La mattina mi sveglio in un posto al sole dove crescono dei fili verdi da un chicco di frumento e sono alti più di una mano stesa. Nino sta ancora in ospedale, ormai è un mese. Domenica notte ho detto un'Ave maria alla Madonna. Il figlio di un signore in coma, la barella accanto, mi ha consolato. Mio padre stava per andarsene, ora è in condizioni che loro dicono stazionario, ma ogni giorno si spegne un chip. Oppure entra in una crisi.
Vista l'emergenza è arrivata mia sorella, dobbiamo decidere se portarlo a casa, ammesso che resista ancora questi giorni, oppure se in una clinica. E se sì, in quale clinica. Si parla Rsa o di private. I burocrati della Sanità sono più dei medici e ospedalieri. sono i garantiti di uno Stato senza cure che lascia tutto nell'incuria.
Invece a casa avrebbe diritto all'assistenza domiciliare integrata che sarebbe la Dia. Mi piacerebbe di più, però, si dice che poi non vengono affatto a curarlo. Tutto funziona sulla carta mentre la gente più debole soccombe.
Il vicino di letto non mangia da settimane. Sarebbe in preda a un ictus ma di fatto apre gli occhi e osserva la gente intorno. Ha l'aria di uno che ha capito qualcosa tipo, meglio starsene in ospedale che sentire le lastime di mia moglie, l'evangelista pentecostale con il pastore al seguito obesa di quel tanto e un pò barbuta. Questo Franco è diabetico, come un drogato giace a pancia in sù aspettando di riaddormentarsi. Busy dying.
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