Stamattina ho messo un abito odioso. Sembro un priccante, come un corvo nero con le spalline troppo larghe. E' un giacca e pantalone grigio da grande magazzino tipo Sma dall'insegna verde che non esiste neanche più. Tanto è vecchio, tra l'altro. Fortuna che l'ho messo poco. Il fatto è che casca male, troppo lunga la giacca che nel frattempo riporta un buco nella tasca interna. Se per caso metto dentro il cellulare, il cellulare scivola giù in tutto il resto del fondo della giacca. Anche il primo bottone non combacia più con la sua asola perchè è stato riattaccato male. I pantaloni poi hanno un difetto di manutenzione. Si è scucita la cucitura che tiene in pedi la piega in basso e dunque se sbatto troppo i piedi un pezzo di stoffa esce fuori e sventola via.
Dovrei abboattarmi, mi pare di essere un controllore dell'Atm. Anzi, no. Un ausiliario della sosta a tempo determinato senza la solita compagna ausiliaria che gli legge il regolamento. Faccio raccapriccio, pena e pietà. Manca solo il cappello con la visiera e lo stemma del comune sbalzato su un lato. E poi la frittata è completa.
Ci sono quegli acquisti sbagliati che non riesci a digerire e neanche a cancellare. Di quelli che andrebbero buttati via e invece resistono. Come anche le persone, quelle che hai incontrato una volta e ti restano attaccate come i caddarizzi, le palline dei semi di quercia. O qualcosa del genere.
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