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La notte (seguito)

- Egli percorse tutta la via dell'Epifania; infine la strada scendeva, i suoi piedi camminavano nel fango, e all'improvviso gli si aprì dinanzi un vasto spazio nebbioso che sembrava vuoto: il fiume.

La mattina ho aperto a caso il libro del famoso autore russo Fiodor con citazione di Puskin in apertura, al capitolo secondo, l'inizio del verso del seguito della notte. Le coincidenze arrivano quando te le aspetti e sembrava che il protagonista fosse qualcuno che conoscevo.

Anche il libro di Marcel ha almeno 30 anni, invece I Demoni costava 2.800 lire. E così ho letto anche dei Guermantes finalmente e della domestica Francoise. Qualcuno mi aveva detto che i russi sono i maestri della narrativa come i francesi e i tedeschi, non potevo comprarli tutti e li rubavo nei supermercati. Alcuni come i russi sembravano moderni e rivoluzionari più di ora. Altri non erano fuori moda e neanche pubblicati perché gli editori di sinistra non li avrebbero venduti o li odiavano a morte.

Forse l'investimento è stato disastroso, 2.800 lire del 1972, una fortuna per un ragazzo uscito di casa per andare in città a guardare la vetrine. Avevo in testa Shelter from the Storm da Blood on the Tracks, sopratutto quando attacca la chitarra e il basso. L'autobus del pomeriggio scendeva verso le luci dei negozi e dei cinema d'essai. Poi guardavo un piccolo schermo per vedere su delle tavole rialzate Family Life di Ken Loach o Pat Garret e Billy the Kid di Sam Peckinpah.

Non so perchè mi sono piaciute le strade sporche. Pensavo di trovarci delle cose preziose a poco prezzo. 30 film per 3.000 lire non era male, peccato che il video ballava e l'audio craccava. Ma mi sono fatto un'idea di quel mondo fuori e tanto mi bastava, anzi ne uscivo ubriaco e con lo stomaco sottosopra.

Dostoevskij era un mattone tremendo, non lo volle leggere neanche nessuno. Nemmeno Orazio Trovato, il mio mediano metodista del gioco del pallone. Poi, però, comunque, ho prenotato 800 mila lire di libri scegliendoli da una guida dei migliori da tenere in biblioteca. Alcuni sono in uno scaffale graffiato da un gatto, altri li porto sempre con me da una casa all'altra come fossero le foto di una fidanzata lontana cucita nella giacca del cappotto.

I progetti e le idee restano, anche se nessuno come me li realizzerà mai. Le cose profonde vivono dentro e germogliano al tempo o si congelano prima di appassire. Volevo leggere questa roba per avere una conferma di qualcosa che sentivo avere dentro. Ora mi ricordo. Ora che non serve più molto ricordarselo se non per capire meglio le gesta di Stavogrin.

- Avanzò per molto tempo lungo le stecconate, senza allontanarsi dalla riva, ma trovando con sicurezza la propria strada, e anzi senza pensarci molto... un vagabondo camminava al suo fianco.

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