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Ragazzi del liceo

Ho messo la sveglia per essere puntuale, devo incontrare gli studenti nell'aula magna. Una tazza di caffé poi la doccia per togliere il velo dagli occhi. La rassegna stampa della radio ha detto che i mercenari assediano Bengasi per mille dollari al giorno. Il governatore della Libia vende cara la pelle al presidente dei francesi. Massacrano gli insorti e forse è troppo tardi per salvarli. A trenta chilometri da Catania partono i caccia o gli aerei ingombranti nell'aria di Sigonella. La Sicilia è un continente in mezzo al mare, la base per arrivare nei paesi arabi e portare la democrazia e gli elettrodomestici.

Io invece vado a Paternò, a sette chilometri da Belpasso. Stamattina sono insieme ai ragazzi del mio vecchio liceo a parlare di finanza, malavita organizzata e denaro sporco. Una si alza e dice: - Scusi ma il riciclaggio è come la svalutazione di una moneta? A scuola non si parla di numeri e di economia. Cos'è un quintile o una media ponderata? Meglio non sapere perchè e come vi stanno derubando fin da piccoli. La Cina schiaccerà le economie e il vostro benessere. You better start swim or you sink like a stone, 'cause the times they are a-changing.

Porto le scarpe nere e lucide, quelle scomode della laurea e di altre cerimonie. Sono come una porta stretta per andare da qualche altra parte. Sono il prezzo da pagare per sentirsi rispettati. Ma oggi è la mattina del primo giorno di primavera e torno nelle stanze del mio liceo a parlare delle mia specialità. Sono contento di essere qui, ragazzi. Fate qualcosa per togliere la monnezza dalle strade, studiate un sistema. Niente da fare. Le buste di plastica e le ante della cucina rotta non si toccano. Se organizzi una pattuglia di volontari e la butti via ti denunciano per appropriazione indebita di spazzatura o cose del genere, cose dei pazzi.

Ho rifatto la stessa strada che ho fatto per cinque anni tutti i giorni fino a giugno del '75. Giardini di aranci, discariche di aranci, uliveti e agriturismi sono davanti all'altare della montagna con la sua neve fresca. Eravamo in tre o quattro a farci compagnia su quella strada. Nino Sava, Nino Motta e Carmelo Guglielmino prendevano a camminare verso la barra della ferrovia e alzavano il dito per chiedere un passaggio. I sette chilometri al giorno passavano lenti dentro i vetri appannati di un autobus, io parlavo di rivoluzione e una mi chiedeva dei poeti francesi. I capelli crescevano e li portavo indietro con le mani. 

Alla fine dei discorsi la professoressa Rapisarda mi regala un libro illustrato con la torre normanna in copertina. Uno dei ragazzi più svegli con l'aria da saputello andrà alla Bocconi di Milano e mi chiede qualcosa sul debito pubblico. Abbiamo un debito così grande verso qualcuno più grande di noi.

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