscito e tornato tranne una. Ha fatto tiki tikki davanti alla barra di Valcorrente, aspettando Parisi per prezzare le arance, e non si è messa in moto. Ma era colpa della batteria, Balsamo non c'entra. Dice Scalisi - ne mettiamo una mezza mezza di batteria. E sono altri 20 euro, d'altra parte. Intanto ho preso nota della sigla del relai per la pompa a benzina e ho scritto a un norvegese trovato con google, e oggi Cristian ha risposto via mail: - 300 corone per il relai della pompa e 150 per la spedizion...

Martedì dentista

Nella notte stringevo i denti e non sapevo di farmi del male. La bocca era tutta un fuoco nelle gengive sotto gli incisivi inferiori davanti. Il governo di unità nazionale del '78 fece la riforma sanitaria e tutto era diventato gratis. Sicchè ero seduto su una seggiola dell'ospedale del policlinico di Roma. Con gli studenti attorno che si esercitavano su di me che ero andato solo per sapere qualcosa del mio malanno. Uno disse: "Ma questa bocca è perfetta da manuale, guarda come chiude ai lati il molare e il contromolare." Mi fecero ruotare la mascella da una parte e dall'altra ma non fu prescritto alcunchè. Mi ricordo solo, sempre in viale Regina Margherita, di una dottoressa con la sigaretta accesa in bocca che bruciava le verruche sulla mia mano qualche mese dopo. Nel maggio del '79 avevo mollato Lidia seduti sulla scalinata del Campidoglio. Così ho dovuto aspettare che mi mollasse Albina nell' '86 per tornare a sedermi su una poltrona di metallo. ...

Dall'Est all'Ovest

Stelika ha i capelli ricci e crespi,  una risata fragorosa e l'odore delle frittelle addosso. Sarebbe come una valanga in cammino per la stazza e per i modi bruschi da fornaio. La faccia è bella e quadrata, la mascella da compagna del socialismo e le labbra giuste regolari sono adornate dai denti bianchi. Di mestiere ora fa l'infermiera e donna delle pulizie ma da ragazza tirava il giavellotto o il disco negli stadi. Veste con pizzo nero sul grande seno, un cappottino beige a ingentilire la presenza nei giorni di festa. I suoi amici erano Nick l'albanese, la fidanzata Nadia l'ucraina dai cinque figli, Jasser l'egiziano troppo buono. Siamo entrati nella camera da letto per cinque persone, a cercare i suoi 50 libri Harmony in una borsa della spesa e la valigia rosa. Hanno offerto prima il panettone e lo spumante a saldo da un euro e cinquanta. Ma poi l'ucraina ha tirato fuori lo Spirit, una bottiglia di liquido bianco di vodka sui 60 gradi. In partenza verso l...

Giornalista in erba

Io sono giornalista, in effetti mi pagano perché sono giornalista. Il giornalista è un impiegato che lavora in una redazione dove ci sono un sacco di mancati professori di lettere e di storia oppure sportellisti delle poste e acide & grasse di vario genere. Pensavo di fare il giornalista inviato di guerra o di sport. Invece sono solo il direttore di una newsletter che riporta i risultati di bilancio delle società, i giri di poltrone, a quanto ammonta la cedola del dividendo, perché hanno emesso questa obbligazione, chi è stato radiato dall'albo dei promotori, chi ha truffato ed è scappato alle Cayman coi soldi della cassa. Poi dirigo anche altre testate e testatine sempre dello stesso gruppo. Ogni tanto scrivo roba del tipo, perché investire in Vietnam ora che la crisi è passata? Faccio informazione utile però. A vent'anni ho lanciato un notiziario alla radio di Belpasso (Catania) e un dibattito dal titolo, Processo al sindaco. Senza patentino sono andato a chiedere come ...

La chiusa e il Giardino

Il cane era in gabbia e il gatto era libero al Casale dei Borghese di Valcorrente. Lui si fa accarezzare attraverso i quadrati della rete di ferro. L'altro miagola la sua preghiera e salta dentro l'auto di Don Santo il fattore. Gli altri gatti intorno alla casa e sotto la scala guardano zitti nel Giardino di aranci, limoni e fichi d'India. Finchè arrivano le crocchette per il cane e il prosciutto cotto e si fa festa. L'ultimo feudo esistente, 'ntò Prìncipi, coi suoi 100 ettari è assediato da strade nuove, cassiere e cinema multisala a grande schermo. Il feudo lo governa il Ragioniere e a lavorarci ci pensano i suoi amici. Ma ci sono ancora gli ultimi tre o quattro inquilini, come lo erano le tante decine di mezzadri. Come era nonno Pietro che aveva preso la zona del Castello e aveva trasformato la chiusa in agrumeto. E lo stesso compare Ignazio Russo che era a fianco e così anche Bocca o il paternese a sfamare le famiglie. A portare a casa le verdure e, d'esta...

Porco a tre peli

La conversazione non è uno scambio di informazioni.   E' un parlarsi allo specchio. Se mi rispondi è la prova che io sto parlando. Ti parlo per sapere che esisto in qualche forma. Da qui il famoso scambio di convenevoli in uso nel catanese quando una donna o un uomo incontra un uomo o una donna: - Il mio porcellino ha tre peli - Tre peli ha il mio porcellino -  U me porcu avi tri pila  - Tri pila avi u me porcu

Tumuli e salme

A Franchetto il vento di ponente si leva a mezzogiorno, il gallo del vicino Nino il Grillaio canta alle due di pomeriggio e la campana di Cristo Re suona all'ora sesta prima del tramonto. Stamattina dopo 50 anni di gavetta ho deciso di seminare anche io qualcosa. Avevo dei semi di melone giallo raschiati da un melone giallo con un coltello e dei semi di fagioli. Erano due tipi di semi ma li ho mischiati e seminati insieme vicino la casa sul lato di ponente. Il seme deve essere ricoperto per avere delle probabilità e perciò ho steso con la zappa la terra sopra facendo un solco. Io sarei un agricoltore. Gli agricoltori suonano al palato meglio dei contadini. Di solito gli operai lottano insieme ai contadini, da cui la falce e il martello. Invece gli agricoltori sarebbero solo dei ricchi possidenti sfruttatori dei braccianti ma non è vero. Sono figlio di gente che ha lavorato la terra. Non una qualsiasi, la propria terra. Mio padre ha messo insieme 40 ettari, cioè 13 salme e 13 tumuli...

Ciuccio vivente

Un presepe vivente in un paese morente le mucche vere e vecchi asinelli Un vero bambino in mezzo alla vacca con il ciuccio in bocca e la cuffietta celeste Ma a Betlemme il ciuccio non c'era ma di che ciuccio parliamo, se il signore si sposta Turisti fotografano il presepe vigente e filmano statue incollate alle stelle Chiese a misura dell'uomo bassino il suo gregge e il suo fiato è vicino Un caffè e una pizza ad Arrone ma a pensarci meglio era bello Ferentillo