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Ortega e Milano si danno la mano

La gente è attratta dalle grandi città come seguisse un pifferaio magico. Già ora più della metà della popolazione mondiale vive in un contesto urbano, ma si stima che entro il 2030 i due terzi degli abitanti del pianeta saranno costretti in un appartamento. Le megalopoli, le big cities, vedranno una crescita rapida sopratutto in Africa e Asia. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, la popolazione urbana dell’Asia crescerà dagli attuali 1,36 miliardi fino a 2,64 miliardi nei prossimi 20 anni. Mentre in Africa si passerà dagli attuali 294 milioni finoa 742 milioni e in America Latina la crescita urbana determinerà il passaggio da 394 fino ai 600 milioni.

L’esodo dalle campagne si trasforma spesso nello squallore dell’ambiente delle periferie. Gli esperti stimano che più di un miliardo di persone vive negli slums, i bassifondi ai margini dei centri maggiori. E che, anche sotto la spinta dei movimenti politici interni contro le dittature, almeno dieci mila persone al giorno cercano nuova ospitalità. Le città e i loro sindaci dovranno assicurare i servizi dei trasporti, la fornitura di energia, le condotte di acqua potabile, le forniture di cibo, la gestione dei rifiuti.

Emigrare in città non migliora, di per sé, la qualità della vita delle persone ma apre nuove opportunità di crescita per alcuni settori. Ho chiamato l'idraulico Vinicio della ditta Fratelli Ortega per svitare un tubo del lavello e recuperare un gioiellino finito nel gomito di ottone. Viene dalle coste dell'Ecuador e dalla foresta pluviale amazzonica, infatti porta i baffi spioventi. Anche io vengo dalle coste vicino a un vulcano. Carrù e Milano si danno la mano, dice l'insegna del macellaio più caro del mondo di corso Italia. Noi non siamo da meno, l'indio milionario e il povero siciliano.

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